di redazione CF
Lo spunto per tornare a parlare della sanità fermana, con l’assessore regionale Filippo Saltamartini, se mai di spunti ci sia bisogno dopo il ‘terremoto’ amministrativo con le dimissioni dell’ex direttore Av4, Licio Livini, arriva con la notizia dell’attivazione di quattro nuove strutture mediche campali per le Centrali operative dell’emergenza sanitaria che il delegato alla Sanità della giunta Acquaroli definisce “risposte per un primo pronto intervento negli scenari di crisi”. Quattro, a disposizione delle Centrali operative di Pesaro, Ancona, Macerata e Piceno Soccorso. Sì mancherebbe Fermo, verrebbe subito da dire. Ma il nostro capoluogo non ha mai avuto una centrale operativa. Un nodo gordiano su cui si è tanto dibattuto negli anni passati. Ma oggigiorno ritirare fuori la questione, di una centrale 118 fermana, con il progetto di attivazione di una centrale operativa unica regionale, rischia di essere anacronistico. Ma, a prescindere da dove e quante ne siano, l’efficienza sulla risposta emergenziale, non può essere seconda ad alcuna questione. Si tratta di salvare vite. “Noi stiamo uscendo da una pandemia e le centrali uniche sono un punto dolente. So bene che ad esempio nei territori al confine tra Fermo e Ascoli – il focus di Saltamartini – si riscontrano dei problemi perché per protocollo non interviene l’ambulanza più vicina ma quella di competenza. E questo, permettetemi, è follia. Comunque anche questo è un aspetto che affronteremo nel quadro complessivo della riorganizzazione della sanità regionale e fermana, sì anche fermana”.
Riorganizzazione della sanità, da dove partire dunque? “Allora, innanzitutto, lavorerò sulle liste di attesa sugli interventi chirurgici, basta con gli intasamenti al Pronto soccorso, ripartiamo con gli screening preventivi, come quelli oncologici, riorganizzeremo, appunto, a livello regionale la macchina oncologica. La nostra regione fa registrare moltissimi pazienti in mobilità verso altre regioni. Abbiamo registrato 35 milioni di casi che salgono a 40 in casi di mobilità passiva su interventi tipo quello al menisco. Voglio dare maggiori funzionalità ai presidi ospedalieri periferici, mi occuperò anche della riforma del Cup e dell’Urp, e di una revisione della centrale unica 118. E’ nostra intenzione, poi, rafforzare, dicevo, i servizi territoriali. A Fermo avremo un nuovo ospedale che, come struttura e con i primari di alto livello che vanta, deve essere un punto di riferimento per tutta la regione. Ma dovrà essere un ospedale per acuti, la diagnostica va distribuita su altri presidi locali che, appunto, dovranno sicuramente essere più funzionali. Sono tutti aspetti che affronteremo con il Piano sanitario“.
Ma di questi tempi sanità fermana fa inevitabilmente rima con nomina del nuovo direttore di Area vasta 4. “Su quest’aspetto – categorico Saltamartini – sono stato chiaro. Io sono per il rispetto della legge, sempre”. Si attende la terna di nomi che il direttore generale Asur Marche, Nadia Storti, comporrà selezionando i 54 candidati idonei a ricoprire la carica di direttore Av. E tra i tre, sarà l’amministrazione regionale a chi consegnare le chiavi dell’Area vasta di Fermo. “Il direttore generale si assume la responsabilità dei nomi che propone. Poi, certamente, saremo noi a scegliere. Serve un dirigente che rimetta in piedi la sanità fermana che ha fatto registrare delle lacune imperdonabili. Finché sarò io alla guida della sanità regionale, dal punto di vista politico-amministrativo, non saranno ammesse negligenze. Io sono una persona che, se riceve segnalazioni, ed è per questo che il mio numero di telefono è pubblico, poi va a chiedere spiegazioni ai dirigenti“. Ma quei tre nomi, comunque, ancora non arrivano. “Ho chiesto alla Storti un approfondimento sulla sanità fermana, una complessiva ricognizione. Questo per avere il quadro totale e puntuale ma anche per consegnare al nuovo direttore uno scenario ben delineato su cui operare”. Un direttore ‘fermano’. “Francamente trovo quest’aspetto, di chiedere qualcuno fermano, davvero stucchevole. Noi dobbiamo dare risposte in termini di efficienza e quindi il Fermano ha bisogno del miglior direttore Av4 possibile. Avremo un nuovo ospedale da cui ripartire. Evitiamoci però, nel Fermano, l’effetto Calimero che proprio il Fermano non merita. Sicuramente ci sono delle disfunzioni da correggere. Ora, però, capirete, la mia priorità è giocoforza la copertura vaccinale su cui a livello nazionale siamo tra le prime regioni. L’obiettivo è l’efficienza. Io penso di aver iniziato a capovolgere la piramide. Purtroppo fino ad oggi molti ambiti della sanità erano praticamente autoreferenziali. E questo non va bene. Io non sopporto che un cittadino che vuole risposte non trovi alcun interlocutore a cui rivolgersi. Allora se il cittadino si rivolge a me, poi io non la lascio cadere lì e chiedo spiegazioni ai dirigenti. Io faccio sistematicamente controlli e verifiche. Il cittadino deve avere risposte perché finalmente deve tornare al centro del sistema Sanità”.
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