«Dobbiamo avere la capacità di guardare avanti immaginando le soluzioni che mettiamo a disposizione dei Comuni toccati profondamente dal sisma del 2016 e avere la capacità di anticipare i problemi che, fase dopo fase, la ricostruzione porterà con sé».
Così il presidente della Giunta Francesco Acquaroli, intervenuto alla seduta aperta del Consiglio regionale di ieri dedicata al terremoto durante la quale è stato presente anche il commissario Giovanni Legnini.
Dopo aver ringraziato Cesare Spuri per l’impegno profuso in questi anni e il commissario Legnini per l’importante lavoro quotidiano di supporto, Acquaroli ha espresso gratitudine all’assessore Guido Castelli «per la grande responsabilità di seguire tutti i passaggi che conducono verso l’obiettivo primario della ricostruzione, così tanto impegnativa e complicata sotto ogni punto di vista, normativo, procedurale ed economico» ed ha poi augurato buon lavoro a Stefano Babini, direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione post-sisma delle Marche.
«Non esiste un modello di riferimento per un sisma devastante per il centro Italia come quello del 2016 che ha coinvolto quattro regioni e centinaia di comuni – spiega Acquaroli -. Occorre comprendere cosa possiamo fare nella velocizzazione delle procedure, cercare di capire e superare gli ostacoli della ricostruzione futura. Dobbiamo fare esercizio tra noi in aula, farlo con il Commissario e soprattutto con chi la ricostruzione la vive e la sente forte quotidianamente, che sono i sindaci, i portatori degli interessi dei territori più colpiti dal terremoto». Se finora andava rafforzata la filiera istituzionale, insiste il presidente «d’ora in avanti dovremo farlo anche di più: ogni singola voce di un territorio può aiutarci a risolvere ad affrontare e anticipare i problemi che si presenteranno tra pochi mesi. Più comprenderemo i problemi futuri, e potremo risolverli preventivamente, più riusciremo a velocizzare e rafforzare la capacità di ricostruzione».
Importante il raccordo con i Comuni, come sperimentato di recente sarà utile anche nei mesi futuri, e di rilievo la fase di accelerazione registrata «ma dobbiamo anche immaginare azioni comuni congiunte con le altre Regioni», ha aggiunto il presidente secondo cui oltre alla Zes o a infrastrutture come la Pedemontana «occorrono battaglie comuni per i territori, già in sofferenza, che hanno avuto il trauma impressionante del sisma e stanno subendo il fenomeno di spopolamento senza precedenti».
Un invito quindi alla «progettualità, al sostegno, alla capacità attrattiva per i territori penalizzati che rischiano di non riuscire a ripartire come serve alle Marche per tornare ad essere competitive. Occorre uno sforzo istituzionale di tutte le forze politiche per riuscire con senso di responsabilità ad individuare con maggiore unanimità gli strumenti per velocizzare la ricostruzione materiale ma anche la rigenerazione sociale ed economica di una porzione così importante della nostra superficie regionale colpita dal sisma».
Un appello infine a tutte le forze «che hanno un ruolo istituzionale affinché si possa convergere nei confronti del governo centrale e in Europa con richieste circostanziate e precise, con forza, determinazione e chiarezza, per far rispettare le prerogative non di una parte politica ma di un territorio che grida il suo dolore ormai da troppo tempo. Certo che sapremo trovare quell’unità indispensabile per portare a casa l’obiettivo che riguarda la speranza e il futuro del territorio marchigiano».
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