di Matteo Zallocco
E’ un Matteo Salvini abbottonato sul nodo candidature per la presidenza della regione. Questa mattina da Lecce ha risposto alle nostre domande, prima di spostare “carri armati e bandierine verdi” verso le Marche. Il leader della Lega dopo una tappa a Chieti (alle 15) è atteso a Pesaro dove terrà tre incontri (il primo alle 18, l’ultimo alle 21). Dal nord della regione radunerà le sue truppe e, tra un selfie e l’altro, presenterà ai suoi la strategia per le Marche. Perché quella delle regionali è una vera e propria partita a Risiko e nel braccio di ferro con Giorgia Meloni, Salvini chiede qualcosa in più per la Lega. O la Puglia (dove Fdi ha lanciato Fitto) o le Marche con la candidatura di Francesco Acquaroli presentata da Fratelli d’Italia prima di Natale e ancora lasciata in stand-by dal Carroccio. In questa partita a Risiko, Salvini tiene nascosta la “carta dell’obiettivo”, non si sbilancia sui nomi ma ammette che sul piatto ci sono diverse ipotesi di candidature. «Stiamo valutando tutti i profili», dice a Cronache. Dunque il nome del candidato del centrodestra è ancora rinviato, magari in attesa di capire quanti carri armati metterà sul tavolo l’avversario. Il ritiro dalla corsa di Valeria Mancinelli (se definitivo) sembra offrire un ulteriore vantaggio al centrodestra e ad Acquaroli che, secondo gli ultimi sondaggi, sarebbe in vantaggio di 16 punti in caso di candidatura di Ceriscioli e di 11 sulla sindaca di Ancona. Rispetto all’Emilia Romagna, nelle Marche il terreno è fertile e questa regione fa gola sia a Salvini che a Meloni. Ora la partita è tra di loro, ma il leader della Lega assicura: «Una cosa è certa, troveremo un accordo per vincere».
Buongiorno Salvini. Lo scorso 20 dicembre Giorgia Meloni ha lanciato la candidatura a Governatore di Francesco Acquaroli, rivendicando le Marche e dando per certo un accordo sulle Regioni con Lega e Forza Italia. Perché è saltato questo accordo? Non le è piaciuto il nome di Acquaroli?
«Ascoltiamo tutte le proposte e come sempre troveremo un accordo per vincere, mandare a casa il Pd e dare un buon governo alle Marche. Nessun problema personale con nessun candidato, io lavoro per un centrodestra unito, rinnovato e vincente». (Sul vecchio accordo non risponde).
Ieri ha dichiarato “Scegliamo i candidati migliori in Campania, in Puglia, nelle Marche o nel Veneto”. Ha in mente un nome o l’identikit di questo candidato per le Marche? C’è un’apertura ai civici.
«Tante persone si stanno avvicinando alla Lega: imprenditori, professionisti, medici ma in nessun caso dobbiamo farne una questione di bandierina. A Genova città, per esempio, abbiamo vinto con un candidato credibile come Bucci che non era legato ai partiti».
Si parla anche del sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica, sostenuto da un gruppo di sindaci e imprenditori. Può essere l’uomo giusto? Ci sono altri nomi in ballo?
«Stiamo valutando tutti i profili, ribadendo quanto detto all’inizio: partiamo dall’idea di Regione Marche. È necessario offrire un progetto alternativo e serio che parla di lavoro, sanità, sicurezza, tutela del territorio. Al momento non mi appassionano i dibattiti sul nome».
Quali sono le critiche che lei muove alla Giunta di centrosinistra guidata da Luca Ceriscioli? Che differenze vede con Bonaccini?
«Ceriscioli non ha risolto i problemi delle Marche ma li ha aggravati. Sulla Sanità, con ospedali chiusi, liste d’attesa lunghissime e troppi marchigiani costretti a farsi curare in altre regioni. Nessun piano infrastrutturale e fallimentare gestione del post-terremoto. Non è un caso se il Pd si sta scannando sul candidato, visto il malgoverno. Bonaccini ha vinto in Emilia-Romagna promettendo la luna e sono bastati pochi giorni per smascherare le sue bugie, per esempio sui presidi di Polizia Stradale che aveva promesso non sarebbero stati soppressi. Invece lo saranno».
La Lega ha scarsa rappresentatività territoriale nelle Marche. Qui lo si è visto alle ultime amministrative: la Lega perse in molti comuni dove Salvini stravinse alle Europee con percentuali anche sopra al 50%. Non è un paradosso?
«Stiamo crescendo in tutta Italia e siamo pronti a offrire il buon governo della Lega anche nelle Marche: non dobbiamo dimenticare che alle ultime Comunali abbiamo eletto più di cento consiglieri e qualche sindaco. Il voto locale ha logiche diverse rispetto a quello, per esempio, di Politiche o Europee. Ma sono certo riusciremo a toglierci grandi soddisfazioni anche alle prossime amministrative, partendo proprio dalla Regione».
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