di Andrea Braconi
Ospiti speciali all’ITET Carducci Galilei, per un evento altrettanto speciale. Rossella Piccirilli, governatrice del Distretto 2090 del Rotary (che oltre alle Marche comprende anche Abruzzo, Molise e Umbria) ha visita alla scuola fermana diretta da Cristina Corradini per presentare un’importanza iniziativa, ideata a sostegno dell’attività didattica degli istituti tecnici.
Tre quelli della nostra provincia destinatari di ben 31 device: agli 11 dell’Itet, infatti, si aggiungono i 10 per l’Itis Montani e altri 10 per il Mattei di Amandola. Numeri che rientrano in quella seconda fase che ha visto distribuire nelle 4 regioni 397 tablet comprensivi di tastiera, di cui 150 nelle Marche. La prima, invece, sviluppata tra aprile e maggio, aveva visto protagoniste le scuole professionali con 513 device donati (200 nella nostra regione).
“Grazie al Rotary per la generosità – ha affermato Corradini in apertura -. Siamo onorati per un duplice motivo: il primo è che questo è un gesto benefico, mentre il secondo è che si traduce in un linguaggio a noi molto caro, quello dell’innovazione tecnologica, che è risultata fondamentale per rispondere alle criticità di studenti ed insegnanti in oltre un anno di pandemia”.
Ma per l’Itet questo passaggio è anche il mettere in evidenza quanto realizzato prima dell’emergenza sanitaria, con l’apertura di corsi e laboratori altamente informatizzati. “I device sono forse erroneamente pensati come strumenti di gioco o passatempo, mentre in realtà sono uno degli strumenti didattici che entra a pieno titolo nella scuola secondaria di secondo grado, con ragazzi già abituati a questo utilizzo”.
“Grazie a Usaid, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale – ha aggiunto la governatrice -, siamo riusciti ad intercettare contributi importanti per azioni contro il Covid in Italia, per un importo di 5 milioni di dollari da distribuire nei 13 distretti Rotary. Ho pensato immediatamente alla didattica e ho sviluppato una prima tranche di 100.000 dollari per il mese di aprile interessando gli istituti professionali. Subito dopo è stata messa in campo una seconda tranche, questa volta rivolta agli istituti tecnici. Abbiamo pensato a device più completi e performanti, partendo dal presupposto che i ragazzi tra i 16 ed i 17 anni per il 12% hanno carenza di computer, mentre il 57% di loro è costretto a dividerli con altri familiari. Insomma, è un problema sentito e il Rotary doveva necessariamente rispondere”.
C’è un altro interessante progetto portato avanti dal Rotary, il cosiddetto Reboot, incentrato sulla riconversione di computer. “Abbiamo messo insieme strumenti che sarebbero andati al macero, li abbiamo resi nuovamente funzionati e li abbiamo distribuiti attraverso i giovani rotariani. Si tratta di 1.400 computer distribuiti nel Distretto, con lo sguardo sempre proiettato al futuro”.
In rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche, delegato dal direttore generale Ugo Filisetti, è intervenuto Roberto Vespasiani, dirigente dell’Ufficio di Ambito di Macerata. “L’incarico del Rotary è di essere a disposizione delle comunità, in questo caso educanti. Abbiamo vissuto questa fase critica con le scuole che hanno fronteggiato con quello che avevano. Poi sono arrivati i finanziamenti, ma il supporto del Rotary agli istituti tecnici si è rivelato fondamentale. È un bel segnale quello che suggelliamo oggi, qui vedo un’idea di attività dentro la comunità”.
Sulla didattica a distanza, ha proseguito, “si è detto tutto e si è anche esagerato in alcuni momenti”. “Sicuramente la scuola è andata in difficoltà. Ma 20-30 anni fa sarebbe stato detto ‘State a casa e non fate niente’, mentre grazie alla tecnologia abbiamo potuto mantenere quel contatto e quel servizio. I problemi legati alla connessione hanno fatto emergere una nuova povertà, quella tecnologica, ma sono sicuro che di quello che abbiamo costruito non ce ne disfaremo quando la pandemia sarà un ricordo, perché la tecnologia sarà oramai pervasiva di tutte le nostre attività”.
