“Apprendo dal canale ufficiale Telegram della Regione che i tecnici valutano altre soluzioni per la collocazione della struttura di 100 posti letto di terapia intensiva. Dall’esame di fattibilità svolto nel pomeriggio con un sopralluogo al Palaindoor di Ancona, in base alle planimetrie e alla documentazione consegnata, il team di tecnici incaricati ha comunicato che neanche questa struttura può essere considerata idonea al progetto, in quanto i tempi necessari per l’adeguamento degli spazi alla collocazione dei 100 posti letto di terapia intensiva indispensabili per la regione Marche risulterebbero troppo lunghi rispetto alle attuali condizioni di emergenza. I tecnici stanno già valutando altre soluzioni, che possano garantire velocemente, senza interventi strutturali importanti, un’area di 5000 metri quadri sviluppata su un unico piano”.
“Ribadisco – dice il sindaco, Alessio Terrenzi – sulla scia dei miei interventi degli scorsi giorni sull’argomento, la necessità e l’opportunità immediata di valutare la riattivazione degli ospedali dismessi nella Regione, quantomeno per accogliere l’attività ospedaliera ordinaria, ovvero no Covid 19, e destinare le aree ancora non destinate dei nosocomi idonei ad accogliere le terapie intensive. Inoltre, credo che alcuni ospedali ad oggi dismessi abbiamo capacità strutturali ed impiantistiche per accogliere le terapie intensive e, comunque, siano abbastanza vicini a quelli attualmente in funzione in caso di necessità. La nostra Regione è territorialmente raccolta pertanto ci è consentito pensare l’organizzazione d’urgenza in questo senso. Vorrei inoltre scongiurare la possibilità che i vertici Asur considerino questa soluzione impraticabile poiché in futuro si troverebbero a gestire nuovamente le strutture oggi riaperte, non potendole quindi richiudere a seguito di nuovi tagli alla sanità. Questo sarebbe l’errore più grande, considerando che la situazione che stiamo vivendo ci insegna e ci imporrà una profonda riflessione sull’organizzazione della sanità regionale e nazionale. Non facciamo lo sbaglio di reperire risorse, per di più da privati concittadini, per ospedali provvisori, per poi lasciare di nuovo macchinari e affini inutilizzati.
Se vogliamo pensare agli ospedali da campo realizzati in Lombardia, la nostra situazione è diversa: in Lombardia loro hanno prima occupato tutti i posti possibili dei loro ospedali, e quando dico tutti, intendo proprio tutti, ed ora sono costretti a farne uno alla fiera per il numero impressionante di contagiati, ben lontano dal nostro che, fortunatamente, è al momento 10 volte più basso. Un dato ridotto rispetto alla Lombardia, è vero, ma già è bastato questo per mettere in ginocchio la nostra sanità”.
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