La mappa delle rilevazioni effettuate da Goletta Verde
Tutti entro i limiti di legge i punti campionati sulla costa delle Marche. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare. È questa in sintesi una fotografia scattata lungo le coste delle Marche da un team di tecnici e volontari di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane.
Volontarie di Legambiente al lavoro per i prelievi
I risultati del monitoraggio sono stati presentati nel corso di una diretta Facebook da Legambiente Marche. Per la prima volta quest’anno, la 34esima campagna ambientalista non ha seguito il classico itinerario coast to coast a bordo dell’imbarcazione, che si è presa una piccola pausa nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia. «Il monitoraggio – spiega Legambiente – non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta». I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
In provincia di Fermo è stato campionato il punto in spiaggia presso la foce fosso dell’Albero a Porto Sant’Elpidio e il punto sulla foce del torrente Valloscura sul Lido di Fermo.
«Nonostante i monitoraggi di questa edizione abbiano dato risultati entro i limiti di legge, non possiamo permetterci di abbassare la guardia – commenta Marco Ciarulli, direttore di Legambiente Marche – il ritardo nella partenza della stagione balneare e la lenta ripresa dopo il lockdown rappresentano condizioni di contesto molto differenti dagli scorsi anni. Non possiamo dimenticare che la Regione Marche, da 13 anni, viola palesemente le norme europee in materia di raccolta o trattamento delle acque reflue urbane. Riteniamo più che mai urgenti i lavori di adeguamento del sistema di depurazione per tutelare i nostri corsi d’acqua, il nostro mare e aprire nuove possibilità di sana valorizzazione del nostro territorio».
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