Emidio Pipponzi, presidente del Rotary Club Alto Fermano Sibillini, ha voluto ricordare come il suo club si sia attivato sin da subito per il progetto Rebott, sia attraverso i soci che numerosi amici. “Siamo riusciti a recuperare 43 computer tra portatili e fissi. Il Distretto ci ha messo a disposizione tastiere, mouse e collegamento usb, mentre noi abbiamo preso le telecamere. Un problema importante da tenere presente è la grande difficoltà di connessione dell’entroterra, così come una particolare attenzione va posta sulla formazione degli insegnanti nell’approccio ai computer”.
All’incontro ha preso parte anche Margherita Bonanni, ex dirigente scolastica del Montani e attuale presidente del Rotary Fermo. “L’operazione della nostra governatrice è all’interno di un miglioramento della vita di tutti, è un’azione veramente illuminata e ha dimostrato una grandezza di visione, lungimiranza e una volontà chiara e precisa di aiutare chi è in difficoltà. Il Rotary guarda al futuro delle nuove generazioni, sulle quali riponiamo le nostre speranze”.
Ma sempre rimanendo sulla disponibilità di strumenti informatici, quale scenario potrebbe prospettarsi in caso di ulteriori restrizioni per il prossimo anno scolastico? “Riguardo all’assegnazione dei device – ha spiegato la dirigente Corradini – ciascuna scuola ha dovuto individuare dei criteri per la distribuzione. Quelli che presentiamo oggi sono strumenti performanti, una donazione particolarmente adatta ad una tipologia di didattica legata a multimedialità, grafica e servizi facilmente erogabili attraverso questa strumentazione. Basteranno? Noi siamo passati da una chiusura totale ad un alternanza di possibilità di variazione di presenza e di percentuale. Bisognerebbe però ricordare cosa è accaduto a livello nazionale, con Dpcm che venivano emanati il sabato sera e noi che dovevamo riaprire il lunedì mattina, riorganizzandoci in pochissime ore. La dotazione è riferibile al fabbisogno che viene abbattuto nel momento in cui c’è la possibilità di essere in presenza. Certo, le scuole si sono allenate, ma gli studenti sono tanti, nessuna scuola ha un device procapite, ma con un’alternanza nella presenza si può riuscire a far fronte. Il fattore da tenere conto è però soprattutto la capacità di aggiornamento dello strumento”.
Altra questione ancora sul tavolo è quella del trasporto pubblico, come ha sottolineato Vespasiani. “Le scuole secondarie hanno subito problematiche legate ai trasporti, problemi che continuano ad essere non sanati. Sappiamo che l’aumento degli autobus non sarebbe risolutivo e che questa è una fase abbastanza complessa, bisogna vedere come si evolve. Un messaggio che dovrebbe passare è che vaccinarsi per i nostri ragazzi non sarebbe male: non so se la scuola sarà investita di un campagna vaccinale e sappiamo che c’è un mondo di opinioni che va rispettato, ma per noi sarebbe bello tornare tutti in presenza”.
L’ultimo spunto è stato lanciato nuovamente dalla Corradini. “Occorre rendere più flessibile il calendario scolastico regionale, anche potendo scegliere di anticipare. Perché dobbiamo sempre arrivare ad uno stato di emergenza improvvisa? Cominciamo, quindi, ad organizzare anche la gestione di spazi e tempi”.
Insomma, tra implementazione informatica e nodi ancora da sciogliere, l’Itet e gli altri istituti tecnici del Fermano provano a gettare oltre lo sguardo. Perché fermarsi, in questo mondo rovesciato dalla pandemia, sarebbe come riportare indietro le lance del tempo. Facendo perdere a migliaia di studenti opportunità di una crescita quanto mai agognata.
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