Sono passati cinque anni da quel 24 agosto del 2016 quando alle 3,36 la terra, nel centro Italia, tremò per la prima volta. Da lì a pochi minuti le pubbliche assistenze si misero in moto per una macchina dei soccorsi che durò settimane, mesi, anni. Un lavoro stremante, straziante, che ha lasciato il segno nei cuori dei soccorritori. Iniziò il dramma del terremoto del centro Italia. E loro, la prima linea del soccorso sanitario, quelli che arrivano con le sirene, quelli che sono le prime mani a curare, le prime braccia a consolare, le prime voci a rassicurare, non dimenticano. Non dimenticano lo sforzo sovrumano a cui molti di loro sono stati chiamati da quel 24 agosto di cinque anni fa, come, certo, non dimenticano il dramma vissuto direttamente da migliaia di famiglie marchigiane, molte dell’entroterra fermano, che hanno perso tutto.
Ed è così che da questa mattina all’alba, sulle pagine di alcune pubbliche assistenze del Fermano sono iniziati a comparire i primi messaggi, i primi post, le prime foto per ricordare. O meglio, per non dimenticare. Perché loro, nonostante la macchina delle emergenze vada avanti, senza sosta, quotidianamente, non dimenticano. Ecco allora che la Croce azzurra dei Monti Sibillini scrive: “In memoria del 24 agosto 2016 quando, alle 3,36, la terra tremò nel centro Italia provocando la morte di molte persone e gravi cicatrici all’intera comunità del Centro Italia”. Vicino alle parole, le immagini di quell’ambulanza, della Croce azzurra di Santa Vittoria in Matenano, distrutta dalle macerie, diventata uno dei simboli della devastazione del terremoto nel Fermano. “Oggi il nostro cuore si stringe al Centro”, il lapidario e significativo messaggio della Croce verde Valdaso. La Croce azzurra di Sant’Elpidio a Mare, invece, sceglie un video che ricorda i drammatici momenti dei soccorsi tra le macerie: “Gli angeli del soccorso. Dedicato – scrivono – a tutti i volontari e ai professionisti del soccorso”.
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