di redazione CF
“Noi collaboriamo e stiamo facendo sforzi immani per cercare di contribuire a risolvere i problemi in questa situazione di emergenza. Ma nessuno pensi che lo stato attuale in cui operiamo, emergenziale appunto, possa diventare l’ordinario, la prassi, la routine”. Il direttore della centrale operativa 118, Flavio Paride Postacchini mette i paletti. Alle sue orecchie, infatti, in queste ore è arrivata la vocina che la straordinarietà di questi giorni, settimane, di emergenza pandemica, possa diventare prassi per i medici del 118. “No, non ci sto. Anzi, dirò di più, il progetto 118 va completato. E a Fermo parliamo di un’ambulanza medicalizzata notturna, tanto per fare un esempio”. Un passo indietro, doveroso riavvolgere la matassa per avere il quadro più chiaro. Con la carenza di medici, venuta prepotentemente a galla in questi giorni in cui l’ospedale Murri è stato scenario di un focolaio Covid che ha chiamato la sanità fermana ai salti mortali, più mani hanno bussato alla porta del 118 per chiedere quell’iniezione di camici che, arrivata senza battere ciglio, sta contribuendo in maniera significativa alla tenuta del sistema sanitario. Un esempio? L’accordo intercorso proprio tra Postacchini, il direttore di Area vasta 4, Licio Livini, quello facente funzioni della direzione medico ospedaliera, Luca Polci, e quello facente funzioni del Pronto Soccorso, Antonio Ciucani. Un accordo che ha previsto, per farla breve, l’utilizzo in mobilità straordinaria del personale medico 118 dalla postazione Potes di Sant’Elpidio a Mare al Pronto Soccorso del Murri.
“Ecco, appunto, straordinaria – puntualizza Postacchini – noi, sia chiaro, non siamo assolutamente pronti né tantomeno d’accordo con una riduzione del servizio 118. Ci hanno chiesto un supporto dall’Av4 e lo stiamo dando, facciamo un grande sforso per coprire comunque le postazioni medicalizzate dell’Av4, oltre al Pronto soccorso. E immaginate il sacrificio che facciamo a cercare di coprire i turni che restano scoperti. Ma questo lo facciamo per responsabilità e anche perché sappiamo che siamo tutti in una situazione di emergenza. Nessuno pensi, però, che il 118 verrà ridimensionato: a Fermo è previsto un medico 118 anche di notte, sta per arrivare il servizio di elisoccorso con l’approvazione in corso delle piazzole. Noi abbiamo il compito di soccorrere i cittadini e di portare i pazienti nell’ospedale più vicino e adatto alla patologia riscontrata. C’è un progetto che va portato a termine per migliorare ulteriormente e potenziare il servizio, per il miglior trattamento sanitario possibile. E questo va seguito. Vero, in questo periodo abbiamo portato decine di pazienti Covid e no-Covid, per ciò che concerne il Fermano, anche nelle Aree vaste 3 e 5 ma parliamo pur sempre di straordinarietà”. Ma i medici mancano, questo è un dato di fatto. “E infatti noi siamo a disposizione, lo stiamo dimostrando con i fatti – continua Postacchini – ma a questo punto, rilancio una proposta: la Regione negli ultimi anni ha tenuto solo due corsi per l’abilitazione alla medicina di emergenza territoriale, uno nel 2017 e un altro nel 2019. Questi corsi servono con maggiore regolarità, annuali, e a mio avviso si potrebbero organizzare con l’università. Comunque confidiamo che questa situazione di emergenza passi il prima possibile, e il vaccino è la via. Ma anche in questo caso ho assistito a una vaccinazione che potrebbe essere ottimizzata. Va assolutamente completata il prima possibile con le pubbliche assistenze: mettiamo in sicurezza chi è in prima linea, in trincea. I vaccini non bastano? Beh allora si razionalizzino tra tutte le pubbliche assistenze”.
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