La Commissione affari istituzionali-bilancio della Regione, presieduta da Renzo Marinelli (Lega), ha approvato a maggioranza, favorevoli i consiglieri di Lega e FdI, contrari Pd, astenuto M5s, la proposta di legge che aggiorna la disciplina del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro.
Attualmente composto da 27 rappresentanti di categorie lavorative e professionali, il Crel passa a 39 componenti. «Una modifica che migliora la rappresentatività – evidenzia Marinelli – e che consente di valorizzare ancora di più la funzione dell’organismo, ampliandone i componenti e i pareri». Relatori della pdl, a firma dei capigruppo Ciccioli (FdI), Marinelli (Lega), Marcozzi (FI), Rossi (Civici Marche) e Latini (Udc), sono Carlo Ciccioli per la maggioranza e Andrea Biancani (Pd) per l’opposizione.
«La nuova composizione del Crel fotografa, in modo lungimirante, il cambiamento socio-economico della nostra regione – sostiene Ciccioli –. Salvaguardando la rappresentanza dei lavoratori dipendenti, si amplifica quella delle aree in crescita, in particolare i liberi professionisti, la scuola e le Università, i servizi pubblici locali. Per tutelare l’equilibrio – aggiunge – vengono aumentati di una unità i rappresentanti di imprese industriali, artigianato e agricoltura. Come novità, si introduce un peso specifico maggiore per l’area sanitaria».
Nel dettaglio entrano a far parte dell’organismo consultivo 3 rappresentanti delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica e delle professioni sanitarie, 1della scuola e 2 delle università, 1 della gestione dei servizi pubblici locali. Inoltre crescono di 2 rappresentanti gli ordini professionali e di 1 le imprese industriali, agricole e artigiane. Giudizio negativo quello del consigliere regionale Biancani, secondo il quale «sarebbe stato opportuno condividere l’iter della proposta con il Crel, coinvolgendolo maggiormente. Gli aggiornamenti modificano l’attuale equilibrio di rappresentanza e i criteri adottati per la scelta dei nuovi rappresentanti non sono chiari. Inoltre – conclude – avremmo preferito il mantenimento dell’autonomia nelle nomine, senza prevedere l’intervento del presidente del Consiglio regionale per completare la rappresentanza, qualora non si trovi un accordo nei tempi previsti».
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