di Sandro Renzi
Il nuovo Dpcm firmato ieri sera dal premier Conte delega ai sindaci la facoltà di chiudere al pubblico vie e piazze nelle quali possano verificarsi assembramenti. E’ questa, probabilmente, la novità più rilevante dell’ennesimo decreto anti Covid arrivato a cinque giorni da quello del 13 ottobre e destinato a restare in vigore fino al 13 novembre. Un compromesso, quello a cui si è giunti dopo vertici fiume iniziati addirittura sabato, che di fatto stoppa l’ala rigorista in capo al Pd e scarica sui primi cittadini l’onere di disporre con ordinanze il blocco di piazze e strade dove sostanzialmente si ospita la movida. Il rischio paventato è quello di trovarsi di fronte a “sindaci sceriffi” pronti ad intervenire con carta e penna per arginare gli assembramenti e punire i pubblici esercizi. Loro, i sindaci, che in trincea ci stanno ormai da marzo, non condividono assolutamente lo scarica barile, come lo hanno definito, e chiedono di rivedere il provvedimento.
“Non aver trovato una sintesi tecnico politica sul cosi detto “coprifuoco” scaricando tutto sui sindaci, senza mezzi e senza modi concreti per applicarlo, è inaccettabile. Solo chi non ha alcuna idea di cosa voglia dire amministrare una città di medie dimensioni in Italia può pensare che un sindaco possa adottare e far applicare un provvedimento del genere, specie in un momento come questo. Tra l’altro, come ha confermato il Presidente dell’Anci Decaro, un provvedimento non concertato con la componente degli enti locali negli incontri delle ultime ore. L’appello è quello di un immediato passo indietro su questa parte del Dpcm” Così il Presidente di Ali Marche, Nazareno Franchellucci, nella sua veste anche di sindaco di Porto Sant’Elpidio.
Scettico pure il suo collega di Porto San Giorgio, Nicola Loira. “Come sempre, come per tutto, è scaricata sui sindaci anche la decisione sulla chiusura di una città. Facciamo in modo di tutelare al meglio la nostra salute con grande senso di responsabilità collettiva, senza arrecare alle nostre imprese cittadine un danno più grande di quello che si troveranno a subire in conseguenza delle nuove misure decise dal governo” l’appello lanciato da Loira che invita i cittadini comunque alla prudenza in questa fase “critica” come l”ha definita lo stesso Giuseppe Conte illustrando le nuove misure e lanciando un ultimatum a palestre e piscine perché si adeguino ai protocolli per la sicurezza. Il termine è infatti quello di una settimana, trascorsa la quale, d’intesa con il Cts, potrebbe essere deliberata la loro chiusura fino a nuovo ordine. Nel frattempo a tenere banco è sempre la movida.
Alessio Terrenzi, sindaco di Sant’Elpidio a Mare, invece, la pensa diversamente. Anzi proprio tutto il contrario rispetto ai suoi omologhi di Porto Sant’Elpidio e Porto San Giorgio: “Non vedo dove sia il problema – dice il sindaco di Sant’Elpidio a Mare commentando il Dpcm e le nuove norme anti movida- siamo già abituati ad assumerci le nostre responsabilità e lo faremo anche in questa occasione se si tratta di chiudere una piazza o una via”. Terrenzi ricorda che in piena pandemia giardini e parchi sono stati chiusi per evitare assembramenti ‘e problemi non ci sono stati. Non mi preoccupa adottare ordinanze di chiusura e non vedo nel Dpcm uno scarica barile sui sindaci. Mi comporterò come ho fatto finora. Se una attività non rispetta la norma andrà prima avvisata e poi chiusa se non ottempera’. Insomma per Terrenzi nessuna novità, anzi chiede di poter avere più poteri dal Governo anche nella gestione dell’ordinario oltre che nell’emergenza dettata dal Covid 19. “Quando ci si candida a sindaco si devono assumere tutte le responsabilità, belle e scomode’.
(notizia in aggiornamento)
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