L’Artrosi è una malattia caratterizzata dalla lenta e progressiva degenerazione della cartilagine articolare che, in una situazione normale, riveste le ossa permettendo a queste di scivolare l’una sull’altra senza alcun attrito. Se la cartilagine progressivamente si consuma il movimento tra le ossa avviene con attrito provocando dolore. Quando l’artrosi interessa l’articolazione trapeziometacarpale situata alla base del pollice si parla di Rizoartrosi. La malattia colpisce più frequentemente le donne degli uomini e fa solitamente la sua comparsa dopo i 40 anni ma poco si conosce circa le sue cause.
Ne parliamo con il responsabile del Centro fisioterapico Rialab, Michele Del Bello, fisioterapista, specializzato in terapia manuale e riabilitazione della mano e dell’arto superiore. Come riconoscere i sintomi e come risolvere il problema?
“Il sintomo principale è costituito dal dolore che compare quando il paziente esegue semplici movimenti di prensione con il pollice come, per esempio, rimuovere il coperchio di un barattolo, girare la chiave in una serratura, afferrare la maniglia di una porta, aprire la porta dell’auto. Il dolore può anche comparire spontaneamente con il cambiamento del tempo, in particolare in presenza di umidità e viene, inoltre, risvegliato dalla pressione diretta sull’articolazione alla base del pollice oppure quando si afferra il pollice e lo si spinge verso il polso con un movimento di rotazione. Con il passare del tempo la riduzione della forza espressa durante la prensione diventa sempre più marcata e il dolore compare nello svolgimento di attività manuali sempre più leggere. Caratteristica della rizoartrosi è anche la comparsa nelle fasi iniziali di un rigonfiamento alla base del pollice seguito da un progressivo spostamento della base del pollice verso l’esterno. Con il progredire della malattia l’apertura del pollice verso l’esterno si riduce rendendo sempre più difficoltoso afferrare anche piccoli oggetti. Come fenomeno di compenso l’articolazione intermedia del pollice, la metacarpofalangea, si iperestende nel tentativo di consentire alla mano di afferrare oggetti più grossi e il pollice assume una deformità caratteristica definita pollice a zeta.
Il trattamento delle fasi iniziali consiste nel riposo, nell’astensione dalle attività che provocano il dolore e nella somministrazione di farmaci antiinfiammatori (FANS o Cox-2) per via orale. Un’infiltrazione di cortisone direttamente nell’articolazione può, a volte, risolvere temporaneamente la sintomatologia dolorosa. Inoltre, nelle prime fasi della malattia è indicato il trattamento riabilitativo conservativo che prevede l’utilizzo di tutori su misura da indossare di notte per alcuni mesi per “mettere a riposo” l’articolazione infiammata e dolente e migliorarne la stabilità. Negli stadi più avanzati della malattia, nelle forme più invalidanti e dolorose nelle quali la terapia conservativa si sia dimostrata inefficace, è indicato il trattamento chirurgico seguito da un lungo periodo riabilitativo atto a recuperare uno schema motorio corretto e una buona funzionalità in assenza di dolore. Il tipo di trattamento chirurgico dipende dalle condizioni in cui si trovano le articolazioni alla base del pollice. Un esame radiografico potrà rivelare l’estensione del processo artrosico e indicare al chirurgo la procedura più adatta al caso. Una guarigione completa può richiedere alcuni mesi con un progressivo recupero della forza prensoria e dei movimenti del pollice.”.
Michele Del Bello è dottore in fisioterapia, dottore magistrale in scienze riabilitative delle professioni sanitarie, docente Vasyli Medical, assistente Mulligan concept, responsabile sanitario della Lardini Filottrano Volley, della Videx Grottazzolina Volley e responsabile del Centro Fisioterapico Rialab di Montegiorgio, via Faleriense est 33 e di San Benedetto del Tronto, via Manin 2.
Per informazioni: www.rialab.it
Contatti: micheledelbello@rialab.it
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