Un anno difficilissimo, segnato dalla pandemia, con mille problematiche da affrontare, per la sanità, ovviamente anche quella fermana, per contrastare la pandemia e, allo stesso tempo, continuare a fornire tutte le risposte ai pazienti, di ogni genere e tipo. E in questo contesto a dir poco problematico, il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Murri di Fermo, sembra essere un esempio virtuoso in cui è stata trovata la quadratura del cerchio. Basti dire che, in un quadro generale di calo delle nascite, il reparto guidato dal primario Alberto Maria Scartozzi, ha registrato un +5% di nascite, una mosca bianca su scala regionale. E, aspetto, ancor più significativo, il reparto è riuscito a mantenere operativi tutti i servizi, anche ambulatoriali, sia durante la prima ondata che nel corso della seconda. Un duro lavoro, di concerto con la direzione ospedaliera e quella dell’Area vasta 4, guidata dal direttore Licio Livini, materializzatosi in numeri che fanno riflettere sull’efficienza sanitaria. Sì perché in un contesto globale segnato dal dramma della pandemia, il gemito di un nascituro è probabilmente il simbolo migliore di una volontà di rinascita, di rivincita, di riscatto, di forza per andare avanti e tornare a ‘vivere’.
“Beh sì – confessa il primario Alberto Maria Scartozzi – chiudiamo questa annus horribilis con cinque nati oggi fino alle 12. Sono, invece, 715 i parti totali nell’anno con un incremento di circa il 5 per cento rispetto allo scorso anno, in un calo demografico regionale del 10 per cento (8500 nati contro i 9700 del 2019) siamo uno dei pochi reparti in crescita grazie alla grande abnegazione del personale medico e paramedico della nostra Uoc e grazie alla collaborazione della Pediatria con il primario Luisa Pieragostini e la dottoressa Lanfranchi sempre collaborative insieme ai nostri angeli custodi anestesisti, la dottoressa Luisanna Cola, primario dell’Anestesia e Rianimazione, e la dottoressa Monti, sempre pronte ad intervenire con il formidabile personale della sala operatoria per aiutarci a risolvere i casi più difficili. Siamo anche riusciti nell’impresa, non facile, di mantenere sempre attivi e operativi, tutti i servizi e gli ambulatori in entrambe le ondate Covid. Frutto di un duro lavoro di squadra. Ecco perché voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a fare del nostro reparto e del nostro ospedale, lo ricordo, un ospedale comunque Covid in entrambe le ondate del virus, un punto di riferimento per le nascite”.
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