Zona rossa, controlli ancora più stringenti sui centri estetici irregolari. E’ quanto chiedono a gran voce dalla Confartigianato.
“Le maggiori restrizioni della zona rossa stanno mettendo a dura prova le imprese del settore – afferma Rosetta Buldorini, Presidente Interprovinciale Confartigianato Estetica – Per questi motivi non tolleriamo più la concorrenza sleale degli irregolari, che potrebbero creare ancora più danni sia come rischio igienico-sanitario, sia come danni all’economia ed alle imprese in regola”. Le nostre attività stanno vivendo una situazione di estrema criticità ed incertezza, data la specificità della propria professione che presuppone, nell’emergenza sanitaria attuale, l’importanza di rispettare le condizioni di igiene e sicurezza nei trattamenti di bellezza, ed al contempo l’esigenza di tamponare il disagio economico ad essa collegato. Abbiamo affitti, mutui, contributi e dipendenti da pagare, e la chiusura è per noi senza dubbio deleteria. Ma ora la nostra necessità è lavorare, sempre nel rispetto delle condizioni igienico-sanitarie che garantiscano la salute nostra, dei nostri collaboratori e dei nostri clienti”.
“La chiusura delle attività di estetica imposta con l’ordinanza in vigore fino al 14 marzo – spiega in proposito Eleonora D’Angelantonio, Responsabile Confartigianato Benessere – ha provocato oltre ad un evidente danno economico, un inasprimento del già elevato livello di abusivismo che affligge il settore: persone che si recano a casa d’altri per sottoporsi a trattamenti estetici, come anche operatori non in regola che offrono servizi a domicilio, promuovendo addirittura le loro iniziative nei social network. È inammissibile che, in una situazione come quella attuale che può pregiudicare la salute di tutti, siano tollerate queste forme di concorrenza sleale. Non è più rimandabile una ferma azione di controllo e contrasto nei territori di quanti operano clandestinamente, contravvenendo alle disposizioni del Governo, oltre che danneggiando le imprese regolarmente presenti nel mercato. Abbiamo già chiesto, e ribadiamo ai sindaci, alle prefetture ed a tutte le forze dell’ordine, che vengano adottate misure più stringenti di vigilanza nei confronti di abusivi nel settore benessere, molti dei quali vengono ripetutamente segnalati anche per mezzo della nostra organizzazione. È inoltre nostro intento offrire la massima collaborazione al fine di arginare il più possibile questo fenomeno che rivela tutta la sua irragionevolezza”.
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