di Sandro Renzi
Infrastrutture, sanità, fusione, ma anche provincia e progetti comuni per una mobilità dolce. Questi i temi affrontati dai sindaci Paolo Calcinaro e Nicola Loira nella terza puntata del programma di approfondimento di RF1 “Il Confronto”, intervistati dal vicedirettore di Cronache Fermane e Radio Fermo Uno, Giorgio Fedeli.
Un faccia a faccia che ha visto i due primi cittadini convergere su molti punti, a partire proprio dal futuro della sanità fermana alle prese con la nomina del nuovo direttore generale dopo le dimissioni a sorpresa di Licio Livini. I sindaci di Fermo e Porto San Giorgio hanno le idee chiare: “Basta con la sanità fermana Cenerentola della Regione” hanno ribadito all’unisono “il territorio ha bisogno di prospettive e di contenuti, ma soprattutto di nuovi servizi”. E’ stato Calcinaro ad aprire le danze. “Dietro alle dimissioni di Livini si cela un confronto aspro con la parte politica che governa la Regione. E’ stato un fulmine a ciel sereno che ci lascia scoperti di una figura importante in un momento delicato. La Storti d’altra parte non può dedicarsi giorno e notte alla causa del Fermano. Ora si faccia presto con la nomina di un sostituto, basata sulla meritocrazia e preferibilmente del territorio. A meno che non sia un indiscusso valore aggiunto rispetto alle figure che sono della provincia”. Il criterio dell’appartenenza territoriale riveste per il sindaco di Fermo un peso importante. “Da presidente della Conferenza dei sindaci dico che a difesa di Livini si doveva uscire con una voce unanime e non a maggioranza, perché sarebbe stato un segnale di debolezza“.
Sulla stessa lunghezza d’onda il collega rivierasco, Nicola Loira. “Piena stima nei confronti di Livini, anche io sono stato sorpreso per le sue dimissioni. Penso che il nuovo direttore debba essere qualcuno con capacità manageriali e l’aspetto territoriale non lo scarterei. Tuttavia il tema centrale è quale politica sanitaria per il fermano? La nostra sanità è in difficoltà e vogliamo sapere quali azioni verranno intraprese”. Ma anche quali servizi sono indispensabili per la provincia. Ancora Calcinaro: “Riconoscimento di un supporto al pronto soccorso, l’unico esistente nel fermano mentre altre province ne hanno più di uno, l’emodinamica, una rete clinica di Marche sud perché non possiamo pretendere di avere tutto, voglio però capire cosa ha Ascoli che Fermo e Macerata non hanno o cosa ha Macerata ed Ascoli che Fermo non ha. Soffriamo più di altre province ma abbiamo una possibilità in più, ovvero il nuovo ospedale che sta crescendo bene così come quello di Amandola. Ora serve riempire di investimenti e contenuti questa struttura”. Per Loira quella sulla sanità “è una battaglia che va giocata insieme a prescindere dall’appartenenza politica, soffriamo la mancanza di un rappresentante nella giunta regionale ma non possiamo perdere per non finire indietro di anni”.
Altro tema di stretta attualità quello legato alla carenza di infrastrutture. Categorico ancora Calcinaro: “Siamo la Cenerentola delle Marche anche su questo fronte. Manca la mare monti, la terza corsia si è stoppata a Porto Sant’Elpidio ma qualcosa forse comincia a muoversi in regione dove sembra emergere una diversa consapevolezza per il nostro territorio. Certo è che l’arretramento dell’A14 non ci sarà perché non è gestibile da Società Autostrade”. Anche per questo il sindaco Loira che annuncia di non voler fare barricate contro la terza corsia, tuttavia, pretende di conoscere la progettualità e soprattutto cosa le autorità intendono fare dopo Pedaso. “Ci siederemo allo stesso tavolo ma con fermezza” dice.
Da una grande infrastruttura ad una piccola infrastruttura. Sul tavolo finisce la corsia ciclabile. Loira. “Ci stiamo lavorando. Intanto sarà pronta la pista ciclabile all’uscita dal ponte sull’Ete. Il tema della mobilità dolce è ineludibile, ce lo chiedono i cittadini. Abbiamo realizzato una pista ciclabile suggestiva che unisce il nord al sud. Sul lungomare Gramsci la questione è differente perché non abbiamo molti spazi, stiamo quindi ragionando sulla corsia ciclabile e sulla trasformazione di questa strada che non potrà più essere una via di scorrimento veloce. Deve insomma cambiare la nostra mentalità”. Anche Fermo sta lavorando ad una ciclabile sul lungomare. Calcinaro annuncia che da settembre si metterà mano al cantiere per realizzare una pista “dallo chalet Ondina al Tropical così da unire le due città attraverso le due ruote”. Fermo e Porto San Giorgio stanno peraltro progettando anche una pista ciclabile che dovrebbe unire la Valdete alla cittadina rivierasca. Il tutto in attesa del nuovo ponte sull’Ete. A chi intitolarlo? Loira suggerisce all’imprenditore Felice Chiesa, recentemente scomparso. E Calcinaro appoggia l’idea. ” E’ stato un pioniere e un pontiere del turismo”.
