Quinta ed ultima puntata della rubrica “Reuma On Air” quella andata in onda ieri, appuntamento offerto da Novartis, dall’inizio dello scorso mese di giugno a mettere puntualmente al centro dell’attenzione, ogni giovedì alle 17.00 sulle frequenze di Radio Fermo 1, le malattie reumatiche passanti per la trattazione di temi sviluppati nel dettaglio da medici esperti (per la piena carrellata di quanto andato in onda e riproposto dagli spazi di Cronache Fermane consulta gli articoli sotto correlati), moderati dalla regia del direttore Paolo Paoletti.
Nella puntata in esame, per come detto a rappresentare l’epilogo della trattazione medica reumatologica, fari puntati sul tema “Telemedicina, una grande alleata”, argomento snocciolato dai tanti ospiti intervenuti, tra studio ed in collegamento remoto via web, vale a dire il primario della reumatologia dell’ospedale “Murri”, doot. Angelici, la reumatologa Antonella Farina, il professor Mauro Galeazzi, Stella Rosi dell’Amar, Mirella Pasqualini della Gils Marche (Gruppo Italiano di Lotta alla Sclerodermia) e Silvia Tonolo, presidente Anmar Marche (Associazione Nazionale Malati Reumatici).
“Nel paziente cronico è fondamentale il supporto della telemedicina, con sottolineatura del concetto avuta sotto il periodo pandemico acuto: con tale supporto siamo stati vicini a tutti i nostri pazienti – l’inizio analitico della dottoressa Farina -. Una via per erogare, comodamente, l’assistenza sanitaria del professionista medico che, anche se in sede diversa dal luogo in cui si trova il paziente, ha modo di donare informazioni puntuali, così come la televisita, che sempre a distanza porta ad una diagnosi, cura o prescrizione di un farmaco. Il nostro ambulatorio di reumatologia, grazie alla telemedicina, avrà quindi qualcosa in più da offrire al paziente cronico, soprattutto in sede di controllo e mantenimento della cura. Il web ci permetterà di trasferire l’ambulatorio, in senso metaforico, a casa sua, tra l’altro ambito in cui il paziente si trova più a proprio agio. Ricordo che tutto ciò non andrà a sostituire la visita laddove giungano in campo nuovi elementi propri della malattia chiaramente, ma potenzierà il collegamento quotidiano di soggetti in ambiti e luoghi diversi”.
“Nella premessa fatta dalla mia collega Farina c’è praticamente tutto – le prime parole in diretta del professor Galeazzi -, la telemedicina non nasce oggi, anche se con il Covid ne abbiamo apprezzato le virtù. Già in passato infatti, con l’avallo delle massime istituzioni nazionali ed europee, c’è stata la spinta propositiva all’implementazione della telemedicina, parliamo degli anni andati dal 2008 al 2012, momento del cambio di passo tra la modalità in presenza ed il graduale passaggio all’utilizzo ed alla più snella fruizione della tecnologia. Tutto ciò fino a giungere a quella che io definisco la <telemedicina fai da te>, con social, app e mail ad enfatizzare lo scambio di informazioni tra medico e paziente. Con i finanziamenti che a breve verranno erogati con il Piano Nazionale ci sarà l’occasione per un’ulteriore sferzata in tal senso, allargando servizi e quindi benefici”.
“Come esiste una disparità regionale all’accesso alle cure per i pazienti di sorta, esiste purtroppo una disparità territoriale nella tecnologia – il contributo alla discussione di Silvia Tonolo -. In ambito pre Covid ci siamo mossi per colmare tale lacuna, soprattutto nei pazienti cronici, con casi cioè già noti allo specialista. Non dimentico però l’importanza intermedia del medico di medicina generale, snodo tra il paziente a valle e lo specialista a monte. Anche in questo caso, spesso, troviamo delle mancanze che possono minare la bontà delle nostre cure, soprattutto nel mixare più terapie, e quindi ecco necessaria la comunicazione tra il medico di base, in remoto, con più specialisti in contemporanea. E’ intuibile anche come essa possa essere vincente nel ridurre i tempi di attesa anche per semplici consulti o riscontri, evitando flussi di pazienti verso le strutture sanitarie. Ho lanciato persino appelli al Parlamento, ottenendo la possibilità di testare sul campo un progetto pilota: a Rieti e provincia infatti, zona purtroppo terremotata, vedi Amatrice, c’è ora progetto pilota che vede, tramite appunto la tecnologia, la costante vicinanza e convergenza del medico e del cittadino, purtroppo, terremotato. In questo caso si parte anche dal farmacista: figura che vede al banco acquistare medicinali che possono fungere da spia di determinate patologie. Un modo quindi, intuendo, per guidare il cliente verso le cure più indicate. In quest’area ora c’è quindi una piattaforma in cui il paziente può dialogare, in contemporanea, con più specialisti”.
