Si è svolto stamani l’interrogatorio di Paolo Finucci, indagato per l‘omicidio di Marzio Marini ed in stato di arresto presso il carcere fermano. Il confronto con il magistrato, che si è tenuto in una sala dedicata ai colloqui con i detenuti, era fissato per la settimana scorsa ma ha poi subìto un rinvio sino ad oggi. Alle domande incalzanti della dottoressa Francesca Perlini, sostituto procuratore che coordina le indagini, Paolo Finucci ha ribadito la propria posizione, esattamente così come l’aveva descritta attraverso le prime dichiarazioni rese spontanee, ma arricchendola di ulteriori particolari che meglio disegnerebbero il rapporto tra lui ed il Marini.
Pare infatti si possano delineare i contorni di una amicizia piuttosto che di una mera conoscenza o frequentazione o di un semplice rapporto di lavoro, ed è proprio per l’esistenza di tale legame che Finucci non avrebbe mai voluto uccidere il compagno di intere giornate trascorse assieme. Esattamente come l’ultima, quella fatidica domenica 11 luglio passata all’ippodromo e conclusasi con un saluto tra amici, il rinnovo dell’appuntamento al giorno dopo sul posto di lavoro e addirittura con l’augurio di una buona notte.
E poi è accaduto l’inaspettato ed imprevedibile esacerbarsi di un diverbio da cui è scaturita la morte di Marini nella notte di lunedì. Una morte che non era voluta da nessuno e che invece ha cambiato definitivamente il destino di entrambi. Nessuna premeditazione quindi, ma solo la reazione dell’uno a una presunta azione dell’altro. “Me lo sono trovato sotto casa, era venuto per aggredirmi, ma mai avrei immaginato potesse succedere quello che è successo, mai e poi mai avrei voluto ucciderlo” ripete senza esitazione alcuna Finucci alla Perlini sottolineando ancora una volta il suo sgomento per quel tragico esito e la sua totale mancanza di volontà rispetto a quel tragico epilogo al quale era pienamente impreparato e che tutt’oggi lo sconvolge emotivamente: mai poteva presagire che una semplice lite sfociasse in un simile violento e drammatico finale.
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