Ponte come metafora di una fusione tra i due Comuni? Magari partendo dalle partecipate che si occupando di energia. E’ un tema che ricorre periodicamente ma che entrambi i sindaci intendo affrontare con una diversa consapevolezza. Loira: “E’ un tema che è stato sempre malposto, parlando alla pancia ed agli istinti e ci sono sempre state risposte viscerali. La fusione semmai deve essere la risposta alle questioni. Se si parla di perdita di autonomia si finisce solo con il fare chiacchiere da bar. Ho respirato a casa sempre un pò di campanilismo ma da amministratore debbo pormi domande che attengono alla qualità della vita dei nostri cittadini. Faccio un esempio. Abbiamo necessità di collocare altrove l’ecocentro per riqualificare quell’area sud, ebbene non abbiamo un’area dove mettere l’ecocentro, non c’è più spazio. Per non parlare della contiguità dei territori. La fusione va posta mettendo sul tavolo le progettualità dei Comuni, avere magari un grande Comune con due municipalità. Non so se è la soluzione ma so quali sono le questioni importanti che dovremo affrontare e so quanto sia importante una città forte nelle Marche del sud”. E Fermo e Porto San Giorgio insieme lo diventerebbero gioco forza grazie ai numeri. Calcinaro: “Saremmo baricentrici e la città più popolosa nel sud delle Marche. Sempre più finanziamenti riguardano infatti i capoluoghi di provincia.”. Insieme, quindi, per contare di più ed intercettare molte più risorse.
Unità di vedute anche rispetto al nuovo decreto riaperture approvato dal governo. Il sindaco di Porto San Giorgio, città che peraltro vive di commercio, confida “in un cambio tra un ventina di giorni ed anche che la situazione possa migliorare per consentire agli operatori di poter lavorare. Il coprifuoco alle 22 non va bene”. Anche Calcinaro si aspettava qualcosa in più. “Un segnale, magari spostare il coprifuoco di un’ora”.
E non poteva mancare un accenno alle prossime elezioni provinciali. Paolo Calcinaro ha dichiarato di non essere candidato alla presidenza. “Così tranquillizzo qualcuno anche se vari colleghi sindaci mi avevano sollecitato. Però sarò interessato a vedere come dovremo operare. La presidente Moira Canigola è stata lasciata sola nella conduzione fatta eccezione per il consigliere Stefano Pompozzi che è stato sempre presente”. Loira ha invece puntato l’indice contro la riforma delle province. “Questo tipo di provincia è qualcosa che non riesce a rispondere alle esigenze della persone. Mi piacerebbe essere il presidente di una provincia eletto dai cittadini. Quanto alla Canigola, si è fatta carico delle conseguenze di una riforma rimasta ferma dove l’organo politico è rimasto lì supportato da consiglieri che hanno spirito di servizio e spirito volontaristico. Spero che la nuova compagine rappresenti tutto il territorio senza nemmeno troppi divisioni”.
Parentesi ‘leggera’, in chiusura, sull’approccio, assolutamente dicotomico, con la comunicazione sui social, da parte dei due sindaci: “Paolo ha costruito una parte del suo consenso, attraverso la vicinanza alla comunità, anche attraverso i social. E ha fatto benissimo – il punto di Loira – oggi il mondo viaggia su questi piattaforme. Bisogna utilizzarle. Ma è una questione di tempo. Ogni volta che prendo il telefono a casa, è una tragedia. Non riesco, più che altro, a tenere la discussione. Paolo è imbattibile su quest’aspetto”. “Io preferirei di gran lunga avere meno tempo, per averne di più per una famiglia – la rivelazione di Calcinaro – non sono in questa condizione ed è un rimpianto per me, che vorrei anche colmare. Sono entrato su Facebook quando non ero nemmeno assessore perché conobbi una ragazza all’estero che mi chiese di tenerci in contatto su Facebook. Da lì è siamo stati travolti dai social. In questo momento di pandemia, con un contatto reale molto meno possibile, credo che sia stato uno strumento per restare”. E dopo aver conosciuto Instagram: “Mi sono iscritto anche lì”.
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