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Pronto Soccorso d’eccellenza,
attenzione agli alimenti
e controlli sugli animali:
Livini presenta i nuovi primari

FERMO - Il direttore dell'Area Vasta 4 ha presentato i dottori Alessandro Valentino, Rossana Belfiglio e Giuseppe Iacchia. Il punto anche sul Murri e sulle vaccinazioni in corso

di Andrea Braconi

Alessandro Valentino per il Pronto Soccorso. Rossana Belfiglio per il Servizio Igiene degli Alimenti. Giuseppe Iacchia per Igiene degli Allevamenti e Produzioni Zootecniche. Sono i nomi che l’Area Vasta 4 mette sul tavolo in un momento difficile dove, come ha rimarcato il direttore Licio Livini, non ci si può fermare all’emergenza. “Andiamo avanti perché abbiamo una sanità che deve andare oltre il Covid e si deve occupare di aree che spaziano dalla prevenzione alla cura delle persone. Dentro questi percorsi ci sono gli operatori, l’organizzazione, le professionalità, i percorsi di cura e di rischi di cura così come, ovviamente, le emergenze”.

ALESSANDRO VALENTINO

Ha preso servizio stamattina il nuovo responsabile del Pronto Soccorso del Murri, che dal 2018 aveva direttore l’analoga struttura del Bufalini di Cesena. Con una esperienza maturata sui fronti dell’emergenza territoriale e di quella ospedaliera, Valentino è un professionista su cui l’azienda sanitaria fermana crede moto. “Raccoglie – ha spiegato Livini – l’eredità di Giostra e il lavoro fatto dal dottor Ciucani, che ringrazio insieme a tutti quelli che hanno collaborato perché ha saputo reggere una situazione difficile nella fase dell’emergenza Covid. Oggi guardiamo avanti con continuità ma con un percorso nuovo per l’unico Pronto Soccorso dell’Area Vasta 4, pur se supportato da punti di intervento territoriali”.

“Chi me l’ha fatto fare? – ha esordito con ironia Valentino -. Mi sono iscritto al concorso a Fermo per l’idea di poter andare in un posto dove poter fare qualcosa in più. Sono stato contento della scelta, ho seguito l’evoluzione di quello che accadeva qui e in un momento di così grande difficoltà questo Pronto Soccorso ha fatto un lavoro immane. Chi mi ha preceduto è riuscito a dare una risposta miracolosa e a Ciucani la prima cosa che ho detto è stata: ‘Non pensare di cavartela così, sicuramente dovrai continuare a starmi di fianco e a guidarmi’. Spero di riuscire ad essere un primario che vive il Pronto Soccorso sul campo, non mi piace un lavoro chiuso nello studio, mi piace stare in mezzo all’equipe e dare qualcosa di mio”.

Pur riconoscendo la problematicità di un organico fortemente ridotto, il dottor Valentino si mostra sicuro. “Questo è un problema dei Pronto Soccorso in generale, ma spero di poter aiutare quello del Murri per far sì che possa diventare ancora più attrattivo verso i giovani medici. Mi piacerebbe che la scuola di specializzazione ci vedesse come ospedale periferico dove formare i giovani medici. Sarebbe per noi anche uno stimolo a restare aggiornati e a migliorare sempre di più. Il nuovo ospedale potrebbe essere un richiamo forte per il personale sanitario, ma per me il richiamo è stato conoscere Giostra, sapere come ha lavorato qui, e anche la collocazione geografica: mi piace tantissimo Fermo, la zona di Fermo e l’incontro con Livini mi ha convinto che questo potesse essere il posto giusto dove venire a lavorare”.

In Italia il Pronto Soccorso, ha ribadito, fino a pochi anni fa veniva visto come una sorta di refugium peccatorum: chi non si ritagliava spazio altrove finiva lì. “Poi è nato l’indirizzo di urgenza di medicina interna, che ha cominciato a scrinare i medici. E la nascita della scuola di specializzazione, tanto osteggiata all’inizio, è stato un passo importante per cercare di formare equipe fatte da medici che abbiano scelto di fare veramente quello”.

L’IDEA DI EMERGENZA

“Non ci possiamo più permettere divisioni tra comparti territoriali e ospedalieri”. Così Livini sulla concezione dell’emergenza, che a suo parere necessità di un deciso scatto in avanti. “Forse è il momento di ragionare come se fosse un contenitore unico, con un direttore unico. In momenti come quelli vissuti se avessimo avuto la possibilità di un esercito unico forse diverse soluzioni le avremmo trovate, senza arrivare ad utilizzare ordini di servizio o soluzioni straordinarie”.

Perché per il direttore un settore in grossa sofferenza come questo richiede che le forze vengano messe insieme. “Credo sia utile ma soprattutto necessario. Forse vanno riviste le postazioni 118 nel territorio. Qualche anno fa c’era un’altra storia, oggi dobbiamo invece guardare ad altre situazioni. Il governo deve essere unico, lo governiamo meglio noi che stiamo qui che altri che stanno distanti. E questo significa anche creare meno stress lavorativo a tutti. Ci sono postazioni con una chiamata al giorno rispetto ad un Pronto Soccorso che non riesce a respirare”.

