di Leonardo Nevischi
Aspre critiche sul nuovo ospedale di Fermo. Sono quelle arrivate questa mattina da Pasquale Zacheo e Giambattista Catalini in conferenza stampa. A loro dire, infatti, l’infrastruttura “non verrà realizzata perché mancano i soldi e, comunque sia, prima dovrà essere venduto il vecchio Murri”.
I due consiglieri uscenti, nonché componenti della quarta commissione per le concessioni dei nuovi ospedali, svelano tutta la cronistoria di una vicenda “portata avanti da Cesetti, Ceriscioli e Calcinaro”.
«Durante le passate elezioni – esordisce il capogruppo dell’opposizione Pasquale Zacheo – è nata un’intesa tra me e Giambattista Catalini: noi avevamo avuto modo di apprezzare reciprocamente le qualità l’uno dell’altro e nell’ultima settimana avevamo deciso che se fossimo arrivati entrambi al ballottaggio avremmo voluto far parlare di Fermo in quanto entrambi avremmo fatto una conferenza stampa all’indomani rinunciando al ballottaggio ed indicando reciprocamente l’altro come sindaco, riconoscendo così le qualità della persona a prescindere dalla poltrona. Così non è stato, tuttavia nel tempo è cresciuta questa intesa e tra i tanti aspetti comunali abbiamo guardato con molta attenzione quello dell’ospedale. Avevamo insistito che fosse Giambattista il presidente della quarta commissione ma purtroppo ne è stato impedito l’inizio dei lavori. La quarta commissione in cinque anni non è mai stata messa nelle condizioni di operare e di vigilare su quello che stava accadendo. Dopo una serie di constatazioni ciò ci ha portato, negli ultimi mesi, ad incrociare diversi dati ed arrivare a delle conclusioni alquanto clamorose che riguardano la costruzione del nuovo ospedale».
“Sostanzialmente – seguita Zacheo – quando Cesetti, Ceriscioli ed il novizio Calcinaro preannunciavano che c’erano 70 milioni di euro inseriti sul bilancio 2016/18, nello stesso bilancio della Regione era invece inserito, da quanto ci risulta, solo l’importo di 36.938.680,19 euro, ovvero quello stanziato dallo Stato, da cui mancavano già due milioni dai circa 39 milioni previsti dall’Accordo di programma. Ovvero mancava del tutto l’importo di competenza regionale.
Adesso hanno detto che i lavori sono partiti, ma in realtà come si vede dal cartello affisso sul cantiere dell’ospedale si può constatare che non si tratta di lavori dell’edficazione del nuovo ospedale ma di opere di viabilità ed anche qui c’è qualcosa che non torna da parte dei nostri rappresentanti regionali perché l’11 novembre 2019 avevano comunicato alla stampa che la Regione aveva stanziato 11 milioni di euro per le opere di viabilità dell’ospedale, ma la Regione non ha mai postato nulla e i soldi sono stati utilizzati per le strutture di altre province (Salesi di Ancona e ospedale di Pesaro) e gli 11 milioni sono arrivati sotto il governo Gentiloni dalla delibera Cipe del 2017, quindi un anno dopo il preannunciato termine delle operazioni, proprio per i lavori di viabilità e di adeguamento dell’adduzione per l’ospedale di Fermo.
Detto ciò, anche ad essere fiduciosi, l’ospedale non potrà vedersi ultimato prima del 2025/2026. Questo perché presumibilmente in vista delle elezioni, i due personaggi regionali hanno persino tentato un ultimo colpo di fioretto, prevedendo in bilancio un contributo della Regione di 30 milioni di euro. Tuttavia solo dal 2022, peraltro ricorrendo, contrariamente a quanto previsto dagli impegni assunti, ad un ipotetico indebitamento, un prestito, subordinato alle future possibilità di bilancio.
In sintesi, solo se fra due anni (2022) le condizioni di bilancio dovessero consentire un ulteriore indebitamento attraverso un prestito, si potrà dare corso al finanziamento del nuovo Ospedale. Ma già se si considerano le conseguenze negative generate dal Covid-19 per i prossimi anni, si intuisce chiaramente che i fondi rimarranno con ogni probabilità una mera utopia”.
«Una chicca emersa durante quest’attività esplorativa riguarda i fondi postati dalla regione – sottolinea Zacheo con documentazione alla mano, la quale nei prossimi giorni sarà fornita anche a Francesco Acquaroli, candidato presidente alla regione che era presente al porto di Porto San Giorgio per un differente impegno – I 30 milioni che doveva postare la regione dovevano derivare, come previsto da legge regionale, dall’alienazione di beni della regione, tra cui l’ospedale di Fermo, il Lancisi, il Salesi, l’ospedale Montagnola di Ancona, l’ex ospedaletto dei Bambini di Fano, l’ospedale San Benvenuto e Rocco di Osimo, l’ex Ospedale Muzio Gallo di Osimo ed il presidio Crass di Ancona. Tra l’altro la giunta regionale sotto la presidenza di Spacca aveva stabilito le disposizioni concernenti l’alienazione di detti beni immobili, individuando anche i responsabili dei singoli adempimenti di competenza regionale, nonché i referenti delle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale per l’alienazione dei beni immobili delle stesse aziende ed enti. Dunque il ricavato delle alienazioni, compresa quella dell’Ospedale di Fermo, costituisce presupposto indispensabile per la realizzazione degli investimenti sanitari contenuti nell’Accordo di Programma. Questo è un ulteriore elemento che deve far riflettere in vista dell’ultimazione dei lavori, perché se si dovrà alienare l’ospedale è chiaro che il potenziale acquirente vorrà sapere che fine farà quella struttura perché non la acquisterà a scatola chiusa. Quindi tra passaggi in consiglio comunale per la destinazione d’uso prima della vendita, l’alienazione, la posta sul bilancio e la gara d’appalto per la variante, di quanto si prolungheranno i tempi? In tale contesto, anche volendo prescindere dall’alienazione dell’attuale Ospedale, appare di certo impossibile stabilire una tempistica per la realizzazione del nuovo Ospedale, essendo quantomeno necessari diversi anni a partire dal 2022, tra ipotetico reperimento risorse, stanziamento e lavori».
Anche Giambattista Catalini si fa sentire: «Le persone sono sopra la politica e sopra i partiti e sebbene rappresentiamo i due ex candidati sindaco per centrosinistra e centrodestra, abbiamo deciso di redigere insieme questo report sulla costruzione del nuovo nosocomio. Se questi dati li abbiamo potuti reperire facilmente noi, chi gestiva la città e la provincia, poteva non sapere? La provincia di Fermo è stata penalizzata dalla gestione politica di chi ancora oggi si sta ricandidando. Ad oggi è sconcertante scoprire che i fondi per la costruzione del nuovo ospedale ci saranno solo dopo aver venduto quello vecchio. Nutro forti dubbi su chi possa comprare il Murri».
«Io e Pasquale Zacheo abbiamo chiesto a più riprese le carte relative al nuovo ospedale al sindaco Calcinaro – chiosa Catalini – ma non ci sono mai state date. In cinque anni la quarta commissione non è mai stata messa nelle condizioni di operare. Basti pensare che il vicepresidente Daniele Iacopini si è dimesso e dall’attuale maggioranza non è stato mai nominato un sostituto e io non ho rischiato di convocare la quarta commissione perché altrimenti, essendo io in minoranza, si sarebbe potuti arrivare alla decisione di scioglierla. Così alla fine ho preferito che esistesse sebbene non ho avuto il sostituto vicepresidente e la documentazione relativa all’ospedale che dovrà nascere a Campiglione”.
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