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Pasqua in rosso, viaggi all’estero consentiti, Vecchi (Ataf): “Un danno per i nostri alberghi”

ALBERGHI - "Siamo in emergenza o no?". Così il presidente dell'Ataf, Guianluca Vecchi, commentando la possibilità di andare all'estero per Pasqua ma non di recarsi per turismo in un'altra regione italiana. "Un paradosso inspiegabile che danneggia ancora di più le nostre strutture alberghiere".

Gianluca Vecchi

di Sandro Renzi

“Se siamo in emergenza deve valere anche per chi va all’estero”. Non usa mezzi termini il presidente dell’Ataf, Gianluca Vecchi, per commentare la possibilità concessa, anche per Pasqua, di lasciare l’Italia per turismo, anche se si parte da una zona rossa. “E’ un paradosso che danneggia ancora di più le nostre strutture alberghiere -tuona  Vecchi, in rappresentanza della categoria nella provincia di Fermo – non possiamo recarci nelle altre regioni o addirittura uscire dai confini comunali se non per comprovati motivi, ma possiamo prendere un aereo e andare in un Paese europeo”.

Si tratta come detto di una possibilità che è stata concessa già lo scorso giugno e può apparire come un paradosso in quella che siamo ormai abituati a definire la “nuova normalità”. Eppure è così. Anche se nelle ultime ore a fare un po’ di chiarezza è intervenuto anche il Ministero della Salute che avrebbe disposto, secondo quanto riferisce l’Ansa, l’obbligo del tampone per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione Europea, tamponi in partenza, quarantena di 5 giorni ed ulteriore tampone al termine dei 5 giorni. 

Questo potrebbe disincentivare le partenze nel weekend pasquale. Ma non è il nocciolo della questione che gli albergatori hanno sollevato. “Ci hanno detto che siamo in emergenza, il Paese finirà in zona rossa per Pasqua e i numeri preoccupano. Non possiamo che accettare i provvedimenti adottati dal Governo per frenare la pandemia, ma non posso non osservare che stiamo vivendo una contraddizione che continua a danneggiare la nostra categoria, tra le più colpite nell’ultimo anno” prosegue Vecchi “siamo sostanzialmente chiusi da mesi e non è possibile fare un viaggio in Sicilia, ad esempio, ma possiamo andare oltre confine. Lì forse i rischi non ci sono? Intanto i nostri alberghi restano con le porte chiuse. Ci dicano se dovranno restare così per sempre”.

E l’estate non si preannuncia come delle migliori. “Di prenotazioni non si vede neanche l’ombra – spiega il presidente dell’associazione turismo ed alberghi del Fermano – tutto bloccato. Abbiamo addirittura paura di affrontare la stagione estiva. Perché se è vero che l’anno scorso uscivamo da un lockdown pesante ed i numeri erano già confortanti, adesso temiamo di riaprire con numeri altalenanti e non sapremo cosa accadrà”.

Insomma, gli albergatori fermani sono in fibrillazione e la paura di una ripartenza tra incognite è quanto mai forte.


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