di Pierpaolo Pierleoni
Emergenza Coronavirus, per l’Area vasta 4 oggi è il giorno per fare il punto sulla situazione nel Fermano. Questa mattina, infatti, i taccuini sono stati convocati in direzione Av4 per una conferenza del direttore Licio Livini che, nel suo intervento, ha spaziato dal modus operandi del servizio sanitario provinciale al numero dei positivi al Murri e nel territorio dell’Area vasta 4. E così si scopre che, ad oggi, all’ospedale civile Murri di Fermo, sono ricoverati 20 pazienti nel reparto di Malattie infettive, mentre spunta un sesto caso di tampone positivo nel Fermano, riportato anche nel bollettino quotidiano di questa mattina del Gores e che, fa sapere il direttore Livini, risulta rilevato a Montegranaro.
“Da un lato – le prime parole del direttore Licio Livini – dobbiamo erogare servizi di qualità e dall’altro fronteggiare le emergenze. Siamo in uno scenario eccezionale, di fronte al quale l’azienda è costretta ad assumere decisioni che non lasciano spazio a condivisioni o trattative. Dobbiamo procedere velocemente. In queste operazioni il canale dell’informazione e comunicazione esterna per rendicontare sullo stato delle cose va tenuto presente nel rispetto di cittadini ed istituzioni. Per noi i malati e la sicurezza degli operatori sono i temi centrali. Ad oggi in ospedale abbiamo 20 malati positivi a malattie infettive, abbiamo occupato anche l’ultimo letto disponibile. Pienamente occupata anche la rianimazione con 6 malati, stiamo lavorando per creare anche altri due posti che dovrebbero essere pronti da lunedì prossimo. Abbiamo in osservazione a casa 91 persone di cui uno positivo al Covid 19, più 200 persone circa dell’area pesarese della prima ora per i quali abbiamo dato disponibilità a fare sorveglianza a distanza”.
L’ospedale fermano, quindi, è saturo e si sono disposte misure straordinarie per rispondere al fabbisogno di posti letto. “Abbiamo riconvertito i 12 posti letto di Obi (osservazione breve intensiva) per supportare il reparto di malattie infettive, che quindi passa a 31 posti – spiega il direttore – All’interno c’è anche un nucleo di letti per attività semi intensiva con respiratori ed attrezzature necessarie. Abbiamo chiuso la mensa interna dei nostri dipendenti, abbiamo attivato un percorso dedicato per pazienti Covid 19, parallelo al pronto soccorso, esterno e che non interferisce con l’attività ordinaria. C’è un punto di filtro pretriage fatto da volontari, stamattina abbiamo avuto un contatto con la Croce rossa, c’è un camper dell’Area vasta 4 ed una tenda della Protezione civile. Abbiamo attivato una vigilanza doppia per dissuadere tutti quelli che vogliono entrare in ospedale, si entra solo per comprovate ragioni e siamo arrivati a chiedere i documenti se necessario. Serve un’azione forte di tutela per la struttura sanitaria”.
Inevitabile la sospensione di alcuni servizi non urgenti. “Abbiamo ridotto tutta l’attività di sala operatoria, rimangono solo interventi di classe A, in particolare per pazienti oncologici, abbiamo chiuso tutti gli ambulatori per visite programmate o differibili, rimangono solo le attività per visite urgenti. E’ sospeso lo screening oncologico di primo livello (mamografie, pap test, sangue occulto), sono mantenuti invece gli esami di secondo livello. Sono sospese anche le attività ambulatoriali ed i servizi dedicati ad infanzia ed adolescenza, rimangono gli sportelli di segreteria ed ascolto. Abbiamo ridotto attività ambulatoriali di riabilitazione, Umea, consultorio familiare, salute mentale, medicina legale e dipendenze patologiche. Abbiamo accorpato i reparti chirurgici, mettendo insieme urologia e chirurgia, perchè ci consente di tenere insieme situazioni affini”.
In partenza da domani un doppio team, allestito dall’Asur in collaborazione con i medici di base, per le visite a domicilio. “Il protocollo – prosegue il direttore – prevede che I medici di famiglia segnalino I casi di sospetto coronavirus. A quel punto si attivano i team, che partiranno entrambi dalla struttura ospedaliera di Sant’Elpidio a Mare, per effettuare le visite a domicilio, con un’auto con medico ed infermiere attrezzati con tutti i dispositivi di sicurezza necessari”. L’area vasta 4 chiede più personale. Livini ha chiesto all’Asur 15 infermieri, 11 Oss, due medici infettivologi ed uno pneumologo.
Secondo Livini, è il momento di misure drastiche. “Non ci si deve muovere, per chi fa sport, non ci si deve allenare. I ragazzi devono fare sacrifici al pari degli adulti.I locali non possono rimanere aperti, oggi non si può andare a prendere una pizza. Bisogna essere estremamente rigorosi, altrimenti non risolviamo il problema. Se serve si blocchino anche le vie di comunicazione. Chi sta bene tuteli il proprio benessere”. Chi sta bene tuteli il suo benessere. La tattica oggi non può che essere quella di arginare la diffusione del virus per diluire il contagio. La differenza la fa il tempo”.
Livini definisce anche i contatti stretti con persone positive al virus. “Per contatti stretti intendiamo la convivenza, il contatto fisico diretto, quello diretto non protetto con delle secrezioni, come toccare a mani nude un fazzoletto sporco di una persona contagiata. Parliamo di contatti in luogo chiuso per una durata maggiore di 15 minuti e ad una distanza inferiore ai due metri”.
Non nasconde la preoccupazione, il direttore dell’Av4: “Oggi non abbiamo certezza di nulla. Ipotizzavamo una mortalità del Covid 19 intorno al 2%, invece ad oggi in Italia abbiamo una percentuale più che doppia. Anche la Lombardia, che è all’avanguardia in sanità e che ha un privato convenzionato con strutture molto importanti, è in difficoltà. Siamo di fronte ad un evento troppo importante, forse pensavamo fosse di dimensioni minori, ma non è così”.
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