“Informazione, modalità di ingresso in azienda, modalità di accesso dei fornitori esterni, pulizia e sanificazione in azienda, precauzioni igieniche personali, dispositivi di protezione individuale, gestione degli spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori etc.), organizzazione aziendale (turnazione, trasferte e smartworking, rimodulazione dei livelli produttivi), gestione dell’entrata e dell’uscita dei dipendenti, spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione, gestione di una persona sintomatica in azienda, sorveglianza sanitaria, aggiornamento del protocollo di regolamentazione”. Sono i 13 punti del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid19 negli ambienti di lavoro, integrato e sottoscritto il 24 aprile tra Governo, Cna e tutte le parti sociali, in vista della riapertura delle attività.
“Il protocollo – dice il presidente territoriale Cna Fermo Paolo Silenzi – prevede che la prosecuzione delle attività possa avvenire solo in presenza di precise condizioni di sicurezza, che assicurino alle persone adeguata protezione. In caso contrario, bisogna sospendere l’attività”. Tuttavia, da giorni gli esperti della sicurezza di Cna Fermo ricevono segnalazioni delle categorie riguardo la difficoltà di interpretazione e applicazione pratica dei provvedimenti: “Basti pensare che il 4 maggio riapriranno tutti i cantieri edili, un passaggio importante per l’economia locale, per scongiurare che l’emergenza economica si aggiunga a quella sanitaria. Eppure – fa notare Silenzi – i nodi da sciogliere per le imprese nell’applicare il protocollo sono tanti: ad esempio, il rilevamento della temperatura da parte del datore di lavoro a dipendenti che si trovano su diversi cantieri. Oppure nella calzatura, dove non sarà semplice usare i guanti quando si ha a che fare con colle ed adesivi. L’applicazione del protocollo sarà complessa e soprattutto onerosa per le imprese”.
Massimiliano Felicioni, responsabile dell’Area Ambiente e Sicurezza di Cna Servizi Imprese, evidenzia come “alcuni accorgimenti sembrerebbero impossibili da attuare. Che dire degli idraulici, elettricisti e tutti i piccoli riparatori domestici e delle quantità di dispositivi di protezione necessari per lavorare in sicurezza? Dopo ogni manutenzione svolta in azienda o civile abitazione, bisogna cambiarli, gettare tutto ciò che potrebbe essere potenzialmente contaminato, sanificare gli strumenti e indossare nuovi dispositivi. Tante le difficoltà anche per i commercianti – prosegue Felicioni – visto che nei negozi si entrerà uno per volta per ogni 40 metri quadrati di superficie disponibile, questo comporterà una riduzione di clienti, di incassi e quindi una minor necessità di personale. Ad oggi sono tanti anche i dubbi sulle modalità relative alla prova di abiti, occhiali o scarpe”. Felicioni chiude la carrellata di esempi con gli autoriparatori: “Prima di entrare nell’auto del cliente per effettuare una riparazione, la dovrebbero anche sanificare: chi pagherà questo ulteriore costo?” .
Per aiutare le imprese a districarsi tra la complessità delle norme, le Cna di Fermo e Macerata hanno avviato da due settimane una serie di videoconferenze gratuite sulla piattaforma Zoom, che proseguiranno nei prossimi giorni con il seguente calendario: 5 maggio ore 18 “I protocolli di sicurezza per gli autoriparatori”, 7 maggio ore 18 “L’opportunità del Crowdfunding per le imprese”, 8 maggio ore 19 “Consigli per la riorganizzazione aziendale e il rilancio”, 12 maggio (segue) ore 18 “Social Media Marketing e vendite on-line per combattere la crisi”, 14 maggio ore 18 “L’efficacia del Marketing del Passaparola”. Inoltre le Cna di Fermo e Macerata hanno predisposto la pagina ‘Ripartiamo in Sicurezza!’, presente sui siti istituzionali delle due territoriali, che contiene tutte le informazioni e i riferimenti delle aziende convenzionate con Cna. Gli esperti del Dipartimento Ambiente e Sicurezza di Cna sono a disposizione per seguire le aziende nel riavvio delle attività.
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