di Andrea Braconi
Dieci anni fa, esattamente l’8 ottobre 2010, veniva emanata la legge 170 che introdusse le cosiddette “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”.
“Si tratta di una legge innovativa ed etica, ancora oggi imprescindibile punto di riferimento per chi, a diverso titolo, si confronta con i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)” è il commento di Valentina Giostra, pedagogista-clinico e titolare de ‘L’angolotondo’, un centro diagnostico-riabilitativo per Disturbi Specifici dell’Apprendimento con sede a Fermo.
Una legge, la 170, che, dopo aver riconosciuto e definito i diversi disturbi specifici di apprendimento, ha voluto tutelare il diritto all’istruzione degli alunni e degli studenti che ne sono portatori e favorire la buona riuscita del loro percorso scolastico. “A questo scopo, ha, tra le altre cose, chiamato gli insegnanti a svolgere un ruolo attivo nella ‘identificazione precoce’ del disturbo, a partire dalla scuola dell’infanzia; ha promosso un funzionale collegamento tra la scuola, la famiglia e i servizi sanitari; ha disposto l’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico, misure educative e didattiche di supporto. Molto probabilmente, vanno ricondotte soprattutto a questo cambio di marcia normativo e, insieme, culturale le risultanze di una valutazione statistica diffusa dal MIUR, secondo la quale, proprio negli ultimi anni, il numero di alunni con DSA sul totale dei frequentanti è costantemente cresciuto ed è passato dallo 0,7% del 2010/2011 al 3,2% del 2017/2018. E non dovrebbero ancora essere percentuali definitive, visto che le diagnosi, pur se aumentate nettamente dopo la Legge 170/2010, ancora non coprono il 100% della popolazione scolastica totale. Non sono, dunque, aumentati i casi, ma soltanto la capacità e la sensibilità nell’individuarli”.
Cosa si intende per DSA dal punto di vista clinico?
“I DSA sono disturbi che interessano una o più delle abilità specifiche, necessarie per apprendere: l’abilità di lettura, di scrittura e di calcolo. Parleremo allora di Dislessia in presenza di difficoltà di lettura, di Disgrafia e Disortografia per indicare difficoltà di scrittura, di Discalculia, per riferirci alla difficoltà di calcolo. Questi disturbi, si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali. Non sono conseguenti a traumi, blocchi educativi, psicologici, relazionali, a mancanza di opportunità di apprendimento, a disturbi dello sviluppo intellettivo o a malattie cerebrali acquisite. Secondo gli studi attualmente più accreditati, si tratterebbe di un disturbo di origine neurobiologica che si manifesta in età evolutiva, quando emerge la difficoltà del bambino a sviluppare una capacità che per gli altri invece diventa progressivamente un automatismo. Quando parliamo di DSA, parliamo di sviluppo neurologico atipico o di neurodiversità, di caratteristiche individuali e non di patologia. Una persona con DSA, pur avendo capacità intellettive adeguate per la sua età, spesso anche superiori, apprende con maggiori difficoltà e a ritmo più lento dei suoi coetanei a causa di stili di apprendimento non comuni e di altre caratteristiche cognitive specifiche, che è invece importante riconoscere per predisporre una didattica personalizzata ed efficace. Tra l’altro, le metodologie didattiche adatte per i bambini con DSA sono valide per ogni bambino, e non viceversa. Vale la pena ricordare che si tratta di un disturbo ‘modificabile attraverso interventi mirati’, un disturbo che, se adeguatamente trattato, può essere controbilanciato, anche se non eliminato. Una diagnosi tempestiva e un intervento immediato, possono non solo migliorare la prognosi, ma anche prevenire e contenere quelle che sono in generale ripercussioni negative: costante frustrazione, scarsa autostima, disturbi dell’umore, disturbi della condotta, disturbo dell’attenzione e iperattività, scarsa motivazione, insuccesso e abbandono scolastico.”
Quali sono gli indicatori per ipotizzare che il bambino è un potenziale DSA?
“Anche se la diagnosi di DSA può essere formulata con certezza solo alla fine della seconda classe della scuola primaria, è importante – grazie ad una attenta osservazione da parte degli insegnanti e dei genitori – intercettare precocemente le possibili difficoltà di apprendimento e riconoscere segnali predittivi già nella scuola dell’infanzia. Nella fase prescolastica, andrebbe attenzionato il bambino che confonde suoni, non completa le frasi, utilizza parole non adeguate al contesto o le sostituisce, omette fonemi o parti di parole, sostituisce suoni, lettere (p/b…) e ha un’espressione linguistica inadeguata. Un bambino che evidenzia queste caratteristiche, può essere impacciato, avere poca abilità nella manualità fine, non saper riconoscere la destra e la sinistra o avere difficoltà in compiti di memoria a breve termine, ad imparare filastrocche, a giocare con le parole. Successivamente, nella scuola primaria, per ipotizzare la presenza di DSA, dovremmo trovarci in presenza di un bambino che fa ancora confusione tra destra e sinistra, che manifesta difficoltà nel memorizzare di sequenze di giorni della settimana, mesi, stagioni, alfabeto; che fa confusione tra le lettere graficamente simili (b,d/q,p,); che perde facilmente il segno quando si legge; che scrive legando le parole o al contrario staccandole tra loro in modo errato; che compie numerosi errori ortografici; che fa una eccessiva fatica nel calcolo rapido e nelle tabelline, come pure nell’esecuzione di calcoli in colonna, nonostante l’abilità di ragionamento logico sia adeguato. Nella scuola secondaria di primo grado, in genere si realizza un certo miglioramento della rapidità e della correttezza della lettura, ma si assiste di solito ad un peggioramento dell’andamento scolastico legato ad aumento della discrepanza fra richieste e prestazioni. Per gli insegnanti della scuola primaria infatti nella lettura la decodifica è di importanza prioritaria, per gli insegnanti della secondaria è invece fondamentale la comprensione del testo, perché solo attraverso essa si realizza lo studio. L’aumento progressivo del carico di lavoro e della complessità dei testi da leggere complica notevolmente l’iter scolastico fino a renderlo a volte impossibile se non vengono utilizzati nella didattica e nello studio strumenti i e misure che, senza sminuire i contenuti, semplifichino l’accesso al testo, riducano il carico di lavoro e consentano i tempi di applicazione necessari. Occorre tener presente tuttavia, che nessun indicatore di rischio isolato è in grado di consentire una previsione certa della futura comparsa di un DSA. La diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento spetta infatti ad una équipe specificatamente designata, a cui il bambino dovrebbe essere inviato da parte della scuola, dopo averlo concordato con la famiglia.”
