“La sentiamo ancora quella fisarmonica che suona, e il tuo ridere, ridere…Ridere sempre, ad ogni occasione, perché la vita ti aveva messo tante volte a dura prova ma quel sorriso non era riuscito proprio a cancellarlo”.
Inizia così la toccante lettera di addio che Gessica, Nicola e tutti i nipoti hanno simbolicamente spedito al loro caro zio Michele Lemme, 70enne di Porto Sant’Elpidio, strappato all’amore dei suoi cari dal maledetto Coronavirus. Lemme è spirato all’ospedale Murri di Fermo e oggi i suoi familiari lo vogliono ricordare con quel suo sorriso e quelle note che hanno contraddistinto la sua vita, e che resteranno impresse nel cuore e nelle menti dei suoi cari, dei suoi tanti amici e conoscenti che oggi, tutti insieme, piangono la scomparsa di un uomo, un musicista amato e conosciuto in città, un uomo buono nella sua semplicità e allegria, sempre scherzoso e sorridente che, con la sua dipartita, lascia un vuoto incolmabile.
“Un pezzo di cuore è volato via con te. Eri lo zio più speciale del mondo, quanti giorni mesi e anni condivisi. Non doveva finire così non per te. Questo virus – il dolore di Gessica, Nicola e i nipoti di Lemme – ti ha portato via nel più atroce dei modi, non ci sarà permesso salutarti, né abbracciarti. Ora non avere più paura, sei al sicuro lassù.
Porta la musica in cielo e noi qui non ti dimenticheremo mai…Ci hanno tolto tutto ma il ricordo quello no, nessuno muore davvero finché resta nella memoria di chi vive. Abbraccia zia anche per noi. Ciao zio, ti vogliamo bene. Da ultimo vorremmo ringraziare la dottoressa Romanelli del reparto di Terapia Intensiva per la sua immensa gentilezza e umanità”.
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