di Paolo Paoletti
“Tutto è riparabile, anche nell’interesse delle imprese che stanno attraversando un momento quanto mai difficile. E’ ora di finirla con le polemiche e lavorare insieme per una rifondazione dell’associazione dopo questi primi anni di rodaggio”. Sono le sagge parole dei probiviri fermani di Confindustria Centro Adriatico che in queste ore hanno rassegnato le dimissioni.
A dare vita ai malumori degli imprenditori del Fermano è stata la nomina di Enrico Ciccola, imprenditore di Montegranaro di indiscussa esperienza, alla vice presidenza dell’associazione di categoria nata dall’unione delle due realtà di Fermo ed Ascoli. Ciccola prende il posto del vice presidente uscente Giampietro Melchiorri che ha rassegnato le dimissioni per motivi personali.
Una nomina arrivata direttamente ‘dall’alto’ e dunque dal presidente Simone Mariani (espressione della parte picena dell’associazione) in sinergia con Roma. Incarico che ha creato un certo malumore tra gli imprenditori calzaturieri locali in quanto, senza mettere in dubbio le competenze di Ciccola, avrebbero preferito una soluzione condivisa che avesse previsto una partecipazione dei rappresentanti locali espressione del fermano, colonna portante delle decisioni prese all’interno di Confindustria Centro Adriatico. Un coinvolgimento, quello da parte di Mariani, di cui i calzaturieri fermani hanno lamentato l’assenza esprimendo direttamente al presidente un forte malcontento. C’è chi replica alle lamentele spiegando come, sulla linea del regolamento interno, di fronte alle dimissioni del vice presidente, debba subentrare al suo posto il rappresentante più anziano.
Fatto sta che si è creata una divisione che ha portato anche alle dimissioni di alcuni componenti del collegio dei probiviri fermani. “Siamo osservatori dei fatti – fanno sapere – e di fronte all’accaduto non vogliamo prendere posizione né da una parte né dall’altra. Le nostre dimissioni vogliono essere un segnale forte di fronte a questi disaccordi visto il nostro compito di vigilanza”.
I probiviri dimissionari sono: Bruno Cardinali, Gaetano Ascenzi, Maurilio Vecchi e Giuseppe Matricardi. Un chiaro messaggio all’intera associazione: questa vicenda è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso – L’invito è chiaro: fermiamoci, confrontiamoci, gettiamo tre secchi di acqua gelata sui bollori e ripartiamo nell’interesse dell’associazione e del territorio.
Va dato atto alle due associazioni di Fermo e Ascoli di essere riuscite a portare a casa un obiettivo non facile. La nascita di Confindustria Centro Adriatico è stata un passaggio che probabilmente la stessa politica non sarebbe stata in grado di affrontare. “Come accade in tutte le nuove cose, c’è bisogno nei primi tempi di collaudo – concludono i probiviri – possono anche accadere queste incomprensioni, ma è tutto riparabile”.
C’è addirittura chi auspica la creazione di un’unica Confindustria regionale, proprio come avvenuto con la Camera di Commercio, in grado di avere ancora più peso nelle trattative nazionali e internazionali. Gli imprenditori fermani ‘delusi’ hanno inviato al presidente Mariani una richiesta di chiarimento in merito alla vicenda Ciccola. L’obiettivo è risolvere questa incomprensione e tornare in prima linea più forti e compatti che mai.
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