“Il Gruppo Italiano di Lotta alla Sclerodermia, che rappresento, vive delle stesse problematiche – le parole di Mirella Pasqualini -, laddove è appunto difficile far spostare il paziente diventa fondamentale l’uso della telemedicina. Oggi la piattaforma in cui ruotano, nel caso della sclerodermia, malattia multidisciplinare, più specialisti, con la partecipazione del medico di base ed il farmacista rappresenta la nuova frontiera della quali – quantità delle cure fornite, post monitoraggio dunque, ai nostri pazienti”.
Non è mancata la partecipazione alla discussione di una figura sempre presente nel corso delle puntate, vale a dire la dottoressa Stella Rosi. “La presa in carico del paziente su più fronti passa appunto, in maniera vincente, per la tecnologia. Grazie ad essa il paziente non ha l’urgenza di spostarsi, spesso cercando di conseguenza un autista laddove non sia autonomo dal punto di vista del trasporto, che a sua volta deve liberarsi da altri impegni, magari di lavoro, per accordare la richiesta. Come Amar Marche ci sentiamo di rasserenare il paziente: l’uso della tecnologia non significa distacco fisico dal reumatologo, al contrario, lo avvicina e di molto con un semplice click. Ci occuperemo naturalmente non solo di aspetti sanitari, ma di elementi tecnologi per educare o istruire i pazienti anche non informatizzati affinché possano interagire con noi”.
“La nostra specializzazione è sempre stata quella che, in genere, parte prima ed arriva prima nelle necessità delle persone, mettendo in luce nel corso degli anni una grande capacità di innovazione – l’affermazione del primario di reumatologia del “Murri”, il dottor Stefano Angelici -. Purtroppo, essendo cronica, la patologia di nostra competenza necessita di un collegamento spesso perenne tra paziente e dottore, e non c’è nulla di meglio quindi della tecnologia per mantenere attivo tale canale. Naturalmente non va a sostituirsi ai casi in cui la presenza è fondamentale, ma è unica nel far viaggiare informazioni in tempi rapidi e su più fronti”.
“La comunicazione della telemedicina sarà la sfida dei prossimi mesi – hanno concluso gli ospiti in maniera congiunta -, stando vicino ai pazienti e facendo capire loro l’importanza ed i vantaggi della tecnologia. Certamente dovrà passare un messaggio ai nostri interlocutori, nella maniera dovuta, che non è un distacco con loro, ma anzi un modo per avvicinarli sempre di più agli specialisti di sorta. Ci stiamo adoperando per ridurre le distanze, in tutta Italia, e rendere quanto più spendibile questa nuova modalità operativa. In questo modo diventano protagoniste anche le associazioni di secondo livello, intermedie tra malato e specialista, con ruolo informativo affatto secondario. In sintesi, è una nuova possibilità che offre moltissimi spunti e vantaggi che va assolutamente utilizzata, anzi enfatizzata”.
Si chiude dunque la rubrica andata in onda sulle frequenze 101.0 (da Fermo e dintorni, Macerata e dintorni, Amandola ed entroterra Fermano), 93.8 (dalla costa fermana e maceratese), 88.9 da Petritoli e Valle dell’Aso, in streaming scaricando l’app di RadioFM1, dal sito www.radiofm1.it o in diretta Facebook alla pagina RadioFm1. Gli ascoltatori sono potuti intervenire in diretta chiamando il numero 0734620707, seguendo in parallelo via Facebook la pagina RadioFm1 e inviando quesiti via WhatsApp al 334/2275000.
Programma offerto da NOVARTIS
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