di Maria Vittoria Mori
Interazione tra diabete e Covid19, importanza della ricerca scientifica, trattamento di patologie come l’obesità e il sovrappeso. Sono solo alcuni dei temi trattati dal dottor Paolo Foglini, già direttore dell’unità operativa di diabetologia, malattie metaboliche e nutrizione clinica dell’ospedale Murri di Fermo ed oggi punto di riferimento per queste patologie all’interno del Centro Diagnostico La Fenice di Porto Sant’Elpidio. La struttura sanitaria elpidiense vede proprio nel fattore umano e professionale uno dei suoi punti forza e da qui la scelta del dottor Foglini come referente per due patologie quanto mai diffuse tra la popolazione come il diabete e le problematiche relative all’obesità e al sovrappeso.
EMERGENZA COVID19, IN PRIMA LINEA PER GARANTIRE LE PRESTAZIONI IN SICUREZZA
In questi mesi di emergenza il centro La Fenice non si è mai fermato, garantendo il massimo della sicurezza in materia di prevenzione, sanificazione e tutela di clienti e del personale. A spiegare come è stata affrontata la fase critica emergenziale è il dottor Alberto Gagliardi, responsabile comunicazione: “Ci siamo adeguati. Sappiamo benissimo che una struttura sanitaria privata ha l’obbligo e il compito di continuare a fornire l’erogazione di servizi. Siamo costantemente rimasti aperti, durante il lockdown abbiamo ridotto semplicemente l’orario, ora ripristinato ormai da due settimane. Un percorso di sicurezza che La Fenice ha voluto fortemente con un importante investimento per il personale e i suoi clienti. Ci siamo subito adoperati per la tutela della salute dei pazienti che entravano al centro e per i nostri operatori, tutti forniti di dispositivi di protezione personale certificati. Non abbiamo guardato all’economia ma alla tutela di tutti: operatori e pazienti che entravano. Disinfettanti, guanti e mascherine per i pazienti, tute e visiere per il personale. Questo impegno ha permesso a tutti di continuare a lavorare o ad usufruire delle prestazioni con tranquillità. Abbiamo anche acquistato ozonificatori per sanificare quotidianamente i luoghi dove si svolge l’attività del centro. Tutto viene sanificato ogni giorno e dopo ogni prestazione sia in ambulatorio che nella fisioterapia o diagnostica viene tutto disinfettato”.
Un’attenzione che va anche a quelle che sono le difficoltà economiche: “Ci siamo sentiti in obbligo morale di andare incontro alla cittadinanza. Fare medicina privata oggi è molto impegnativo, dobbiamo ricordare che pur essendo un’azienda non abbiamo lo scopo del solo profitto ma una responsabilità che riguarda la salute dei nostri pazienti. Ricopriamo dunque un ruolo sociale. Abbiamo voluto applicare uno sconto etico del 15% del tariffario per tutti i pazienti che dovranno eseguire prestazioni diagnostiche: risonanza magnetica, radiologia, ecografia, mammografia 3d, diagnostica oculare e la topografia corneale e la Moc. In uno sconto etico la percentuale di sconto andrebbe devoluta ad una Onlus o realtà associativa, noi abbiamo deciso di rigirare questa quota direttamente al paziente in modo da pagare meno la prestazione. Ci siamo sentiti moralmente obbligati ad andare incontro a tanta popolazione che in questo momento sta attraversando un periodo non semplice”.
L’ESPERIENZA DEL DOTTOR FOGLINI: DIABETE E CORONAVIRUS TRA RICERCA E INTERAZIONI
Punto forza del centro La Fenice, oltre alla tecnologia avanzatissima, resta il personale. Un esempio su tutti è quello del dottor Paolo Foglini. Tra i servizi offerti quello relativo alla diagnosi e trattamento di patologie oggi quanto mai diffuse come il diabete. Quali sono i potenziali rischi di una eventuale interazione con il virus Covid19? A rispondere è lo stesso dottor Foglini: “In questo momento è la domanda che tutti ci pongono. Il diabetico di tipo 2 ha pagato un grosso tributo in termini di sofferenze e mortalità nell’ambito di questo virus. C’è però un distinguo da fare e forse anche una piccola ventata di ottimismo che ha sorpreso i diabetologi di tutto il mondo e che adesso è oggetto di studio della società scientifiche. Il diabetico complicato, con il Covid paga un grosso tributo di mortalità. Il dato sorprendente è che non è la stessa cosa per il diabetico compensato. Va chiarito che quando parliamo di questa patologia c’è una galassia di malattie. La classificazione più semplice è tra diabete di tipo 2, che è quello della maturità, collegato all’obesità, che viene curato con terapia non insulinica ed è il più frequente e poi c’è quello di tipo 1 curato invece con terapia insulinica. Quello di tipo 2 colpisce un’età più avanzata e sta pagando il tributo di mortalità più elevato. C’è una particolarità. La terapia del Covid è più difficile nel diabete di tipo 2. L’esito purtroppo è più negativo ma nel diabete ben compensato paradossalmente la mortalità sembra che sia minore. Un dato su cui le società scientifiche stanno riflettendo. Da qualche parte è stata fornita l’ipotesi che gli inibitori della gliptine sembra possano avere una competizione con l’agente Covid 19 nell’ambito dei recessori polmonari. Questo sta suggerendo la possibilità di nuove terapie usando anche i farmaci per il diabete. Siamo in una fase di progettazione e studio ma si sta lavorando in questo senso come nuovo armamentario terapeutico”.
COMBATTERE L’OBESITA’ CON UNA TERAPIA MEDICA: NO AL FAI DA TE
Non solo diabete. Tra le altre specializzazioni del dottor Foglini, che tra l’altro è componente del laboratorio piceno per la dieta Mediterranea, c’è il trattamento dell’obesità e del sovrappeso. In questo caso l’invito è quello di non affidarsi mai al fai da te: “Siamo di fronte a percorsi medici che devono essere seguiti da specialisti – ha spiegato il dottor Foglini – non dobbiamo lasciare spazio all’improvvisazione perché in alcuni casi le conseguenze potrebbero anche essere serie. Ogni caso è diverso dall’altro e deve essere studiato, valutato. Ci sono aspetti metabolici e clinici di cui tenere conto in termini di salute. Anche l’obesità è un fattore di rischio per il Covid molto importante C’è la possibilità di un approccio serio, mirato all’obesità, anche in termini relativamente veloci, ma non bisogna certo fidarsi di presunti percorsi miracolosi che non esistono. Intervenire modificando le abitudini alimentari, lo stile di vita è possibile, con la consapevolezza che siamo di fronte ad una terapia medica e va gestita in maniera professionale.”
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