di Sandro Renzi
Manca solo l’ordinanza del Ministro della salute, Roberto Speranza, attesa per oggi, ma è quasi certo che la regione Marche resterà in arancione ancora per sette giorni. Alcuni dati sono migliorati nel frattempo, altri invece continuano a destare preoccupazione. Nel report settimanale della Cabina di regia dell’Iss e relativo alla settimana compresa tra l’11 ed il 17 gennaio “si osserva una lieve diminuzione della incidenza nel Paese (145,20 per 100.000 abitanti), tuttavia ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”. Cosi gli esperti. Nel periodo 30 dicembre 2020 – 12 gennaio 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 in diminuzione dopo cinque settimane di crescita. E questa senz’altro è una buona notizia. Ma il rischio in molte regioni resta ancora moderato se non addirittura alto. E questo si traduce in una pressione costante e crescente sulle strutture sanitarie. “Resta, infatti, elevato l’impatto sui servizi assistenziali nella maggior parte delle regioni” si legge ancora nel rapporto dell’Iss.
“L’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. L’attuale quadro a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive”.
Sono 12 le Regioni e le province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva o in aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero peraltro della settimana precedente). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.636 (12 gennaio) a 2.487 (19 gennaio); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 23.712 a 22.699. Ma in alcune regioni si registrano ancora livelli oltre le soglie critiche. “Undici Regioni si collocano a rischio moderato (Emilia-Romagna, Friuli, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, PA Trento, Puglia, Valle d’Aosta, Veneto). In cinque Regioni (Lazio, Marche, Molise, PA Trento, Valle d’Aosta) si configura un rischio moderato con alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Dando uno sguardo ad un paio di dati ritenuti fondamentali nella scelta di assegnare un colore piuttosto che un altro ad una regione, si osserva che nelle Marche (report 11-17 gennaio) l’Rt è a 0.98 mentre il tasso di occupazione die posti letto in terapia intensiva si attestata al 38%, oltre la soglia del 30. Invece il tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per pazienti Covid 19 addirittura è al 50%. Sopra al 54% c’solo il Friuli.
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