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Virus, nelle Marche calano i positivi ma gli ospedali restano sotto pressione I dati del rapporto Gimbe

RAPPORTO - Frena il contagio ma la pressione sulle strutture ospedaliere resta alta. E' quanto emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe sull'andamento della pandemia in Italia. Il tasso di occupazione dei posti letto nelle Marche è ancora elevato. Regione seconda dietro alla Lombardia.

di Sandro Renzi

Il fronte degli aperturisti fa breccia nel Governo e le regioni approvano una bozza che contiene alcune linee guida per consentire a ristoranti, teatri, palestre e piscine di aprire i battenti già a maggio. Decessi e terapie intensive, d’altro canto, fanno registrare ancora numeri pesanti sebbene il contagio risulti in frenata. E’ quanto emerge dal rapporto della fondazione Gimbe relativo alla settimana 7-13 aprile. “Oltre 200 pazienti al giorno entrano ancora in terapia intensiva mentre sul fronte vaccini ciclo completo per il 44% degli over 80” si legge nel rapporto. I casi sono diminuiti del 15,4% ma i decessi sono aumentati del 7,5%. La pressione sugli ospedali inizia finalmente ad alleggerirsi sebbene 7 regioni restino sopra la soglia di saturazione per l’area medica e 13 per le terapie intensive.

Scendendo nel dettaglio del monitoraggio Gimbe salta agli occhi come il numero di nuovi positivi sia sceso da 125.695 a 106.326 in una settimana, ma anche come il numero dei decessi sia purtroppo passato da 2.868 a 3.083. “In calo i casi attualmente positivi (519.220 vs 555.705), le persone in isolamento domiciliare (488.742 vs 522.625), i ricoveri con sintomi (26.952 vs 29.337) e le terapie intensive (3.526 vs 3.743)”. Le Marche hanno fatto segnare un calo del 17,1% di nuovi casi nella settimana oggetto di osservazione dalla fondazione Gimbe. Dati positivi con 526 positivi su 100.000 abitanti. Non altrettanto si può dire per il tasso di occupazione dei posti letto da parte di pazienti affetti da Covid 19 o dalle sue varianti. In entrambi i casi, ovvero area medica e terapia intensiva, siamo al 51% do occupazione, dietro solo alla Lombardia al 56%. C’è poi il capitolo vaccini. La percentuale di popolazione marchigiana che ha completato un ciclo vaccinale si attesta al 7,2%. Classifica guidata dal Piemonte con l’8,3%. Passando alle fasce di età, gli over 80 che hanno completato il ciclo vaccinale nella nostra Regione sono il 44,7%, mentre il 37,2% ha ricevuto solo la prima dose. I dati in questione, elaborato dalla fondazione, sono aggiornati al 14 aprile. Nella fascia di età compresa tra 70 e 79 anni i vaccinati marchigiani che hanno completato la vaccinazione sono l’1,9%, mentre il 21,9% ha ricevuto una dose.

Se in vista della stagione estiva – conclude Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – la priorità del Paese è rappresentata dalle progressive riaperture per rilanciare l’economia e placare le tensioni sociali, è indispensabile ribadire alcune dinamiche della pandemia e della campagna vaccinale per guidare Governo e Regioni in questa fase strategica e per una corretta informazione della popolazione. Innanzitutto, se gli effetti di un’Italia rosso-arancione si protrarranno per almeno 3 settimane, il progressivo ritorno al giallo determinerà inevitabilmente una risalita della curva epidemica, anche se mitigata dalla ridotta probabilità di contagio all’aperto per l’aumento delle temperature. In secondo luogo, in tempi brevi non esiste alcuna possibilità di ridurre i contagi a 50 per 100.000 abitanti al fine di riprendere il tracciamento, attività peraltro mai potenziata dalle Regioni. Infine, la progressione della campagna vaccinale permetterà di mettere in sicurezza, auspicabilmente prima dell’estate, over 70 e fragili con notevole impatto su ospedalizzazioni e decessi, ma non sulla circolazione del virus che richiederà di mantenere tutte le misure individuali. Ecco perché è fondamentale inserire tra i parametri per le riaperture specifici target di copertura vaccinale per le categorie a rischio”.


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