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Variante Delta, due pazienti al Murri. Ciarrocchi: “Fondamentale vaccinarsi”

FERMANO - Il direttore del dipartimento Prevenzione dell'Av4: "La variante causa gli stessi sintomi del virus ma è più infettiva, nel senso che un contagiato più infettare più persone. Quindi è importantissimo abbattere le trasmissioni. E qui torna in ballo l'importanza di vaccinarsi anche perché il contagio avviene tra i non vaccinati"

Giuseppe Ciarrocchi

“Preoccupato per la variante Delta? No, affatto. Ma è fondamentale vaccinarsi”. La disamina di Giuseppe Ciarrocchi, direttore del dipartimento Prevenzione dell’Area vasta 4, sulla diffusione della variante Delta del Covid19 è netta, cristallina. Il direttore Ciarrocchi conferma la notizia che al Murri sono ricoverate due persone affette dalla variante Delta. “Sono due pazienti che arrivano da fuori provincia. Al momento non mi risultano persone del Fermano che l’hanno contratta. Ma, sia chiaro, la variante, come il virus, c’è. E con ogni probabilità sarà dominante. Sì perché è la mutazione del virus che si ‘attrezza’ per resistere. La variante è più infettiva ma l’importante è che non scaturisca in malattie gravi. E questo si contrasta solo con la vaccinazione”.

Un Ciarrocchi di certo non allarmista, non vede motivo di esserlo: “Se andiamo avanti con questi ritmi sulla vaccinazione, credo proprio che non arriveremo ad avere numeri di positivi alla variante tali da mettere in crisi il sistema sanitario. Però, ripeto, è fondamentale che si vaccinino tutti, soprattutto gli over 60. La variante causa gli stessi sintomi del virus ma è più infettiva, nel senso che un contagiato più infettare più persone. Quindi è importantissimo abbattere le trasmissioni. E qui torna in ballo l’importanza di vaccinarsi anche perché il contagio avviene tra i non vaccinati”.

La variante Delta, stando a quanto riferito dal ministero della Salute, è stata rilevata per la prima volta in India. “Include – si legge sul sito internet del ministero della Salute – una serie di mutazioni la cui contemporanea presenza desta ragionevole preoccupazione – come d’altronde specificato da Ciarrocchi – per la potenziale maggiore trasmissibilità e il possibile rischio di reinfezione. Sono state riscontrate anche varianti appartenenti al ceppo indiano, quindi geneticamente correlate, ma sprovviste della mutazione E484Q. Ad oggi non ci sono prove che queste varianti causino malattie più gravi o rendano i vaccini attualmente impiegati meno efficaci. Sono in corso, comunque, approfondimenti di ricerca, in collaborazione con i partner internazionali, per capire meglio l’impatto delle mutazioni sul comportamento del virus e per garantire che vengano presi tutti gli interventi di salute pubblica appropriati”.


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