di Giorgio Fedeli
“Certo, inutile negarlo, la preoccupazione per il Coronavirus c’è, anzi resta, anche se i casi che al momento abbiamo nel Fermano non sono allarmanti”. E’ schietto il direttore di Area vasta 4, Licio Livini nel commentare i quattro nuovi casi di positività al Covid19 registrati nelle ultime ore proprio nel Fermano: un’anziana in una casa di cura privata, due di rientro dall’estero e uno a cui è stata riscontrata la positività prima dell’accesso al pronto soccorso del Murri di Fermo. Una notizia, quella della positività di un’ospite di una residenza protetta per anziani di Sant’Elpidio a Mare, seguita da uno strascico negativo con il direttore Livini ad annunciare: “Ci risulta un numero elevato di positivi al Covid in quella struttura privata“.
Per ciò che riguarda il nosocomio fermano, attualmente, sono ricoverate per Coronavirus quattro persone, tutte nel reparto di Malattie infettive, mentre sul territorio, di persone ancora non guarite definitivamente dal virus, insomma che risultano ancora positive, ne sono oltre 60. A proposito di ospedale, il piano di rimodulazione della struttura, in caso di una nuova ondata della pandemia, è pronto: “Ma al momento, numeri alla mano – spiega Livini – non vi è la necessità di riattivarlo. Noi, comunque, siamo pronti. Speriamo certamente di non dovervi ricorrere. Stiamo facendo un gran lavoro di prevenzione con un’ottima sinergia tra medici di medicina generale, Distretto, Dipartimento di Prevenzione e Usca. Assistiamo le persone direttamente nei rispettivi domicili. Quindi l’ospedale lo consideriamo come l’ultimo baluardo. Per noi è fondamentale il lavoro sul territorio, questo è il nostro principale obiettivo. Certo, si diceva, resta la preoccupazione per il ripresentarsi di nuovi casi e veniamo fuori da un periodo davvero difficile. Ma il lavoro sul territorio, tra Distretto, Dipartimento di Prevenzione, medici di base e Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) è incessante, filtrando ogni situazione sospetta.
Anche il Dipartimento di Prevenzione sta facendo un grande lavoro con indagini puntuali. Stesso dicasi per i laboratori, tra il nostro e quello zooprofilattico: basti dire che riescono a esaminare oltre 300 campioni al giorno. E questo per noi è un grandissimo aiuto. Tutto ciò rappresenta una rete che, molto probabilmente, saremo giocoforza costretti a mettere a sistema”.
Ma oggi alle preoccupazioni per un Coronavirus che non molla la presa, si aggiungono quelle sul tasso di incidenza, ancora un’incognita anche per i camici bianchi, della prossima influenza di stagione. Sale sulle ferite, insomma. “Sappiamo anche questo – replica il direttore Av4 – ma voglio raccomandarmi con tutti coloro che possono vaccinarsi, o meglio, che è opportuno che si vaccinino, a loro mi rivolgo: fatelo. Parlo soprattutto di categorie a rischio, anziani, e da quest’anno anche di bambini da zero a sei anni. Abbiamo raddoppiato le dosi. Quest’anno avremo a disposizione circa 42mila vaccini. E se tutti coloro che possono, si vaccineranno, oltre alle evidenti conseguenze sulla salute degli interessati, potremo anche avere a monte una prima, fondamentale, scrematura tra Covid e influenza nei pazienti da esaminare, anche perché i sintomi sono grossomodo gli stessi”.
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