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Punto vaccini di Fermo, si parte ma c’è chi protesta per le file. Livini e Calcinaro: “Organizzazione da migliorare”

FERMO - L'impegno del direttore dell'Area Vasta 4 per risolvere i problemi riscontrati nel primo giorno di vaccinazioni. Per il primo cittadino il nodo è l'accettazione: "Troppi dubbi su AstraZeneca, così è un gioco al massacro"

di Andrea Braconi

“Il primo giorno è sempre un po’ particolare. Serve per osservare, per poi aggiustare il tiro”. Parole, quelle della dottoressa Laura Mariani, che provano a stemperare le proteste di chi questa mattina, nel piazzale della scuola Don Dino Mancini di Fermo, si è messo in fila per sottoporsi alla vaccinazione anti Covid, dove vengono somministrati AstraZeneca e Pfizer.

“Non è tollerabile far aspettare all’aperto anziani con queste temperature, come non è tollerabile che non si riescano a far mantenere le distanze di sicurezza e non far avere una corsia preferenziale per le persone in carrozzina” è la denuncia che riecheggia, anche dentro i corridoi del plesso scolastico adibito a centro vaccinale.

Elementi sui quali il direttore dell’Area Vasta 4 Licio Livini e il sindaco Paolo Calcinaro hanno subito fatto una serie di valutazioni, che porteranno nel pomeriggio sul tavolo della Prefettura (con la prefetta Vincenza Filippi che ha già fatto visita alla sede vaccinale di Fermo, ndr)  per un incontro chiarificatore al quale prenderanno parte in videoconferenza anche i vertici della Protezione Civile regionale.

“Questa è una situazione da ritarare -. ha esclamato Livini -. Dobbiamo evitare l’affollamento e siamo i primi a renderci conto che la cosa va assolutamente migliorata. Questo di Fermo è un punto su cui puntiamo molto, ma bisogna sia organizzato al meglio”.

Per il direttore quello della città capoluogo è il centro vaccinale più importante del territorio, in un sistema che vede incastonate anche Porto Sant’Elpidio, Montegranaro, Falerone, Amandola e – “quasi sicuramente” – il distretto sanitario di Petritoli. “A Fermo c’è più flusso, ci impegna di più, quindi dobbiamo essere all’altezza. Qui si è preferito creare una collaborazione con i medici di medicina generale, in un discorso misto con i nostri operatori per fare numeri importanti. Abbiamo il supporto dei medici di famiglia di Fermo e Porto San Giorgio, che possono portare anche i loro pazienti fragili, disabili e ultra 80 enni”.

Per Calcinaro (che ha ribadito con forza come sia creato anche il falso mito che Fermo abbia tentato di portare i via i punti vaccinali ad altri Comuni) “il tappo” che si è generato alla Don Dino Mancini  è legato alla fase di accettazione. “Il vaccino AstraZeneca sembra non volerlo nessuno, ma così non andiamo da nessuna parte – ha rimarcato -. La notizia non sono più i 500 morti di Covid al giorno, ma le 3 trombosi su milioni di vaccinati. Questo è un gioco al massacro e fa sì che i nostri medici debbano impiegare più di 10 minuti soltanto per convincere le persone a vaccinarsi. Per uscire da questo tunnel si deve dare il peso giusto alle informazioni, riportando la statistiche della letalità di qualsiasi altro farmaco. Anche la stampa nazionale deve entrare in questo sistema, altrimenti non ne usciamo più e da lì non servirà neanche contare i click delle letture”.

Un appello accorato, quello del sindaco, che trova fondamento proprio nei tanti dubbi riscontrati rispetto alla somministrazione del vaccino prodotto da AstraZeneca, che comunque fa riscontrare una riduzione della fornitura rispetto Pfizer e Moderna, quest’ultimo utilizzato a domicilio.

Noi vacciniamo con quello che abbiamo a disposizione – ha provato a spiegare Livini -. Con Johnson & Johnson le notizie sono quelle che sappiamo tutti, si parla del mese di aprile, ma ancora senza nulla di certo. Ripeto, lavoriamo con quello che abbiamo, già è un fortuna avere i vaccini, nei giorni scorsi scarseggiavano troppo, mancavano le forniture, mentre ora siamo stati rassicurati. Comunque, più ne abbiamo più ne facciamo. È un problema di tutto il Paese, non si trova un punto di stabilità e così si programma male. Si tratta di un percorso perverso”.

Il nodo forniture, appunto. Esattamente ciò che ha impedito all’Area Vasta 4 di predisporre un unico punto per tutta la provincia all’interno del Fermo Forum. “Se avessimo avuto tanti vaccini tutto sarebbe stato più semplice, con personale concentrato lì e percorsi gestibili. Ma siamo stati molto condizionati dalla scarsità delle dosi, quindi viviamo giorno per giorno i problemi che vivono tutti”.

Come risolvere, però, i problemi deflagrati nella mattinata? “A mezzogiorno sono stati 130 i vaccinati – sottolinea la dottoressa Mariani, già impegnata nel punto di Montegranaro -, con attive 3 postazioni mediche dove viene svolta l’intervista clinica al paziente per valutare la tipologia di vaccino, oltre a 2 amministrative che, una volta a regime, diventeranno 4 e 2 ambulatori di somministrazione con 7 e 10 poltrone. Certamente il tempo non ci è venuto incontro, con il freddo che ha influito anche sul discorso delle code fuori. Ma a breve sarà montato un altro gazebo con sedie per l’attesa, mentre alcuni aspetteranno in auto”.

Uno dei problemi, tiene a precisare, è anche che i prenotati arrivano prima dell’orario stabilito, con un conseguente accavallamento delle fasce orarie. “Faremo miglioramenti organizzativi, è stato così anche a Montegranaro. Oggi ci siamo resi conto che i gazebo sono piccoli e quindi ne monteremo di più grandi. Qui abbiamo portato proprio l’equipe di Montegranaro, quindi partiamo con personale consolidato, qualificato e motivatissimo. Noi la sentiamo come una missione, saranno solo da rivedere alcuni aggiustamenti esterni ma troveremo la soluzione per migliorare il tutto”.

In lista per questo giorno di apertura ci sono 450 persone, suddivise tra prime dosi e richiami, over 80 e residui di operatori sanitari. “Quando partiranno gli over 70 – ha proposto Calcinaro – potrebbero anche utilizzare il piano superiore, anche se il problema permane in fase di accettazione”. “Vanno rivisti alcuni meccanismi, ma il posto va bene e durerà fino a che durerà la vaccinazione” ha chiosato Livini.



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