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Eliambulanza, Rocchi: “Si punta sui campi sportivi per un servizio sempre più capillare”, cosa cambia ‘dal giorno alla notte’

L'ANNUNCIO è del responsabile della Struttura dipartimentale Eliccorso delle Marche Germano Rocchi, che però non nasconde gli ostacoli tecnici e burocratici relativi all'iter autorizzativo per il volo secondario e, soprattutto, notturno. Problemi per l'atterraggio di "Icaro" a San Benedetto, in questo periodo: si deve ricorrere alla piazzola Soi di Ascoli

Germano Rocchi

di Maria Nerina Galiè

“Icaro” che lavora di notte come di giorno: «Un sogno per soccorritori e cittadini, in ragione della golden hour, fondamentale nei traumi o nelle malattie tempo dipendenti». A dirlo è il dottor Germano Rocchi, responsabile del servizio di elisoccorso delle Marche, che però non nasconde una serie di problemi tecnici e burocratici per raggiungere l’obiettivo.

Una premessa, da parte del direttore della Struttura dipartimentale Elisoccorso delle Marche: «L’eliambulanza, nell’emergenza di giorno, atterra ovunque ed in qualsiasi condizione. La questione ruota intorno ai trasporti secondari e notturni».

Ed ecco allora che un ragazzo che si fa male sulla spiaggia di Porto San Giorgio, dopo le ore 21 viene portato in ambulanza fino a Civitanova per essere imbarcato sull’eliambulanza, alla volta del “Torrette” di Ancona.

C’è la piazzola dell’ospedale “Murri” di Fermo, perché non è stata utilizzata?

«Come tutte le basi sopraelevate, per autorizzare l’atterraggio in notturna deve essere presente la squadra anti incendio, la cui attivazione richiede mezz’ora. Nei trasporti programmati non è un problema, ma nell’emergenza si cerca la soluzione che richiede il meno dispendio di tempo possibile». 

Oppure il caso di un trasporto secondario diurno, qualche giorno fa, dall’ospedale di San Benedetto al capoluogo dorico: impossibile trovare un luogo idoneo all’atterraggio, il rendez vous è avvenuto alla piazzola Soi di Ascoli: ai 30 minuti di volo da Fabriano, si sono aggiunti i 30 chilometri su ruote. 

«A San Benedetto non c’è un posto dove atterrare adesso – ammette il dottor Rocchi – il comandante di volo si è rifiutato di atterrare nel piazzale dello stadio Riviera delle Palme, per via della presenza delle giostre del luna park, e al porto, dove erano apposti dei cartelloni pubblicitari, in modo da rendere pericolosa la manovra».

Soluzioni per questo problema? 

«Sono stati inseriti sulle mappe, ma ancora solo per il volo diurno, il campo sportivo di Grottammare ed un’altra area a San Benedetto. Sono in corso gli accordi per l’atterraggio di notte».

«Il serviziospiega Germano Rocchiè volto ad essere sempre più capillare sul territorio, con la realizzazione di altre piazzole di atterraggio, 23 nuove fino ad ora nelle Marche, e l’individuazione di “siti non convenzionali” ma idonei, ne sono stati inseriti 15 nelle mappe della Babcock  (l’azienda vincitrice della gara d’appalto dei velivoli, ndr).

Questi siti sono i campi sportivi che hanno triplice vantaggio. Sono ampi e comodi per i piloti. Non richiedono costi per la realizzazione. E, soprattutto, sono presenti in tutti i comuni, grandi e piccoli».

Cosa manca allora?

«Gli accordi con gli enti gestori che devono garantire l’accessibilità al campo ed in particolare che venga lasciato libero da qualsiasi attrezzatura che può rendere l’atterraggio pericoloso».

«Nei trasporti secondari, da ospedale a ospedale per capirci, dobbiamo attenerci a regole più ferree – è sempre Rocchi per parla – seguendo la logica che il paziente è già in una struttura sanitaria ed il trasferimento in volo deve avvenire senza deroghe sulla sicurezza».

Che ne è delle nuove piazzole di sosta, realizzate in diversi comuni delle Marche dopo il terremoto del 2016?

«Certo, quelle sono il top, per il sistema di monitoraggio e per la visibilità che garantiscono. Ma senza l’autorizzazione da parte dell’Enac non si possono utilizzare di notte, né per i secondari. E l’iter per ottenerla è lunghissimo. Si sta puntando, pertanto, ai campi sportivi. Ma anche qui, senza l’ok degli enti proprietari, non si può fare nulla».

«Il personale – tiene a precisare il dottor Germano Rocchi – è ora addestrato e pronto al volo notturno. Per questo tipo di volo, a bordo dell’elicottero ci sono due piloti ed un tecnico specializzato del visore notturno. In pratica apre il portellone del velivolo e guarda al di sotto per guidare la manovra di atterraggio. E’ una tecnica militare, valida su ogni tipo di sito».

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