Il 12 novembre anche l’ospedale Murri parteciperà all’H-Open Day Sclerosi Multipla promosso dalla Fondazione Onda nell’ambito del ‘Progetto SM Semplicemente Mamma’.
“La Fondazione Onda dal 2006 promuove la medicina genere-specifica con l’obiettivo di sostenere, tutelare e migliorare la salute delle donne. Segnala inoltre, attribuendo i “Bollini Rosa”, le strutture ospedaliere “a misura di donna”. Per conoscere il progetto e scaricare i materiali informativi: www.ondaosservatorio.it.
Al Murri – spiegano dall’Area vasta 4 – negli ultimi anni si è investito sulla cura della sclerosi multipla ed il Centro SM della Uoc di neurologia vede un numero crescente di prese in carico di persone con sclerosi multipla, attualmente circa 290 (di cui il 70% donne), cercando di fornire un servizio multiprofessionale e multidisciplinare il più possibile in linea con il percorso diagnostico terapeutico assistenziale deliberato nel luglio 2018 dalla regione Marche”.
“L’attenzione alla cura delle persone con sclerosi multipla -continuano dall’Av4 – non può eludere il desiderio di genitorialità, in particolare proprio i temi che rappresentano il focus del progetto Onda: fertilità, gravidanza e post-partum. È costante attenzione dei neurologi fermani sviluppare competenze su tali temi, anche con attività di formazione continua e di ricerca, e percorsi assistenziali che vedono anzitutto la collaborazione con la Uoc di ginecologia e ostetricia del nostro ospedale. La sclerosi multipla è infatti una malattia neurologica cronica che è diagnosticata generalmente tra i 20 e i 40 anni ed è nettamente più frequente nelle donne. È chiaro, dunque, che la gravidanza ed il periodo successivo al parto costituiscano un argomento rilevante, ponendo inevitabilmente le coppie desiderose di genitorialità di fronte a molte domande e preoccupazioni che devono trovare i tempi adeguati di ascolto, risposte da esperti ed una appropriata pianificazione. La sclerosi multipla non compromette di per sé la fertilità, né causa rischi significativi al nascituro. Soprattutto in epoca precedente agli anni ’80, la gravidanza era sconsigliata, mentre negli ultimi anni abbiamo avuto importanti prove scientifiche (a cui hanno contribuito anche donne fermane!) che non solo il periodo gravidanza-puerperio, nel suo complesso, non determina aggravamento della patologia, ma che addirittura possiamo intravedere un effetto protettivo a lungo termine della gravidanza. Ovviamente dobbiamo considerare l’impatto dei farmaci utilizzati per combattere la sclerosi multipla.
In sintonia con i messaggi chiave del ‘Progetto SM Semplicemente Mamma’ gli specialisti fermani ribadiscono i seguenti messaggi: 1) è possibile realizzare il sogno di diventare genitori anche con la sclerosi multipla; 2) la gravidanza deve essere un progetto e dunque essere pianificata in modo da valutare la fase di malattia e la terapia necessaria; 3) è fondamentale una sinergica collaborazione che veda coinvolti non solo medici specialisti in neurologia e ginecologia-ostetricia ma anche altre figure professionali, in particolare infermieri esperti in SM, psicologi e professionisti sanitari in ambito ostetrico, anestesiologico e riabilitativo.
Quindi appuntamento a giovedì 12 novembre, quando, causa le restrizioni dovute all’attuale pandemia, sarà attivo solo un contatto telefonico con il neurologo responsabile del Centro Sm AV4 (dott. Eugenio Pucci: 334-7198170) e con un ginecologo (dott.ssa Monia Nardi 0734-6252130) nella fascia oraria 15-17. Con l’occasione sarà possibile ricevere un counselling per donne o per coppie con sclerosi multipla in progetto di maternità o con gravidanza in atto. Negli spazi ospedalieri ed ambulatoriali delle Uoc neurologia e ginecologia-ostetricia sarà disponibile del materiale informativo offerto dalla Fondazione Onda.
Sarà un piccolo ulteriore contributo per evitare che in futuro si ripeta la storia di una ormai anziana signora affetta da sclerosi multipla che ha più volte raccontato la sua sofferenza di non aver potuto essere madre, e adesso nonna, perché le era stato detto che la malattia era incompatibile con il suo desiderio di avere figli, il tutto aggravato da una serie di ostacoli, colpevolmente posti a causa della diagnosi, in un percorso di adozione infine infruttuoso”.
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