di Sandro Renzi
Nel venerdì santo, viglia di una Pasqua blindata, in un’atmosfera per certi versi ancora surreale nelle piazze e parchi vuoti di tutte le città che stanno combattendo contro Covod19, il premier Conte annuncia la proroga delle misure restrittive nel Paese fino al 3 maggio. Il Governo sceglie la linea della massima cautela e con un nuovo provvedimento rinnova così le misure di contenimento per altri venti giorni. Distanziamento sociale, stop agli spostamenti, attività produttive ancora in gran parte chiuse: sono queste le parole d’ordine al termine di quasi sei ore di confronto serrato interno alla maggioranza di Governo. I dati confortanti sul fronte epidemiologico, registrati nell’ultima settimana, non bastano infatti per abbassare la guardia.
“Decisione difficile – spiega Giuseppe Conte – dopo diversi incontri con i sindacati, mondo dell’industria, comuni, provincia, regioni, comitato tecnico-scientifico. Le misure di contenimento stanno dando frutti. Non possiamo ricominciare da capo ma mantenere alta la soglia dell’attenzione. Tutti siamo impazienti di ripartire e l’auspicio è che, dopo il 3 maggio, si possa ripartire con cautela e gradualità, ma dipenderà dal nostro comportamento e quindi dobbiamo continuare a rispettare le regole anche in questi giorni di festa”.
La proroga decisa vale anche per le attività produttive. Così recita il Dpcm firmato nel pomeriggio. Se prima del 3 maggio si verificassero nuove e positive condizioni il Governo potrebbe anticipare la ripresa di altre attività. “Dal 14 aprile riaprono cartolibrerie, librerie, negozi per neonati – annuncia ancora il premier – riapriamo anche qualche altra attività, ad esempio il taglio degli alberi e le attività forestali. Il lavoro per la fase 2 è già partito”. Conte non nasconde che si dovrà convivere con il virus. Ecco allora il protocollo di sicurezza nei posti di lavoro e la costituzione di un gruppo di lavoro, composto anche da psicologici e manager che dialogheranno con il comitato scientifico “in modo di modificare le logiche del lavoro fin qui pensate. Insomma nuovi modelli organizzativi che tengano conto delle qualità della vita” spiega Conte che ha rimarcato anche il lavoro fatto dall’Italia in Europa. “La principale battaglia che l’Italia deve condurre sui tavoli europei è quella di un fondo che deve essere finanziato con gli eurobond“. Ma anche un accenno al Mes ed al dibattito politico che si è aperto dalla scorsa notte. “Il dibattito si sviluppi con chiarezza e senza falsità. Il Mes esiste dal 2012 e non nella scorsa notte” replicando ai leader della Lega, Matteo Salvini, e di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. L’Italia sta lavorando ad una linea di credito collegata allo strumento Mes e nuova. “Inoltre l’Italia non ha firmato alcuna attivazione del Mes e non ha bisogno di esso” ha ricordato Conte.
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