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Palmo della mano e morbo di Dupuytren: trattamenti e soluzioni

MONTEGIORGIO -Intervista al responsabile del Centro fisioterapico Rialab, Michele Del Bello, fisioterapista, specializzato in terapia manuale e riabilitazione della mano e dell’arto superiore

Michele Del Bello

Nuovo appuntamento con la salute, insieme al dr. Michele Del Bello, fisioterapista e responsabile del Centro di riabilitazione della mano “Rialab” di Montegiorgio. Stavolta il professionista, specializzato in terapia manuale e riabilitazione dell’arto superiore, affronta la malattia di Dupuytren, scoperta ormai 180 anni fa a Parigi dal barone Guillaume Dupuytren. 

 

Di che patologia parliamo esattamente?

Si tratta di un ispessimento della fascia palmare, cioè del tessuto interposto tra la cute del palmo della mano e i tendini flessori. Tale ispessimento può dar origine ad una vera e propria corda tesa dal palmo della mano fino alle dita, che limita il movimento di estensione di un dito o di più dita rendendo impossibile la completa apertura dell’arto. La malattia determina a volte anche un ispessimento della cute che riveste il dorso delle articolazioni delle dita e può colpire, a volte, anche la pianta dei piedi. E’ una patologia che insorge spontaneamente senza causa apparente.

 

Chi sono i pazienti più colpiti?

Nell’80% dei casi affligge il sesso maschile. Insorge solitamente all’età di 40 anni e spesso si nota una distribuzione familiare. Esiste un’associazione tra malattia di Dupuytren e abuso di alcool, così come può essere favorita o aggravata da traumi ripetuti sul palmo della mano, per ragioni di lavoro o hobby. Alcuni pazienti possono presentare forme più severe e in tal caso l’età di insorgenza è più precoce e la localizzazione diffusa ad entrambe le mani e ai piedi.

 

Che sintomi si avvertono e come si può riconoscere?

Parliamo di una patologia che insorge molto lentamente e si manifesta con la presenza di un piccolo nodulo o, a volte, di un’area di retrazione cutanea nel palmo della mano. Tali formazioni compaiono di solito in corrispondenza delle pliche palmari lungo l’asse del 4° o 5° dito. In altri casi i pazienti riferiscono solo un iniziale senso di fastidio, localizzato nel palmo della mano, e di un bisogno ossessivo di massaggio della cute palmare seguito, più avanti, dalla comparsa progressiva del nodulo o della retrazione cutanea. Con il passare del tempo si può osservare la formazione di un cordone fibroso teso tra il palmo della mano e il dito o le dita colpite. Il paziente solitamente si accorge della malattia quando nota che il palmo della mano non può essere completamente appoggiato su una superficie piatta, come per esempio il piano di un tavolo.

Che evoluzione manifesta la malattia di Dupuytren?

Il quadro clinico può rimanere invariato per anni ed in pratica arrestarsi definitivamente oppure esaurirsi momentaneamente, per evolvere poi progressivamente fino alla retrazione completa di una o più dita nel palmo della mano. Nei casi gravi la retrazione delle dita nel palmo della mano può interferire con le normali attività quotidiane come lavarsi le mani o il viso, indossare guanti o infilare le mani nelle tasche.

 

Qual è il trattamento consigliato?

Non esistono attualmente terapie conservative efficaci. Il trattamento è chirurgico e consiste nell’asportazione della fascia palmare e digitale retratta; viene eseguito in anestesia generale o pelvica e richiede solitamente un ricovero di un giorno. La presenza isolata di un nodulo non costituisce un’indicazione all’intervento, ma richiede un periodico controllo da parte di un chirurgo della mano. La retrazione progressiva in flessione di un dito a livello dell’articolazione metacarpofalagea determina una limitazione funzionale della mano, tale da giustificare l’intervento chirurgico, considerando anche che, in uno stadio precoce, l’aponevrectomia risulta più semplice. Nelle fasi intermedie o avanzate, quando la retrazione in flessione si verifica anche a livello dell’articolazione interfalangea prossimale, coinvolgendo strutture capsulo-legamentose, l’asportazione completa della fascia palmare ed il recupero dell’estensione del dito risulta più difficoltoso e, a volte, può non avvenire completamente. La cute della superficie palmare della mano, rimasta a lungo retratta e spesso sede di macerazione, richiede, in alcuni casi, il ricorso a plastiche cutanee per consentire la completa estensione del dito.

 

La malattia può ripresentarsi?

La recidiva, a distanza variabile di tempo dall’intervento, è possibile, anche se rara. E’ possibile che si riformi un cordone fibroso a livello dello stesso raggio digitale operato o in altre sedi del palmo della mano. A volte, dopo l’intervento chirurgico, si rende necessario per un breve periodo l’utilizzo di un tutore reperibile in commercio che faciliti il recupero dell’estensione delle dita. Un decorso post-operatorio seguito da una fisioterapia immediata, che abbia come obiettivi il mantenimento del movimento di flesso-estensione delle dita, il controllo dell’edema e della retrazione cicatriziale, conduce a risultati funzionali di gran lunga migliori, per tempi e qualità. Aiuta anche a prevenire complicanze quali l’algodistrofia o l’eccessiva formazione di aderenze cicatriziali.

 

Michele Del Bello è dottore in fisioterapia, dottore magistrale in scienze riabilitative delle professioni sanitarie, docente Vasyli Medical, assistente Mulligan concept, responsabile sanitario della Lardini Filottrano Volley, della Videx Grottazzolina Volley e responsabile del Centro Fisioterapico Rialab di Montegiorgio, via Faleriense est 33 e di San Benedetto del Tronto, via Manin 2.

Per informazioni: www.rialab.it

Contatti: micheledelbello@rialab.it

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