Le Uoc di Medicina Trasfusionale, di Ostetricia e Ginecologia e quella di Pediatria e Neonatologia in questo momento così delicato desiderano ricordare alle future mamme che al momento del parto possono aiutare altri piccoli donando il sangue del cordone ombelicale. “La donazione del cordone ombelicale – spiegano i primari dei tre reparti del Murri, ossia Giuseppina Siracusa, Alberto Maria Scartozzi e Luisa Pieragostini – è un gesto di amore e solidarietà, come sottolinea anche il direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini, che non comporta alcun rischio né per la mamma né per il piccolo.
Perché donare il sangue del cordone ombelicale? Il sangue del cordone ombelicale nei neonati a termine contiene cellule staminali emopoietiche, le stesse che sono presenti nel midollo osseo e che sono utili per un trapianto poiché capaci di dare origine a globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il sangue cordonale rappresenta, perciò, una valida alternativa al midollo osseo per il trapianto da donatore non consanguineo nell’adulto e nel bambino. Ha inoltre il vantaggio di essere prontamente disponibile perché una volta raccolto, è tipizzato con esami di istocompatibilità e studiato per gli esami virologici previsti dalla legge.
In alcune gravi malattie del sangue e del sistema immunitario, il trapianto rappresenta la migliore o addirittura l’unica possibilità di cura, ma due terzi dei pazienti non ha un donatore compatibile tra i fratelli e, pertanto, si rende necessario cercare un donatore non familiare nei registri nazionali di donatori di cellule staminali.
Ogni anno nel mondo circa 15.000 pazienti senza donatore familiare compatibile hanno bisogno di un trapianto di cellule staminali emopoietiche. Un quinto di questi pazienti in lista di attesa è trattato con il sangue del cordone ombelicale compatibile conservato in una delle banche autorizzate.
In accordo con la Società italiana di Neonatologia, il sangue del cordone ombelicale viene raccolto dopo la nascita entro un tempo non inferiore ai 60 secondi dal momento del parto, sia in caso di parto naturale che cesareo, quando il cordone è stato già reciso e sono state prestate tutte le cure necessarie alla madre e al neonato.
Le mamme che frequentano i corsi di preparazione al parto vengono informate durante lo svolgimento degli stessi circa i benefici e le modalità di adesione altrimenti chi desidera donare deve comunicarlo al proprio ginecologo e/o ostetrica. La mamma farà un colloquio, firmerà un apposito modulo di consenso informato e sarà sottoposta a un prelievo di sangue al momento del parto per eseguire gli esami previsti dalla legge, per la sicurezza della donazione e per lo studio della compatibilità. Le future mamme – concludono possono quindi non solo dare la vita al proprio piccolo ma aiutare anche i piccoli di altre mamme“.
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