di Maria Elena Grasso
Il difficile momento economico che stiamo vivendo, caratterizzato dalla precarietà delle condizioni sul fronte finanziario, impone necessariamente l‘urgenza di individuare le soluzioni più efficaci e lungimiranti nei confronti di imprese e lavoratori autonomi. E’ stato questo lo snodo centrale dell’intervista in videoconferenza a Paolo Mariani, direttore generale di Uni.Co., il Confidi regionale delle Marche.
Il decreto della Regione del 10 aprile scorso prevede l’istituzione di un fondo emergenza con due misure di intervento: la prima riguarda il credito diretto, per un importo massimo di 40.000 euro che può essere ampliato fino a 50.000 euro per investimenti innovativi. A differenza del decreto dell’otto aprile dello Stato, il provvedimento regionale non impone vincoli di fatturato e, soprattutto, allunga di due anni il periodo di ammortamento, portandolo a otto anni, favorendo le imprese che potranno contare così su una rata più bassa proprio in virtù di un orizzonte temporale di rimborso più lungo. Il tasso d’interesse è fisso ed è all’1%. La seconda misura prevista dal decreto regionale riguarda un contributo in conto interessi e conto spese, rivolto alle aziende che chiedono finanziamenti alle banche. Le due misure hanno il valore di 14,2 milioni di € ma gli effetti potranno essere ben più importanti (si stimano in circa 30 milioni di €) grazie al cosiddetto moltiplicatore.
Secondo Mariani si tratta di uno strumento versatile ed elastico: “Ritengo che le misure adottate in questo delicato momento economico rappresentino un intervento importante. Voglio ringraziare la Regione Marche, nelle persone di Manuela Bora e del Presidente Luca Ceriscioli, ringrazio la Camera di Commercio delle Marche con il presidente Gino Sabatini, Andrea Santori, Marco Pierpaoli e tutta la giunta perché ci hanno veramente capiti. La legge regionale dimostra di essere il frutto di un lavoro istituzionale che ha recepito in pieno le esigenze del territorio. La rapidità di tale manovra rappresenta una risposta efficace – precisa il direttore di Uni.Co. – il tempo è un fattore fondamentale in una fase emergenziale. Dare liquidità alle imprese significa facilitarle nel rispettare gli impegni presi precedentemente. Per questo, il nostro obiettivo sarà quello di dare risposte immediate, nel giro di una settimana. Questa pandemia globale, richiede uno sforzo preponderante da parte del governo, che dovrebbe ‘sburocratizzare’ maggiormente le risorse da mettere in campo. Il punto focale consiste nel dare una prospettiva a un paese come l’Italia che deve tornare a dimostrare la propria competitività”.
Sotto questo punto di vista resta preoccupante la situazione delle imprese marchigiane, in particolare del distretto calzaturiero riconosciuto già in un’area di crisi complessa. “Per riportare in alto il ‘made in Italy’ che tutti ci invidiano – conclude Paolo Mariani – c’è bisogno di un’analisi diversa sui costi della manodopera, sulla fiscalità generale, sulla viabilità, che non è performante rispetto ad altri paesi; tutto ciò influisce sul prezzo del prodotto finito e quindi sulla competitività. Se tale valore rimane fuori mercato, la politica deve intervenire; la stessa politica che troppo spesso, in balia del continuo susseguirsi delle compagini, gioca a discapito del lavoro.”.
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