di Serena Murri
Giulia Cicchinè ha portato il nome di Altidona e del Fermano a Tokyo. La ventinovenne, infatti, è stata l’unica giornalista fermana alle Olimpiadi 2020 di Tokyo, due gli inviati marchigiani, una di Fabriano e lei di Altidona. La conferenza stampa è stata fissata per ieri mattina, alla sala Joyce Lussu, in presenza della sua famiglia e sotto gli occhi orgogliosi del papà Roberto.
Così l’Amministrazione di Altidona, ha voluto dare il benvenuto alla giovane di ritorno dall’esperienza di Tokyo, dove ha seguito le Olimpiadi per Eurosport. I complimenti del vicesindaco Enrico Lanciotti e del sindaco, Giuliana Porrà: “Deve essere stato emozionantissimo assistere alle medaglie d’oro italiane. Un ringraziamento alla famiglia e al papà. Giulia è motivo di orgoglio per gli amministratori e per tutti i cittadini perché ha portato in alto il nome di Altidona“. Così è scritto nella targa che le è stata consegnata.
Era presente la delegata del Coni Cristina Marinelli: “Porto i saluti del presidente del Coni nazionale. Speriamo che lo sport sia sempre più in ripresa, essendo motivo d’orgoglio del nostro territorio, non solo regionale. Grazie a Giulia che porta la sua testimonianza sullo sport, in ripresa dopo un periodo che ha limitato l’espressione del gioco“.
“È stata l’esperienza più emozionante che ti possa capitare in carriera – ha esordito così Giulia Cicchinè – e te ne accorgi solo dopo averla vissuta. Fare l’Olimpiade – ha spiegato- non è una cosa così scontata. Farla da giornalisti non è semplice, è un percorso difficile e lungo e servono tanti requisiti per farlo. Una delle cose che mi è piaciuta di più delle Olimpiadi è il senso di patriottismo. Tutti i giornalisti fanno gruppo“. Come uno dei primi incarichi, ha seguito la canoa, sport che non è fra i suoi preferiti ma “quel giorno lo staff del canoista ci ha fatto provare la medaglia d’argento rendendoci partecipi della vittoria. Sono cose che in altri tipi di eventi non succedono. Eravamo tutti uguali e tutti ci facevano le congratulazioni per Tamberi. L’amore per la nazione è emerso come non succede in altre occasioni“.
Giulia ha potuto seguire anche il Basket e vedere come l’interesse per il suo sport preferito e per l’Italbasket sia cresciuto grazie a questa Olimpiade: “C’è speranza per il movimento del Basket, anche se di solito quando si perde tutti salutano, mentre quando si vince salgono tutti sopra al carro. Riportare la Nazionale di Basket alle Olimpiadi, a un passo così piccolo da una semifinale, non è una cosa che tutti avrebbero potuto fare. La speranza è che il movimento stia diventando quello del 2004. Quanto fatto quest’anno è pari a una medaglia“.
Per lei sono state le Olimpiadi delle grandi emozioni, anche per sport come l’atletica, a partire dalle lacrime versate quando ha visto arrivare la medaglia d’oro di Tamberi che per sdrammatizzare le ha proposto di fare l’intervista in dialetto marchigiano. “Alla fine mi sono appassionata a tutti gli sport -ha ammesso Giulia- Posso migliorare la conoscenza di ogni disciplina, verso Parigi dovrò prepararli meglio“. Dopo la sua prima Olimpiade, Giulia spera per il prossimo ingaggio: “Il produttore olimpico mi ha chiesto come me la cavo con il freddo per Pechino, vale come giudizio del mio lavoro di Tokyo. Speriamo arrivi l’ingaggio“.
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