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La Sanità ‘imminente’: Grinta direttore del nuovo corso o dell’accelerazione? Due vie per un unico obiettivo

FERMANO - Da appurare se il nuovo direttore vorrà viaggiare sul solco, magari con dei distinguo, assolutamente legittimi, rispetto a quanto avviato dal suo predecessore o se, per raggiungere l’obiettivo di una Sanità fermana di alto livello su tutti i fronti, ha in mente nuove strategie d’azione

Roberto Grinta

Speranza, sì. Fiducia, anche. Ma, inutile negarlo, anche un certo scetticismo. Sono questi gli stati d’animo che si respirano all’ospedale Murri, cuore pulsante della sanità fermana, dopo le dichiarazioni del nuovo direttore di Area vasta 4, Roberto Grinta che ai taccuini ha presentato la sua lista di priorità, la sua road map per rilanciare la sanità fermana snocciolando problemi e punti di forza. “Bene. Molto di quello che è stato annunciato è assolutamente positivo. Però non sono novità per il Fermano. E Grinta riuscirà a centrare gli obiettivi?” si domandano medici e sanitari, soprattutto, si diceva, dai corridoi del Murri e, a ruota, dai distretti e presidi territoriali. E c’è anche chi, non si capisce bene se per appartenenza/ simpatia politica o per rigore morale ammantato dalla veste del politically correct, avrebbe anche gradito che Grinta spendesse qualche parola su chi lo ha preceduto, ovvero Licio Livini, tornato, dopo le dimissioni, a dirigere il Distretto (a onor del vero, nella sua prima intervista, l’attuale guida dell’Av4, su Livini ha dichiarato ” Qui nel Fermano abbiamo un grande potenziale, anche a seguito del lavoro del precedente direttore”).

Tra le parole d’ordine del nuovo vertice dell’Av4 ci sono sicuramente i ‘professionisti’ in forze all’ospedale di Fermo e nelle strutture sanitarie del Fermano. Su quelli scommette molto, anche in vista del nuovo ospedale che non può certo restare una scatola vuota. Ma questo concetto non è nuovo al Murri. In effetti di professionisti seri, competenti, altamente qualificati ce ne sono eccome qui da noi. D’altronde anche per l’ex direttore Livini la professionalità era un faro da seguire. E nei suoi anni di mandato ha nominato ben 27 direttori di struttura complessa. Capitolo a parte, anzi nodo gordiano della questione, è come e con cosa devono operare. E poi ci si sono messi anche il terremoto prima e il Covid poi a immobilizzare tutto, con un ospedale, unico per tutto il Fermano (con quello di Amandola messo fuori gioco proprio dal sisma) che è stato oltretutto chiamato a ricoprire la doppia veste di nosocomio Covid e no Covid. Certo, magari senza le due emergenze la sanità fermana avrebbe avuto qualche chance in più di rialzare la testa già da tempo. Ma tant’è.

Il nuovo ospedale di Campiglione, in costruzione

Bene, ora si riparte dai territori anche perché una grande sanità deve avere un comprensorio che viaggia in sincrono, in un’ottica di reti cliniche. E questo nel Fermano, diciamocelo, è tristemente ancora una chimera, un lontano miraggio. Urge una sanità organizzata e integrata nella comunità con servizi di degenza ospedaliera. Importante che Grinta abbia in cima alla sua lista di priorità, che a breve diventerà quella della spesa da presentare alla Regione, le nuove tecnologie e la digitalizzazione. E le opportunità del Pnrr il Fermano non può certo permettersi di non prenderle al volo. Servono risorse e investimenti, sicuramente anche sulle risorse umane, concreti, subito, pianificabili a breve/medio termine anche per i nuovi ospedali di Campiglione e quello di Amandola dove, però, anche la riattivazione di Medicina sembra un ostacolo insormontabile. E questo spinge, giocoforza, a stringere il cerchio su emodinamica e robot chirurgico. Le parole di un Grinta ‘cauto’ fanno riflettere. “Sono un tecnico. I primi obiettivi sono quelli di migliorare gli indicatori di esito e di processo. Una volta migliorati questi indicatori, che sono già molto buoni, potremo pensare ad altri obiettivi” ha avuto a dire il direttore Av4. Per la serie a Fermo, per il direttore, siamo in una situazione da ‘bene ma non benissimo’. E prima di parlare di emodinamica e robot c’è da lavorare su altro, su quegli indicatori, altra parola ‘miliare’ per Grinta. Livini voleva l’emodinamica e il robot perché, innegabile, rappresentano specialità di avanguardia che rendono attrattivo l’ospedale di un territorio oltretutto epicentro tra l’Ascolano e il Maceratese. Grinta frena, non si sbilancia. Certo la situazione sanitaria e finanziaria a livello nazionale, da un anno e mezzo a questa parte è inevitabilmente cambiata. Ma lo è per tutte le Aree vaste.

Licio Livini

Quindi se non nel Fermano, l’emo e il robot non dovrebbero andare nemmeno altrove. O quegli indicatori, magari migliori da altre parti, spianano la strada? E poi, a voler parlare di rete, non si può tralasciare il capitolo Medici di medicina generale. Il loro coinvolgimento resta il pilastro su cui costruire l’organizzazione del territorio con il Distretto che ha sempre più un ruolo chiave e che ha capacità importanti per creare una fortissima rete di medicina di comunità. Insomma, magari non per affinità ma forse per evidenza dei fatti, i desiderata di Grinta non sembrano stravolgere negli intenti quelli di chi lo ha preceduto. Ora resta da appurare se il nuovo direttore vorrà viaggiare sul solco, magari con dei distinguo, assolutamente legittimi, rispetto a quanto avviato dal suo predecessore o se, per raggiungere l’obiettivo di una Sanità fermana di alto livello su tutti i fronti, ha in mente nuove strategie d’azione. Questioni da addetti ai lavori, si dirà. Vero, purché il Fermano arrivi nel minor tempo possibile ad avere quel che gli spetta, dignità e servizi, se d’eccellenza anche meglio, molto meglio, per un Fermano addirittura in grado di essere attrattivo anche per chi arriva da fuori provincia.

Giorgio Fedeli



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