A sostegno di Livini anche il dottor Valentino. “Questo significherebbe dare un servizio migliore” ha chiosato.

ROSSANA BELFIGLIO

Di origini abruzzesi, Rossana Belfiglio ha lavorato sempre al Dipartimento di Prevenzione, maturando anche esperienze a Civitanova e Ascoli. È stata anche responsabile del servizio di Epidemiologia dell’Area Vasta 4, gode della massima stima del direttore Livini e dal primo settembre scorso è alla guida del cosiddetto Sial.

“Nel Dipartimento di Prevenzione tutti abbiamo sempre avuto come obiettivo finale la tutela della salute, sia della popolazione umana che di quella animale. Siamo il più piccolo Dipartimento della regione ma che ha sempre dato importanti risultati. Da noi si lavora insieme e questo rappresenta la nostra forza”.

Il Sian si interfaccia con tutti gli altri servizi del Dipartimento e si muove lungo diverse direttrici: attività di contact tracing e vaccinazioni, rapporto con la medicina del lavoro, controlli su vendita e utilizzatori dei prodotti, controlli su alimenti, è dotata di un micologo, gestisce le allerte alimentari e si occupa anche di acqua potabile. Poi c’è la parte inerente la nutrizione, svolta da una dietista che valida tutti i menù delle mense scolastiche. Infine, la promozione della salute e di stili di vita corretti, con la messa in atto di specifici programmi di prevenzione.

GIUSEPPE IACCHIA

Nel 2000, direttamente dall’azienda sanitaria di Como, era arrivato a Fermo Giuseppe Iacchia, dal primo agosto 2020 direttore del Servizio Igiene degli Allevamenti e Produzioni Zootecniche. “Negli ultimi 15 anni mi sono occupato di sanità pubblica animale, mentre dal primo agosto sono passato nel settore più nuovo della veterinaria, che non si occupa solo di malattie ma anche di novità come il benessere animale, correlato anche a come sono strutturati gli allevamenti. Tra gli altri argomenti di novità ci sono gli studi sui mangimi animali e questo settore è collegato direttamente gli utilizzi dei farmaci veterinari”.

Nel presentarsi Iacchia ha voluto portare all’attenzione soprattutto l’uso indiscriminato di antibiotici, che negli ultimi decenni ha fatto sì che si creassero batteri resistenti. “Il fronte degli antibiotici era di difficile monitoraggio fino ad un anno e mezzo fa ma oggi, con il fatto che è possibile fare verifiche informatizzate, ogni farmaco viene monitorato in via diretta. Quindi, ci sarà un miglioramento esponenziale, circoleranno molti meno farmaci in nero o non controllati. Nel nostro lavoro c’è anche la parte ambientale sull’utilizzo di parti chimiche che vanno a finire nelle produzioni e su questo ci sarà tutta una filiera di controlli”.

TRA OSPEDALE E VACCINI

Il compito di puntualizzare numeri e attività dentro l’emergenza Covid è toccato a Luca Polci della Direzione Medica Ospedaliera. “Abbiamo avuto una situazione del Pronto Soccorso che ci preoccupava ma che oggi è rientrata. Siamo riusciti a dare una buona risposta ai pazienti Covid, al punto che oggi segniamo zero come presenze. Abbiamo qualche difficoltà per i pazienti non Covid, ma è stata riattivata la Medicina pulita con 8 posti letto che arriveranno a 14. Ci sono 13 pazienti non Covid da ricoverare, Villa Verde ci aiuta e voglio ringraziarli. Proseguendo, sono 3 i pazienti in rianimazione Covid, 25 nel reparto direttore dal dottor Amadio, 18 nell’area di Medicina, 4 nell’area grigia con il tampone che viene fatto ogni giorno. Quanto ai ricoverati in area non Covid, il tampone oltre al momento di ingresso viene fatto ogni 72 ore. Siamo ripartiti con l’attività chirurgica e siamo sempre pronti a seguire l’epidemia”

Per quanto riguarda i vaccini, Livini ha ricordato la partenza del mondo scolastico nella sede di Petritoli. “Faremo 120 vaccini Astrazeneca al giorno fino al 12 marzo, per poi ripartire il 23 marzo sempre con la scuola. Nel mentre, tra il 13 e il 22, torneremo a Amandola per le seconde dosi Pfizer agli anziani. Le vaccinazioni per le Forze dell’Ordine dovrebbero partire in settimana a Fermo, stiamo ragionando sul punto prelievo in via Zeppilli”.

In ospedale, ha ricordato Polci, si è partiti con pazienti a rischio che hanno bisogno di un ambiente protetto. “Stiamo anche richiamando il personale che non si è voluto vaccinare, questa situazione non è tollerabile”.

Diverse le soluzioni in cantiere per i cosiddetti pazienti fragili. “Per quelli che girano in ospedale come oncologici, nefropatici ed altri pensiamo di incaricare i vari servizi – ha rimarcato Livini -. Rimane il problema dei diabetici, che nel Fermano sono oltre 8.000 persone: per loro dobbiamo prevedere un altro sistema di vaccinazione e questo significa impegnare tante risorse su questi fronti. Ci hanno promesso che ci mandavano medici e infermieri, ma dobbiamo sempre mettere i nostri”.


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