“Alle spalle uno degli anni più tragici della nostra storia, davanti a noi un 2021 che dobbiamo vivere in maniera positiva, sapendo che nel giro di qualche mese saremo tutti vaccinati contro il Covid 19. Come imprenditori, e cittadini, dobbiamo sostenere la campagna di vaccinazione di massa, unica strada per debellare il virus e far ripartire l’economia. Purtroppo, però, nel mentre dobbiamo affrontare una situazione economica molto grave, causata dal rallentamento delle vendite che il settore calzaturiero vive da un anno. Negozi chiusi e mercati privi di fiducia hanno due conseguenze: la riduzione degli incassi e il rallentamento delle nuove produzioni. Non sappiamo ancora se il 2021 sarà l’anno del ritorno in fiera di produttori e buyer, di certo sappiamo che viverlo sul digitale è una certezza”. Sono le parole del presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico Valentino Fenni in merito alla crisi del settore dovuta alla pandemia. Fenni fa il punto su tre diversi aspetti.
IL DISTRETTO
“Crisi su crisi – spiega il presidente dei calzaturieri – La pandemia si è abbattuta sulle nostre aziende, già da anni penalizzate. I prossimi mesi saranno cruciali per la tenuta del sistema imprenditoriale e sociale del nostro territorio fatto di molte piccole e medie imprese. Lo sblocco dei licenziamenti, se non supportato da politiche di sostegno al reddito ma anche attive verso le imprese, avrà conseguenze irreparabili sulla filiera artigianale del calzaturiero”.
LE RICHIESTE
“Sappiamo di poter contare sul sostegno della Camera di Commercio delle Marche – aggiunge Fenni – Numerose le azioni messe in campo grazie al supporto della Regione. Speriamo, ma vogliamo essere certi, che le ‘best practice’ verranno finanziate anche dal nuovo governo delle Marche. Dal bando fiere al sostegno al credito, la Regione può fare molto. A livello nazionale, invece, insieme con Assocalzaturifici e Confindustria Moda, stiamo potando avanti battaglie macro per ottenere sostegno e supporto al sistema calzature. Siamo certi che alcune azioni impatteranno nel presente e saranno il motore dello sviluppo per i prossimi anni. Dobbiamo investire nel futuro. Politiche di sviluppo significa ottenere fondi, e quindi azioni, per l’internazionalizzazione. Non possiamo prescindere dai mercati internazionali, visto che l’Italia si conferma poco propensa all’acquisto di calzature made in Italy. Dobbiamo puntare sulla formazione del personale, in modo da intercettare davvero i vantaggi che la tecnologia ci offre. Infine, non possiamo arretrare di fronte alla necessità di una defiscalizzazione per il rilancio sulla competitività del costo del lavoro. Che arrivi con una Zes, zona economica speciale, o con l’inserimento delle aree di crisi marchigiane nel decreto agosto, poco importa, ma i nostri onorevoli devono raggiungere l’obiettivo”.
GIOCO DI SQUADRA
Fenni conclude: “Il sistema imprenditoriale deve fare squadra. Insieme, nel giro di pochi mesi, dovremo fornire un piano alla Regione su come usare i fondi del Recovery Fund nel settore moda. Il nostro distretto calzaturiero è unico in Italia e quindi uniche devono essere le azioni. Come Confindustria Centro Adriatico stiamo lavorando insieme con le altre territoriali, perché è evidente che per ripartire noi devono tornare a correre le Marche”.
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