Chi può rilasciare la diagnosi e la certificazione di DSA?
“Per ‘diagnosi’ si intende un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo. Per ‘certificazione’ si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato di avvalersi delle misure e dei diritti previsti dalla Legge 170/2010. Solo le strutture sanitarie pubbliche (UMEE) e i soggetti privati accreditati – come ‘L’angolotondo’ – sono autorizzati a rilasciare la diagnosi e la certificazione di DSA, secondo le procedure disciplinate dalla stessa Legge 170/2010 e dalla normativa di riferimento.”
Quali attività svolge il Centro?
“Il centro ‘L’angolotondo’ è una struttura sanitaria ad alta specializzazione in neuro-psico-pedagogia dello sviluppo, rivolto prevalentemente a soggetti in età evolutiva e alle loro famiglie, autorizzata ed accreditata dalla Regione Marche per svolgere attività di diagnosi e di certificazione dei Disturbi Specifici dell’apprendimento.
Effettua:
– attività di valutazione, di diagnosi e di riabilitazione dei disturbi specifici dell’apprendimento e – attività di accertamento e di trattamento delle condizioni che possono determinare bisogni educativi speciali in ambito scolastico (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia, deficit/disturbi del linguaggio, disturbi cognitivi, deficit/disturbi delle abilità non verbali, deficit/disturbi della coordinazione motoria, ADHD–deficit di attenzione e iperattività, difficoltà di memoria), con rilascio – laddove previsto – della certificazione ai sensi e per gli effetti della legge 170/2010;
– interventi specialistici per il contrasto e per il trattamento del disagio psicocomportamentale giovanile e dei disturbi psicopatologici nell’infanzia e nell’adolescenza (svantaggio sociale, culturale e linguistico; disabilità intellettive; disturbi comportamentali; disturbi emozionali, d’ansia e depressivi);
– interventi per il sostegno della funzione educativa e delle modalità relazionali degli adulti.
I servizi vengono erogati secondo il modello di presa in carico globale della persona e della sua famiglia, che prevede l’intervento specialistico integrato di un’equipe multidisciplinare composta da: pediatra, responsabile sanitario, neuropsichiatra infantile, psichiatra (per persone adulte, 3 psicologi psicoterapeuti, 2 logopedisti, neuropsicomotricista, pedagogista, pedagogista clinico).”
E quali prestazioni ambulatoriali offre?
“Valutazioni cliniche specialistiche (neuropsichiatrica, psichiatrica, pediatrica, psicologica, pedagogico-clinica, logopedia, neuropsicomotoria); indagini psicodiagnostiche; farmacoterapie; consulenze neuropsichiatrica, psichiatrica, pediatrica, psicologica, pedagogico-clinica, logopedica, neuro psicomotoria. E poi diversi trattamenti: psicoterapeutico individuale; psicoterapeutico di coppia e/o familiare; psicopedagogico di sostegno alla genitorialità; pedagogico-clinico (psicoeducativo); logopedico individuale o di gruppo; interventi abilitativi/riabilitativi con potenziamento cognitivo (es. Metodo Feuerstein); potenziamento delle funzioni esecutive (es. Metodo Pasat); potenziamento neuropsicologico per difficoltà di comprensione, di attenzione o di memoria. Gli interventi, predisposti e valutati in équipe, tengono conto della necessità di stabilire e di mantenere costanti collegamenti con altri specialisti e servizi eventualmente utili del territorio (medici di medicina generale, operatori del settore materno-infantile, strutture socio-assistenziali, oltreché con l’istituzione scolastica di riferimento per la persona in carico, a favore della quale un operatore dedicato (di regola, il pedagogista clinico) garantirà, senza costi aggiuntivi, consulenza specialistica, contribuendo anche a formulare piani didattici e piani educativi individualizzati.”
Ci sono poi i servizi di supporto.
“Abbiamo doposcuola specialistico individuale e di gruppo anche con l’ausilio di strumenti compensativi (PC, software specifici, mappe concettuali), finalizzato al raggiungimento dell’autonomia nello studio e nello svolgimento dei compiti; reading trainer (trattamento a distanza della dislessia e di altri disturbi dell’apprendimento); servizio di screening; consulenza per insegnanti e per genitori; formulazione di piani didattici personalizzati e di piani educativi individualizzati; doposcuola per bambini della scuola primaria. Infine, ricordo come ogni anno, per tutto il mese di ottobre, il Centro offre gratuitamente consulenze a insegnanti e genitori, su appuntamento.”
INFO
tel. 0734.605451 – 371.33539532
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