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Il “gomito del tennista”,
come guarire dall’epicondilite

 

Più conosciuta come “gomito del tennista”, l’epicondilite è un’infiammazione del tendine estensore radiale breve del carpo e, secondariamente, del tendine estensore comune delle dita. Si tende spesso a sottovalutare il dolore che lentamente conduce a inibire le azioni quotidiane più semplici come tenere una borsa, girare una chiave, prendere un piatto.

 

Ne parliamo con il responsabile del Centro fisioterapico Rialab, Michele Del Bello, fisioterapista, specializzato in terapia manuale e riabilitazione della mano e dell’arto superiore.

 

Come riconoscere i sintomi e come risolvere il problema?

Il principale sintomo dell’epicondilite è il dolore al gomito o anche il rossore e gonfiore della zona infiammata. Il dolore si localizza in prossimità dell’epicondilo e si avverte durante uno sforzo del gomito o subito dopo aver fatto movimenti che contraggono gli epicondiloidei: estensione del polso o delle dita o la flessione del gomito, per fare degli esempi pratici. Il dolore viene spesso sottovalutato tanto che passa con qualche antinfiammatorio o l’utilizzo di un tutore ma ci sono casi in cui, invece, diventa più intenso e invalidante.

 

Come interviene la fisioterapia?

Prima cosa bisogna individuare la causa scatenante nelle attività che si svolgono quotidianamente in modo da evitarle o, quantomeno, modificarle. Il fisioterapista programma poi un percorso riabilitativo in base alla singola situazione del paziente. Si utilizzano tecniche di terapia manuale che possano andare a recuperare le restrizioni di movimento presenti nelle tre articolazioni funzionali; di queste, quella che spesso necessita di tecniche di riposizionamento è l’articolazione omero-ulnare e l’olecrano. Molto efficace nella cura dell’epicondilite è la mobilizzazione secondo il concetto Mulligan. Si utilizzano anche tecniche di mobilizzazione fasciale come il massaggio trasverso secondo Cyriax in modo da evitare la formazione di aderenze, incrementare l’estensibilità delle fibre e diminuire la sensazione dolorosa. Tutto ciò viene supportato anche da mezzi antalgici e antinfiammatori come la laserterapia, cryoultrasuoni, tecarterapia, onde d’urto ed elettroterapie. Tra queste tecniche, le onde d’urto risultano avere un’evidenza scientifica di successo ed è ciò che utilizziamo di più nei nostri centri di riabilitazione. Sicuramente ciò che raccomando sempre è anche l’esercizio terapeutico, la ginnastica insomma, che accelera i tempi di guarigione e la funzionalità del gomito. Tutto questo mix di tecniche va valutato da paziente a paziente in base alla causa della patologia e alla fase del dolore e dell’infiammazione.

 

Quali sono i tempi di recupero?

Anche questi dipendono dai singoli casi. Possiamo però parlare di una media di un paio di mesi. Importante durante il periodo del trattamento dell’epicondilite è anche l’utilizzo di un tutore. Parliamo di una fascia elastica o in neopreme che ha una superficie dura che va applicata in prossimità dell’epicondilo, dove si avverte dolore. In questo modo si ha una leggera compressione ischemica nella parte infiammata e una stimolazione neurologica che aiuta il paziente a controllare il dolore. Il tutore viene consigliato quasi sempre e ha anche un costo molto contenuto, alla portata di tutti. Se i sintomi persistono, non si può fare altro che ricorrere all’intervento chirurgico ma le statistiche parlano di casi che corrispondono ad un 10%. Resta quindi una bella percentuale del 90% di guarigione attraverso una buona fisioterapia.

 

Michele Del Bello è dottore in fisioterapia, dottore magistrale in scienze riabilitative delle professioni sanitarie, docente Vasyli Medical, assistente Mulligan concept, responsabile sanitario della Lardini Filottrano Volley, della Videx Grottazzolina Volley e responsabile del Centro Fisioterapico Rialab di Montegiorgio, via Faleriense est 33 e di San Benedetto del Tronto, via Manin 2.

Per informazioni: www.rialab.it

Contatti: micheledelbello@rialab.it

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