Le terapie intensive tornano ad essere sotto pressione in undici regioni. Tra queste anche le Marche. Lo certifica l’Agenzia regionale per i servizi sanitari regionali nel rapporto pubblicato oggi e riferito a dati comunicati il giorno dell’epifania. Undici regioni che superano il livello d’allerta riguardo ai posti occupati da pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva non è certo un segnale da sottovalutare. Si tratta peraltro di un indice che pesa e non poco nella decisione del Cts quando si tratta di disegnare la mappa del Paese tra zone rosse, arancioni e gialle. Il numero quindi torna ad aumentare dopo i progressi fatti registrare nelle ultime settimane. Come è noto la soglia stabilita dal Ministero della Salute è fissata al 30% e rappresenta una media nazionale. Al di sopra si entra in una “area cuscinetto” compresa tra il 30 ed il 50%, soglia quest’ultima, che se superata determina un’allerta rossa. Le Marche per ora si attestano al 31%, la provincia autonoma di Trento (50%), Lombardia (38%), Veneto (37%), Provincia autonoma di Bolzano (35%), Umbria (35%), Friuli Venezia Giulia (35%), Puglia (33%), Lazio (32%), Emilia Romagna (31%), Piemonte (31%). A livello Paese il dato è attestato al 30%.
A crescere inoltre c’è un altro dato in nove regioni. E’ quello relativo ai posti occupati nei reparti di medicina, pneumologia e malattie infettive. Si tratta tecnicamente dell’area cosiddetta “non critica”. Qui la soglia limite è stata individuata dal ministero al 40%. A livello nazionale il dato si ferma al 36%. Ma anche in questo caso, secondo i dati dell’Agenas, sono nove le regioni oltre soglia. Oltre alle Marche (44%), anche la Provincia autonoma di Trento (59%), Friuli Venezia Giulia (51%), Piemonte (48%), Emilia Romagna (44%), Lazio (44%), Provincia autonoma di Bolzano (44%), Veneto (44%), Liguria (41%). Intanto all0ospedale Murri di Fermo i ricoverati affetti da Covid sono saliti a 67, 32 ricoverati nel reparto infettivi, 3 in intensiva, 22 in medicina Covid e 10 in pronto soccorso.
Sandro Renzi
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