di redazione CF
La buona notizia, innanzitutto. In queste ore dall’ospedale Murri di Fermo è stato dimesso l’ultimo paziente risultato positivo al Coronavirus. Nelle ultime settimane, dopo la prima fase di ‘Covid-free’ il Murri era stato chiamato a riaprire le sue porte, nello specifico quelle del reparto di Malattie infettive, per nuovi casi positivi, quattro in totale. Ma poi, con le progressive dimissioni, si arriva ad oggi con il nosocomio fermano che torna ad essere Covid-free, per la seconda volta. Una notizia che fa sorridere il direttore di Area vasta 4, Licio Livini. Ma il suo è un sorriso a mezza bocca. Ovviamente. Sì perché Livini e tutta la sanità fermana, come quella su scala nazionale, sanno bene che l’emergenza da Coronavirus è tutt’altro che tramontata. E anzi, ora sorgono nuove incognite per i camici bianchi e, più in generale per tutto il personale sanitario da mesi in prima linea per contrastare la diffusione del virus.
“Certo, tornare ad avere un ospedale Covid free ci fa indubbiamente felici – il commento, a caldo, del direttore Livini – ma non posso negare di essere preoccupato, e con me la struttura sanitaria, per i rientri dei vacanzieri. Siamo già al lavoro per predisporre tutte le misure necessarie per i controlli”. Proprio ieri dall’Area vasta 4, infatti, con il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Giuseppe Ciarrocchi, hanno fatto sapere che “chi rientra da un soggiorno all’estero come Spagna, Croazia, Grecia e Malta deve inviare una mail di segnalazione a vaccinazioni.av4@sanita.marche.it, comunicando dati anagrafici e recapito telefonico – le parole di Ciarrocchi – Gli stessi debbono essere posti in isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora fino all’esito negativo del tampone, che deve essere effettuato entro 48 ore dall’ingresso in Italia. Il tampone può essere eseguito anche presso i laboratori privati accreditati con impegnativa rossa esenzione P01”. Ma non finisce qui. “Sì perché – aggiunge il direttore Av4, Livini – siamo anche al lavoro per organizzare i tamponi per tutto il personale scolastico, tra insegnanti e Ata, prima della riapertura delle scuole. Parliamo di un migliaio di persone, orientativamente. Compiti che si fanno sempre più ardui ma noi siamo qui e non molliamo”.
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