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Covid, i medici di base si preparano
al vaccino, Misericordia (Fimmg):
“Stiamo predisponendo classi di priorità”

VACCINO - Sabato scorso al Dipartimento di Prevenzione si è presentato il 90% dei medici di medicina generale per la vaccinazione

Paolo Misericordia

di Federica Broglio

“Ci stiamo preparando ad una chiamata di vaccinazioni di portata epocale”. Paolo Misericordia, segretario della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale, è consapevole dell’immenso lavoro che attende l’intera categoria, ancora una volta coinvolti a sostegno del sistema sanitario. Terminata la vaccinazione degli operatori sanitari nelle strutture ospedaliere, non appena arriveranno le prossime dosi, sarà la volta della cittadinanza e allora toccherà ai medici di base organizzarsi. Ma non si faranno trovare impreparati. “Lo sforzo sarà titanico – afferma Misericordia – perché dovremo provvedere a inoculare il vaccino in doppia dose, per la Pfizer la seconda dopo circa 3 settimane, mentre per l’Astrazeneca con un margine più ampio, un evento di dimensioni immani, anche dal punto di vista organizzativo”.

E’ però fiducioso di riuscire entro l’anno a farcela “se tutto filerà liscio”, ma certamente bisogna partire con il piede giusto. “Serve il coinvolgimento di tutti e l’opportuna coordinazione e collaborazione con il servizio sanitario, anche perché questa operazione incide su un virus che continua a correre”.

Da un’indagine condotta incrociando i dati dei 97 medici di medicina generale del territorio dell’Area Vasta 4 che hanno aderito all’iniziativa, al 31 dicembre 2020 erano 4000 i casi di pazienti affetti da Coronavirus, di cui il 97% curati a casa. Di questi il 20% sviluppa la malattia in forma grave e viene gestito dai medici di base con terapie e ossigeno e continui e quotidiani contatti telefonici. Dei 4000 ammalati, 160 pazienti hanno bisogno di ospedalizzazione. “I casi del Murri sono solo la punta dell’iceberg purtroppo – ammette Misericordia – ma sul territorio la patologia c’è e va costantemente monitorata proprio per evitare l’accesso in ospedale, dove la situazione attualmente è al collasso. Fortunatamente la letalità nel fermano ha percentuali inferiori della media regionale e nazionale, siamo all’1,1%, ma non si può abbassare la guardia, anche perché dopo le festività i casi stanno lievitando”.

L’unica soluzione per debellare la pandemia è il vaccino. Sabato scorso al Dipartimento di Prevenzione si è presentato il 90% dei medici di medicina generale per la vaccinazione, chi era assente era per questioni di salute. Solo 3 o 4 medici hanno ancora dubbi, “anche se non ne capisco il motivo – sottolinea il segretario Fimmg – Siamo noi i primi interlocutori a cui si rivolge il cittadino per avere informazioni e garanzie e non si può pensare che sia sufficiente che si vaccinino gli altri per ottenere una sorta di immunità. Dobbiamo essere d’esempio, siamo noi la premessa perché la popolazione faccia altrettanto”.

In questi giorni i medici di base stanno seguendo un evento formativo per iniziare la vaccinazione nelle strutture extra-ospedaliere del personale sanitario e degli ospiti e sarà il primo banco di prova.

Ma il vero nodo da risolvere è quella della lista di priorità quando sarà la volta dell’intera popolazione. “Stiamo lavorando ad un algoritmo in base ai nostri database per individuare, attraverso il meccanismo dell’intelligenza artificiale, le classi di priorità. Sicuramente partiremo dai più anziani e da chi non è totalmente autosufficiente, per poi proseguire con i pazienti a rischio. Purtroppo e inevitabilmente si creerà una disparità tra chi farà il vaccino e chi dovrà aspettare, restando non protetto. Dovremo essere messi nelle condizioni di avere le idee chiare su chi andare a chiamare, anche perché i vaccini, una volta decongelati, hanno una validità di 6 giorni. Non possiamo permetterci di buttare dosi preziose”.

Ultimo aspetto da rivedere sarà l’aspetto burocratico. Tutta la procedura di inserimento di dati e documentazione da presentare da parte dei medici dovrà essere snellita, per ottenere un flusso più rapido al processo di vaccinazione di massa.


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