di Alberto Bignami e Martina Marinangeli
“Sanità e terremoto sono i temi che hanno fatto perdere al centrosinistra la presidenza della Regione”. A dirlo il candidato presidente sconfitto Maurizio Mangialardi che, commenta a caldo la sconfitta dalla sede elettorale all’hotel Passetto, con un mea culpa o meglio un j’accuse nei confronti dei suoi predecessori: «Sapevo che la missione era veramente complicata. Partivamo da un meno 20 delle Europee, ovviamente il centrosinistra ce l’ha messa tutta. Ce l’ho messa tutta io, non ho lasciato niente di intentato ma ci sono troppe cose che abbiamo fatto difficoltà a far transitare. Penso alla crisi economica, al fallimento della nostra banca, il terremoto, la gestione complicata da parte nostra anche della sanità». In particolare su sisma e sanità insiste: «Sono state il jingle che mi sono sentito ripetere ogni volta che ho incontrato qualcuno da convincere. Sono state raccontate male e non ho avuto la possibilità di far comprendere». Poi al Movimento 5 Stelle: «Il mancato accordo per protagonismo anche personale del Movimento 5 stelle hanno segnato nello spirito collettivo il risultato, se avessimo fatto quel tipo di percorso, oggi avremo scritto un altra pagina». Freddi i complimenti al vincitore Francesco Acquaroli: «Finora non l’ho visto, ho visto solo il menù di Salvini, ora spero che lo vedremo all’opera. Certo questo voto è un segnale forte di discontinuità ma noi avevamo un progetto vero e approfondito. Acquaroli avrà un’opposizione sicuramente competente. Saremo vigili. Arrivano le risorse del Recovery Fund e del Mes. Domani è un altro giorno per le Marche».
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Né medaglia d’oro, né d’argento. A tracciare un bilancio sui primi risultati alle urne sono gli aspiranti governatori che si sono piazzati dal terzo posto in giù. Quelli cioè che non entreranno in Consiglio regionale di default, ma solo se raggiungeranno il numero necessario di preferenze come candidati consiglieri.
A partire da Gian Mario Mercorelli del Movimento 5 stelle, che parte da un’analisi sul referendum: «il M5s si conferma una forza di governo capace di interpretare la volontà degli italiani». Sulle Regionali, invece, «con il centrosinistra sarebbe stata una costruzione di buon senso, sono stati loro a non volerla. La sinistra voleva comandare senza discutere di nulla, noi l’avvicinamento l’abbiamo fatto. Perciò non ho nessun pentimento sulla mancata alleanza. Peraltro, se le proiezioni venissero confermate, vorrebbe dire che il Pd è sotto terra da un bel pezzo».
Per Roberto Mancini, alla guida di Dipende da noi, «c’era delusione per il modo di governare di Ceriscioli: avevamo proposto una coalizione, ma purché ci fosse una svolta reale. C’erano in campo candidature civiche come quella dell’ex rettore Sauro Longhi, ma l’insistenza di voler proporre la stessa linea di approccio era destinata ad una sconfitta pesante.
Da parte dei marchigiani c’è stata una risposta significativa, segno che il nostro progetto è stato capito. Il nostro punto debole, in quanto movimento giovane, è stato il non essere capillare sul territorio, dunque dovremo approntare un’organizzazione più articolata. Dobbiamo radicarci nei gruppi comunali e, in prospettiva, ridefinire l’idea di schieramento ampio. Il centrosinistra deve rinnovarsi completamente, altrimenti non c’è futuro. La responsabilità del risultato risale al modo di governare da almeno tre giunte e dalle dirigenze dei partiti: non lo metterei sulle spalle di Mangialardi».
Anna Rita Iannetti ha fatto un discorso più ampio, sottolineando come il Movimento 3V «porti avanti un discorso di salutogenesi, un tema poco comune e sconosciuto al grande popolo. Resto nelle Marche se me ne darete l’opportunità: comunque faccio corsi di formazione in tutta Italia. Molte persone hanno manifestato volontà di fare campagna elettorale per me, ma i temi sono poco conosciuti perché c’è censura ed il tempo per farli conoscere è stato troppo poco».
Segue l’intervento di Alessandra Contigiani, che lamenta un trattamento impari: «ci hanno messo i bastoni tra le ruote. Comunque, è la prima volta che ci candidiamo e speriamo in un risultato più numeroso in futuro. I nostri militanti sono allenati a pazienza e perseveranza perché credono nei nostri valori: niente ci fermerà nell’intento di portare avanti la nostra campagna e per vedere i frutti ci vuole tempo.
Nelle Marche siamo partiti da zero, con l’aiuto di poche persone ma molto convinte. Anche Lega e Movimento 5 stelle sono partiti dallo zero virgola. Nel 2021 ci presenteremo a Roma».
Chiude il cerchio Sabrina Banzato, candidata di Vox Italia, secondo cui «c’è forte volontà da parte dei cittadini di cambiare. La vittoria del centrodestra è una risposta reattiva, anche se non è una vera e propria alternanza. È comunque una risposta e sistema malato. Siamo nati lo scorso anno ed essere riusciti a presentarci, nonostante i primi mesi dell’anno con il lockdown ed una campagna elettorale difficile, è stato un risultato straordinario. Abbiamo chiesto a partiti minori di unirsi a noi, ma i tempi erano troppo stretti. È comunque l’avvio di qualcosa di importante: saremo presenti nei Comuni ed a livello nazionale, nei prossimi mesi avremo anche risultati maggiori».
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