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Coronavirus, Terrenzi tra ‘j’accuse’
e stoccate: “I positivi
nelle strutture ricettive, untori controllabili”

SANT'ELPIDIO A MARE - Il primo cittadino: "Quando si è trattato di ospitare i terremotati da parte dei Comuni, sia i campeggi che le attività economiche ne hanno beneficiato, allora andava bene. Spendere 12 milioni per strutture temporanee al Palaindoor? Non una buona soluzione"

Alessio Terrenzi

“Siamo in emergenza, dovremmo agire tutti con senso di responsabilità”. Il sindaco, Alessio Terrenzi, torna sulla sua proposta di utilizzare le strutture ricettive per contenere, in un luogo circoscritto, i positivi al Covid-19 asintomatici e coloro che sono in isolamento a casa e che stanno bene. la sua proposta non è stata accolta con favore dall’associazionismo degli albergatori. Ma Terrenzi rilancia. Ma allora come se ne esce se anche i diretti interessati hanno bocciato la sua idea?
“Innanzitutto vorrei precisare che la mia proposta è stata fatta al presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e a Borrelli, commissario che sta gestendo l’emergenza. Se la mia proposta fosse accettata a questi livelli, non credo che loro (gli operatori ndr) possano tirarsi indietro dal fare la loro parte. Il discorso è diverso: se accettata a livello superiore si prenderebbero tutti i provvedimenti del caso e gli operatori non potrebbero opporsi. Mi rendo conto che accogliere la proposta di un semplice sindaco, per coloro che stanno gerarchicamente più in alto, possa essere difficile ma io credo che sia il caso di lasciare da parte l’orgoglio e scegliere le soluzioni migliori per il bene dei nostri concittadini: ho ricevuto molti attestati di stima da parte di imprenditori, tecnici ed anche cittadini che la pensano come me e questo, già, è motivo di soddisfazione oltre che conferma che la mia proposta non è poi così strampalata.
Posta tale precisazione, in diversi Comuni del Milanese gli stessi albergatori hanno proposto l’utilizzo delle proprie strutture, passando da un’operazione commerciale ad un’operazione umanitaria in un momento di estrema necessità. Si è anche disposto di requisire un hotel per poter portare sollievo alle strutture sanitarie oramai arrivate al collasso. Questo vuol dire che la mia proposta non è affatto peregrina. Ci sono dei Comuni che hanno raggiunto accordi, nel Milanese, per mettere a disposizione hotel per far fronte all’emergenza e nessuno ha gridato allo scandalo. Anzi. Si è ragionato serenamente su tale possibilità e si è arrivati a concretizzarla. Io ho lanciato una proposta per poter trovare una soluzione: se gli operatori del settore non sono disposti a ragionarci ne prendo atto ma non vedo perché se sono riusciti a farlo in Lombardia non dovremmo riuscirci anche noi.
Il mio ragionamento parte anche dal decreto del Presidente del Consiglio Conte che prevede divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione per coloro che sono in quarantena, siano essi contagiati che in isolamento precauzionale. Inoltre prevede pugno duro, con pesanti sanzioni, nei confronti di chi non rispetta la quarantena. Purtroppo si è arrivati ad una stretta così serrata perché di violazioni da parte di questi delinquenti ce ne sono. Mi permetto di definirli delinquenti perché sono coloro a cui si è data la possibilità di rimanere a casa perché stanno bene ma vanno facendo gli untori in giro non rispettando le regole, vanno propagando il virus nei supermercati visto che qualcuno, ovviamente non tutti, si permette di andare tranquillamente a fare la spesa. Qui ci vuole la linea dura e io dico basta. Solo inserendoli in strutture con tutti i comfort e facilmente controllabili possiamo stare tutti più tranquilli. Ogni volta che, la sera, comunichiamo i dati con gli incrementi dei contagi e della quarantena vengo tempestato da richieste sulla loro identità perché ognuno vorrebbe sapere se ha avuto contatti con questa gente o se sono semplicemente i loro vicini di casa per agire di conseguenza. Abbiamo tutti paura ed è normale che sia così. E restiamo tutti nel dubbio di aver avuto contatti con qualcuno che ora sta male o che, pur non avendo problemi fisici, può essere veicolo di contagio. Se, invece, le persone contagiate o in quarantena potessero stare in una struttura con tutti i comfort e nella quale si potesse agevolmente controllare la loro permanenza, senza la possibilità di allontanarsi, non staremmo tutti più tranquilli? A questo ci ha pensato nessuno? Sono in prima linea e recepisco le paure, i timori, i dubbi di tanti concittadini che, pur rispettando le regole, vorrebbero avere la sicurezza che chi deve stare a casa lo faccia davvero”.
Terrenzi, poi, fa riferimento all’analogia con il periodo del terremoto: “Quando si è trattato di ospitare i terremotati da parte dei Comuni, sia i campeggi che le attività economiche tra bar, ristoranti, tabaccherie, benzinai, attività commerciali ne hanno beneficiato andava bene. Ora che bisogna accogliere persone che, tra l’altro, secondo la mia proposta, non stanno male ma avrebbero necessità di stare isolate dagli altri non va bene? – dice il sindaco – Onestamente ho l’impressione che quando c’è da prendere e agire in sicurezza siamo tutti disponibili, quando bisogna fare la propria parte ed assumersi qualche rischio allora no… non ci sto! Siamo in una situazione di emergenza mondiale e bisognerebbe darsi una mano, ognuno per quello che può. Si parla di dipendenti che, se si attuasse la mia idea, non vorrebbero andare al lavoro: siamo in una situazione di emergenza e ci sono tante persone che sono costrette, nonostante il rischio, a continuare a lavorare. Se c’è da sacrificarsi per il bene comune credo che tutti si sia chiamati a farlo, ognuno per quel che gli compete e per l’attività che svolge.
Se la mia idea non è realizzabile e ce ne sono di migliori, parliamone ma non ne vedo. Non vedo proprio idee, limitarsi a dire ‘rimanete a casa’ e poi non riuscire a controllare in modo efficace è troppo facile”.
Poi Terrenzi ritorna sulla questione dei 12 milioni di euro per i 100 posti di terapia intensiva.
Non mi sembra che spendere 12 milioni di euro per strutture temporanee al Palaindoor che poi non restano a disposizione della collettività sia una buona soluzione. Chiediamo agli imprenditori di intervenire? Ok, ma qual è l’opportunità che si crea per il territorio regionale, nel lungo termine? Comprendo che le mie idee possano essere fuori dal coro ma vorrei ricordare che faccio politica da diverso tempo e non sono una persona abituata ad esprimersi solo quando è allineata e coperta, io penso prima di tutto ai cittadini e lavoro per la loro sicurezza e la loro salute. Se questo vuol dire attirare delle critiche non ho paura di sostenere le mie idee. Non devo rispondere a nessuno e quando sono convinto di una proposta mi batto fino alla fine per farla comprendere e difenderla”.


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