di Sandro Renzi
Dunque, ancora gialli per una settimana. Ma con gli occhi puntati sulla provincia di Ancona che viene blindata dal Presidente Acquaroli e sulle Regioni che ci circondano, Abruzzo, Umbria e Emilia Romagna in zona arancione con qualche territorio spiccatamente rosso. Domani se ne saprà qualcosa in più sulle norme anticontagio allo studio del Governo. Il Cdm è chiamato a valutare la proroga del divieto di spostamento tra Regioni in scadenza il 25 febbraio. E successivamente ad adottare un nuovo Dpcm dal momento che l’ultimo approvato scade il 5 marzo. L’ipotesi è quella di mantenere la classificazione a colori ma di rivedere anche i parametri che la determinano e di garantire ristori immediati. Sembra invece tramontare l’ipotesi di inserire tutto il il Paese in una zona arancione. L’impressione, insomma, è che non ci sia ancora unità di vedute soprattutto tra i governatori regionali. Mentre da più parti emerge la necessità di garantire con largo preavviso l’adozione di misure eventualmente più stringenti. Sul territorio nazionale nel frattempo l’Rt è in lieve aumento nella settimana oggetto di monitoraggio (8-14 febbraio) da parte della Cabina di regia, fissandosi a 0,99 (range 0,95– 1,07), in crescita rispetto ai giorni precedenti.
Nelle Marche l’indice Rt è pari a 0,91 con una classificazione complessiva del rischio “Moderata ad alta probabilità di progressione” secondo i tecnici dell’Iss. Nella stessa situazione ci sono altre cinque Regioni. Dieci hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui nove anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento quindi rispetto alla settimana precedente. Nelle Marche restano sopra la soglia di criticità due parametri che pesano molto nella classificazione in zone e nell’assegnazione del colore, ovvero il tasso di occupazione delle terapie intensive e quello dei posti letto totali di Area medica per pazienti Covid 19. Il primo (settimana 8-14 febbraio) sale al 34%, quattro punti in più rispetto alla soglia di criticità prevista, mentre il secondo arriva al 45%. “Si confermano per la terza settimana segnali di tendenza ad un graduale incremento nell’evoluzione epidemiologica che richiede misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione e contenimento nelle aree a maggiore diffusione. Un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per Covid-19 in area critica” si legge nel rapporto della Cabina di regia.
Rapporto che arriva a qualche giorno di distanza dalla relazione tecnica relativa alla prima indagine sulla variante inglese del virus effettuata dall’Istituto Superiore di Sanità. Il quadro che è emerge è in linea con quello che accade nel resto d’Europa (in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania è sopra il 20%). “C’è quindi una circolazione sostenuta della variante inglese, che probabilmente è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi”. A livello nazionale la stima di prevalenza è pari a 17,8%. “La necessità di monitorare attentamente la prevalenza della variante inglese deriva dalla sua maggiore trasmissibilità rispetto al virus originale. Un attento monitoraggio ci consentirebbe, assieme al rafforzamento delle misure di mitigazione, di contenere e arginare gli effetti della nuova variante mentre si prosegue con le vaccinazioni, che restano comunque efficaci anche contro il virus mutato” spiega l’Iss.
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