«Nelle Marche ci troviamo in una situazione simile all’Emilia Romagna, per cui se il Movimento 5 Stelle non fa una scelta di campo e non si propone come forza di governo, diventa irrilevante nello scontro tra le due coalizioni». Così Gianni Maggi, capogruppo in Regione del M5S, all’indomani del trionfo in Emilia Romagna della coalizione di centrosinistra guidata da Stefano Bonaccini.
Proprio nella regione dove sono nati e cresciuti, i pentastalleti hanno incassato la loro peggiore sconfitta di sempre: Stefano Benini si è fermato al 3,5%, una percentuale che è quasi la metà di quella presa quando si presentarono per la prima in volta alle regionali emiliano-romagnole. E ora Maggi, con le nostre elezioni regionali alle porte, rilancia l’idea che ha sponsorizzato da tempo: quella di un’alleanza col Pd per non essere condannati all’irrilevanza. Idea che era già stata bocciata, però, dai vertici del Movimento: Di Maio e Toninelli per la precisione. Ma che ora potrebbe trovare nuova linfa, sia alla luce del risultato del voto, sia per il cambio al vertice dei pentastellati. Oppure scatenare una vera e propria guerra interna, anche nelle Marche. Difficile pensare che lo scambio di accuse tra Donatella Agostinelli e Maggi di qualche giorno fa proprio in merito ad un eventuale accordo col Pd sia già rientrato. «Si poteva intuire che in Emilia Romagna i cittadini, avvertito il pericolo di consegnare la regione alla destra, sarebbero andati a votare in tanti – commenta Maggi – così come tanti di quelli che avevano votato 5 Stelle avrebbero votato per Bonaccini, proprio per evitare che Salvini vincesse. Se nella nostra regione, per imporre scelte di mantenimento di una egemonia di potere interno che nulla ha a che fare con la crescita del Movimento, si continua a dichiarare che la lista 5 Stelle dovrà presentarsi alle prossime regionali per fare opposizione a chi andrà a governare le Marche nei prossimi 5 anni, gli elettori avranno difficoltà a trovare ragioni per votarla. L’unico modo per ottenere il consenso dei marchigiani in un momento così difficile per la situazione economica, il lavoro, la salute, è proporre l’applicazione concreta dei nostri principi al governo di questa regione. I marchigiani sceglieranno coloro che avranno la possibilità di migliorare loro la vita, non chi si chiama fuori gridando mai col Pd mentre ci governa a Roma».
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