di Maria Nerina Galiè
“La vaccinazione va assolutamente completata il prima possibile con le pubbliche assistenze: mettiamo in sicurezza chi è in prima linea, in trincea. I vaccini non bastano? Beh allora si razionalizzino tra tutte le pubbliche assistenze”. Queste le parole di Flavio Paride Postacchini che confida nel vaccino per porre fine all’emergenza Coronavirus.
“Il vaccino è la via“, ha affermato con veemenza. La stessa con cui ritiene doveroso per il sistema sanitario locale proteggere con il farmaco dipendenti e volontari delle associazioni convenzionate che operano sul territorio.
“Parliamo di coloro che sono i primi ad intervenire sul luogo di un incidente. Non sanno chi si troveranno di fronte. Né se lo chiedono. Ma si tratta anche di operatori che fanno trasporti programmati. E lo fanno anche con non Covid e Covid. Vanno a casa di pazienti Covid se necessario. Non è possibile escluderli dalla fase 1″. Nella fase 1, tra i primi ad essere vaccinati, ci sono stati i sanitari più a rischio tra cui quelli del 118 e del Pronto Soccorso. Ma si è trattato di dipendenti di Area Vasta 4 e non quelli delle associazioni come le pubbliche assistenze.
«Qualcuno alla fine – ha detto ancora il dottor Postacchini – ha avuto il vaccino, approfittando di “avanzi” da sedute organizzate. E’ capitato che sono avanzate dosi e, avendo queste vita molto breve se non utilizzate, sono stati chiamati i soccorritori. Non chiedo una vaccinazione a pioggia per tutti. Anche alla luce della razionalizzazione delle forniture a livello nazionale. Ma almeno secondo una scala di priorità ed in base al servizio svolto”.
Nel Fermano sono diverse le associazioni convenzionate con l’Area Vasta 4 per la pubblica assistenza. Si dividono il territorio in maniera capillare, rispondendo alla chiamata del 118. Tra i soccorritori ci sono dipendenti ma anche molti volontari.
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