di Serena Murri (foto Simone Corazza)
Prime vaccinazioni anti Covid, questa mattina, in occasione del Vaccine day, all’ospedale Murri di Fermo. Il buon esempio parte dall’alto e in questo caso dai dirigenti sanitari. Oggi i primi 15 vaccini, 1per altrettanti sanitari convocati (e 5 quelli di riserva), pronti a farsi iniettare il vaccino contro il Covid 19, è il primo passo verso il ritorno alla normalità. Si parte da medici ed infermieri per poi raggiungere le categorie più deboli, ovvero anziani, disabili e non autosufficienti.
Il primo che questa mattina, presso l’ambulatorio dell’ospedale di Fermo, si è scoperto il braccio è stato il dottor Amadio, primario di Malattie infettive, seguito dal dottor Ciarrocchi, primario della Uoc Igiene e Sanità pubblica. Era importante che a dare il primo efficace messaggio a tutta la popolazione fossero i dirigenti medici. La seconda dose, che aumenta l’efficacia della vaccinazione, verrà somministrata tra 21 giorni.
Mentre al Fermo Forum prosegue lo screening di massa, che riparte domani dalla popolazione di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare e continuerà fino a gennaio, sono dunque iniziati i vaccini, in maniera tale che, ultimati gli screening, poi tutta l’organizzazione sanitaria avrà da concentrarsi solo sulla somministrazione del vaccino.
Il direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini ha così commentato il primo passo per la vaccinazione di massa: “E’ una data storica. Stiamo allestendo le nostre celle frigorifere e nel giro di un paio di giorni dovremmo averle pronte. Fino a quel momento i vaccini sono in una sede centralizzata. Oggi è una data importante, inizio di un percorso che, seppur lungo, ci porterà fuori dalla pandemia. Sono molto fiducioso, credo molto – rimarca Livini – in questo sistema. E’ unna nuova alba perché sicuramente riacquisiremo la nostra identità, forse in questo anno ci siamo persi dietro questo fenomeno. E’ una speranza di tutto il mondo. E’ un traguardo importante, e francamente non me lo aspettavo così veloce. L’anno scorso si parlava del 2022. Abbiamo anticipato i tempi e chi lo ha fatto è stato bravo a muoversi in tempi molto ristretti. Noi vogliamo anche procedere velocemente con la vaccinazione che riguarderà tutti. Iniziamo con i sanitari, dalle classi più svantaggiate per poi passare a tutta la popolazione. Vedremo di organizzarci anche da un punto di vista logistico per poter favorire tutti nell’accesso al vaccino senza difficoltà”.
A spiegare nei dettagli questa prima fase di vaccinazione, è stato il primario di Malattie Infettive, Giorgio Amadio: “È il primo passo verso la normalità. Ci vorrà un po’ di tempo ma l’importante era iniziare. Vaccinarsi è un dovere per se stessi e verso la comunità. Ci sarebbero stati meno morti se avessimo avuto il vaccino prima. Eventuali effetti collaterali possono esserci, esattamente come qualsiasi altro tipo di vaccino. Anche assumendo un’aspirina si rischiano effetti collaterali. Il vaccino si dà ad una persona che sta bene per non farlo stare male, è questo il suo successo. I vaccini non ci modificano visibilmente e non fanno stare male. Siamo sicuri che la strada intrapresa sia quella giusta per farci tornare alla vita di prima. Agli scettici dico di venire in un reparto Covid e vi renderete conto di quello che è”. Tante le risorse messe in campo in così poco tempo. “Non dico che sia un vittoria – ha ribadito Amadio – ma che abbiamo cominciato a vincere la battaglia. Migliaia le sperimentazioni mediche che non si erano mai viste prima, spesso la ricerca ha tempi molto lunghi ma con tutte le misure messe in campo è stato possibile raggiungere questo tipo di risposta ad un anno dalla prima segnalazione. Avere oggi la prima dose rappresenta un successo”.
Il messaggio della vaccinazione è partito, l’invito è quello di farsi vaccinare per ricominciare a vivere. Quanto alle terapie, ce ne sono molte in sperimentazione, non ci sono certezze assolute ma l’aspettativa in futuro di terapie molto efficaci, già dalla primavera. “In questa prima fase – ha continuato Livini – vacciniamo i sanitari e la popolazione più in difficoltà come anziani, disabili e non autosufficienti, per poi vaccinare tutta la popolazione dei territori. Serve un’organizzazione fluida e accattivante per gli scettici. Tutto deve convincere a centrare l’obiettivo, come per lo screening al Fermo Forum che andrà avanti fino a metà gennaio, per poi dedicare tutte le forze alla vaccinazione”.
La seconda dose del vaccino va somministrata dopo 21 giorni. “Serve ad aumentare l’efficacia vaccinale – ha continuato Giuseppe Ciarrocchi – e a farle superare il 95%. Con la prima dose si è protetti, con la seconda quasi tutti avranno gli anticorpi. L’importante è aumentare l’efficacia. Il vaccino genera anticorpi protettivi, servono 20 giorni per la loro efficacia”. Nel frattempo, fra una dose e l’altra, la mascherina va sempre usata perché non ci sono studi, al momento, che escludano il fatto che il vaccinato, possa trasmettere il Covid, qualora dovesse entrare in contatto con il virus. Per questo le precauzioni standard sono utili. Potremo smettere di usare la mascherina con l’immunità di gregge, quando la vaccinazione della popolazione supererà il 70% e il virus non circolerà più ma trattandosi di una pandemia, l’immunità di gregge è una condizione che vale per tutto il pianeta.
Altre precisazioni riguardano la mutazione inglese del virus che stando ai sanitari non incide sull’efficacia vaccinale ma risulta significativa perché produce più infetti. Quanto agli effetti del vaccino nei soggetti allergici, occorre sapere la storia allergica del paziente che in quanto allergico, può sempre avere una reazione abnorme alla sostanza. Il vaccino va somministrato con maggiore attenzione ai soggetti che hanno già un passato di crisi allergiche importanti, ovvero di shock anafilattico, mentre le allergie alimentari vengono considerate meno gravi. Nel caso di allergie gravi, la somministrazione del vaccino va effettuata, non in ambulatorio ma in un ambiente protetto come avverrebbe nel caso della somministrazione di qualsiasi altro tipo di vaccino.
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