di redazione CF
“Come sindaci della Provincia di Fermo siamo a rappresentare un tema per noi fondamentale sul territorio. L’ospedale Murri, è cosa risaputa, rappresenta l’unica risorsa sanitaria completa sul territorio dell’intera provincia di Fermo: unico punto di accesso per le prestazioni, le cure, programmate e di urgenza, necessarie ai nostri concittadini. Così nei reparti nelle Unità operative complesse così in chirurgia e terapia intensiva, tra loro legate indissolubilmente dalla presenza del personale della stessa Unità operativa di rianimazione ed anestesia”. Inizia così la lettera, diffusa da un comunicato del Comune di Fermo, di tutti e 40 i sindaci dei Comuni del Fermano in cui si chiede al presidente della Regione, Acquaroli, e all’assessore regionale alla sanità Saltamartini di “non chiedere al Murri e quindi ad un’intera provincia di bloccare tutte, o gran parte, delle attività operatorie o di rinunciare ad una rianimazione territoriale”, nell’emergenza Covid, coinvolgendo quindi anche gli altri territori.
“Presso il Murri – si legge nella missiva – vi è anche la presenza di un eccellente Uoc di malattie infettive, solitamente utilizzabile per 15 degenti ed oggi ampliato fino a circa cinquanta degenti, sacrificando altri spazi, reparti del nosocomio che, ricordiamo di nuovo, è l’unico dell’intera Provincia. Lo vogliamo ribadire senza possibilità di fraintendimenti: Fermo deve fare la sua parte e lo sta facendo in maniera importante con l’utilizzo del reparto di malattie infettive che ad oggi raccoglie la maggior parte di pazienti provenienti da altre province.
Ma un discorso diverso deve essere fatto per la terapia intensiva: non si può chiedere al Murri e quindi ad un’intera provincia di bloccare tutte, o gran parte, delle attività operatorie o di rinunciare ad una rianimazione territoriale.
Guardando le province attigue, difatti, si vede operante quantomeno una terapia intensiva Covid free per territorio: una in Ascoli per l’Ascolano, molteplici nel territorio della provincia di Macerata, stante la presenza del Covid Hospital: il territorio della provincia non può e non deve rimanere senza terapia intensiva. Errore già commesso nella prima, improvvisa, ondata Covid ma che oggi non può essere replicato con la possibilità di una previa, seppur breve, pianificazione possibile alla luce della precedente esperienza.
E non si può nemmeno immaginare il prelievo in consistente blocco del personale della Uoc di terapia intensiva poiché ciò significherebbe comunque bloccarne l’attività di reparto: ci permettiamo sommessamente di suggerire un limitato coinvolgimento del personale di tutti i nosocomi regionali Covid free per sostenere l’impegno del Covid Hospital di Civitanova laddove, ovviamente, non si trovassero o non si ritenessero valide soluzioni di gestione esterna. Contiamo nella massima comprensione da parte di questa giunta vista la estrema comprensibilità delle ragioni, e delle preoccupazioni, espresse con la presente missiva da questo territorio”.
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